«L’anno prossimo ritorno alla normalità a Palazzo Strozzi» parola di Galansino
Per il direttore fondamentale ora che le istituzioni pubbliche e private, mantengano l'impegno per non bloccare le attività primarie della Fondazione
di Maria Adelaide Marchesoni
5' di lettura
Fondazione Palazzo Strozzi , dopo la riapertura, vista la delicata situazione sul distanziamento sociale ha deciso di dialogare con i visitatori per monitorare le nuove procedure sul distanziamento fisico. Il questionario, oltre al consueto sondaggio sulle motivazioni della visita, ha posto delle domande sul Covid. Da una prima analisi dei dati è emerso che il 99% dei visitatori è stato soddisfatto della mostra, si è sentito sicuro durante la visita e non è stato penalizzato nell'esperienza per le norme imposte e per l'utilizzo dei dispositivi DPI obbligatori per l'accesso alle sale espositive, e la segnaletica presente è stata esaustiva ed efficace. Buona l'affluenza nel weekend di ferragosto con oltre 1.000 i visitatori per la mostra Tomás Saraceno. Aria dedicata a uno dei più originali e visionari artisti contemporanei al mondo, la cui ricerca poliedrica e creativa unisce arte, scienze naturali e sociali. Il direttore Arturo Galansino spiega ad Arteconomy24 in che modo il museo sta affrontando l'attuale situazione e quali sono i programmi futuri.
Quali sono i programmi futuri? E le mostre che erano in programma, come saranno gestite?
La mostra “ Tomàs Saraceno. Aria ” va avanti fino al primo novembre. Poi, anticipata da un ricco public program dedicato a giovani e scuole, la programmazione di Palazzo Strozzi ripartirà nel 2021 con due mostre molto importanti, entrambe intorno all'arte moderna e contemporanea americana: “American Art 1961-2001” in primavera, che presenterà capolavori dalla pop art ad oggi, e “Jeff Koons. Shine” in autunno, la più grande mostra italiana mai dedicata ad uno dei più celebri e discussi artisti contemporanei. Con un programma così ambizioso vogliamo dare il senso di una ripartenza, non solo per la nostra istituzione ma per Firenze. Grazie alle nostre esposizioni la città è diventata una delle destinazioni internazionali anche dell'arte contemporanea e con un programma di questo genere, che sarà al centro del dibattito culturale, riporteremo qui il nostro pubblico, quel turismo colto, di qualità che tanto manca oggi alla città e che, in questo nuovo futuro, andrà sempre più stimolato per creare un'economia turistica più sostenibile, in controtendenza rispetto all'overtourism che ha creato più problemi che benefici. In un anno di successo il pubblico di Palazzo Strozzi genera sul territorio un impatto economico quantificabile intorno ai 60 milioni di euro e si tratta di denaro che va a vantaggio dei settori più colpiti quali alberghi, ristorazione, artigianato e design, privilegiando l'eccellenza e la produzione locale. Anche per questo è strategico ricominciare da subito con mostre straordinarie, perché è solo grazie alla qualità della nostra offerta culturale che possiamo essere un asset per la rinascita di Firenze. E in questo senso ringrazio i sostenitori annuali della fondazione che anche quest'anno supportano il nostro lavoro: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di commercio di Firenze, Fondazione Cr Firenze, Intesa San Paolo e Comitato partner Palazzo Strozzi.
La struttura del vostro museo in che modo permette di gestire un’affluenza post Covid-19?
“Sicuramente aperti”. Con questo slogan abbiamo da subito voluto dare il benvenuto ai nostri visitatori. Da sempre a Palazzo Strozzi ci battiamo per garantire ai nostri pubblici un'esperienza di altissima qualità e anche per quanto riguarda le mostre di maggior successo e affluenza cerchiamo di evitare il più possibile code e situazioni di affollamento. Oggi che questo è necessario per ragioni di sicurezza e i numeri sono comunque molto inferiori rispetto al normale, il contingentamento viene gestito in maniera molto efficiente dal nostro staff. Oltre ai numeri ridotti, il controllo dei flussi nelle sale, le regole igieniche adottate e l'uso obbligatorio della mascherina rendono la visita completamente sicura.
Com’è stata l'affluenza media giornaliera e il numero di visitatori dall'apertura post lockdown, anche rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso?
Stiamo lavorando con ritmi molto inferiori rispetto alla normalità: siamo al 30% di pubblico rispetto alla media di una mostra normale. Sono numeri relativamente bassi rispetto al recente passato, ma più di 30mila persone hanno già visitato la mostra e la tendenza è crescente. Abbiamo optato per una scelta coraggiosa e in controtendenza rispetto ad altri centri espositivi e musei: siamo aperti tutti i giorni, sebbene con un orario leggermente ridotto rispetto al solito. In questo momento è fondamentale essere aperti e dare occasione e disponibilità al pubblico. Un segnale importante da dare nel cuore di una delle città d'arte più importanti del mondo. Va aggiunto che stiamo lavorando in condizioni molto insolite, oltre alla tragica situazione post- Covid. Infatti in estate le nostre mostre sono di solito chiuse poiché il pubblico estivo non è quello delle nostre esposizioni. Ora stiamo lavorando con il pubblico locale, mancano i turisti stranieri e, soprattutto, il pubblico italiano che torna a Firenze per le nostre proposte culturali (in un anno buono, dei nostri 300mila visitatori, circa 100mila vengono dal resto di Italia). Contiamo di rivedere almeno in parte questi visitatori da settembre e a partire dall'anno prossimo tornare ai numeri più vicini alla normalità.
Come sarà fronteggiata la diminuzione dei ricavi da biglietteria? Avete pensato ad attività di fundraising alternative?
Oltre a produrre ogni anno tra le più importanti mostre a livello internazionale, Palazzo Strozzi rappresenta da anni una best practice per trasparenza e sostenibilità di bilancio. Solo il 20% del nostro budget proviene da denaro pubblico, con il restante 80% diviso tra fundraising privato e proventi propri - con circa 40% di biglietti. Questi numeri così virtuosi sono stati messi a dura prova dalla mancanza di pubblico e dalla crisi economica che sta danneggiando la nostra raccolta fondi privati. Oltre alle azioni a livello di management che hanno imposto repentini cambi di programmazione assieme ad ogni taglio del superfluo già sul 2020, realizzati immediatamente, grazie alla efficienza e all’elasticità della nostra struttura aziendale, in questo contesto così difficile è fondamentale che tutte le forze che compongono la nostra governance, e in particolare le istituzioni pubbliche, mantengano il loro impegno per non mettere in crisi economica la fondazione e bloccare le sue attività primarie. In questo momento di emergenza sono poi necessari interventi statali a vantaggio di due dei settori più colpiti, la cultura e il turismo, che creano un'economia così importante per il nostro paese e nel quale lavorano tante persone.
Instagram, FB, le mostre online, il sito: che ruolo avrà il virtuale nella realtà museale?
I social media sono sempre più centrali nelle strategie di comunicazione museali e sarebbe un atteggiamento elitario pensare il contrario. Il mondo dei social media è anzi un indispensabile strumento per allargare l'azione culturale del museo. Ma al di là della loro funzione di marketing e promozione, è fondamentale che anche attraverso i social le Istituzioni culturali veicolino contenuti, creino dibattito e preparino il pubblico alla fruizione artistica. Durante il lockdown Palazzo Strozzi si è distinto per la sua offerta di contenuti digitali, definita dagli esperti di settore come una delle migliori e delle più coerenti. Grazie alla piattaforma “In Contatto” creata per la chiusura Palazzo Strozzi ha, infatti, incrementato la propria presenza online e sui social, con contenuti di grande successo come i video messaggi di sostegno dei “nostri” artisti: il solo messaggio di Marina Abramović è stato visto in rete da più di un milione di persone. Crediamo però, soprattutto, nel rapporto diretto con l'arte e e lavoriamo per innescare questa magia in grado di migliorare la vita delle persone. Perciò, per quanto sempre più necessario nel nostro lavoro, il digitale deve essere un complemento dell'esperienza fisica. Così è già adesso a Palazzo Strozzi l'esperienza della mostra comincia prima online per poi continuare in parallelo con la dimensione fisica della visita, con tutti i kit speciali, gli apparati e i contenuti in formato digitale.
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