L’anno si apre nel segno dei rincari
di Vincenzo Chierchia
2' di lettura
Lo scenario dell’inflazione si presenta in salita nel 2017. La tendenza emersa a fine 2016 lascia intravvedere una accelerazione dei prezzi al consumo. Previsti anche rincari a inizio 2017.
«L'accelerazione registrata a dicembre pone le premesse per il ritorno dell'inflazione su valori prossimi all'1% già a gennaio» commentano da Confcommercio. Secondo l’ufficio studi della Confederazione guidata da Carlo Sangalli «l'inflazione è stata influenzata sia da andamenti stagionali (alimentari freschi e trasporti) sia da una ripresa più sostenuta dei prezzi dei carburanti, sui quali si stanno trasferendo gli effetti degli aumenti delle quotazioni petrolifere derivanti dagli accordi tra i paesi produttori. Più lentamente di altri Paesi Uem anche l'Italia sta uscendo dalla stasi dei prezzi che durava da oltre tre anni, come testimoniato dall'aumento rilevato per la componente di fondo dell'inflazione, passata da +0,4% a novembre a +0,6% di dicembre».
Lo scenario complessivo non è non privo di rischi secondo Confcommercio. «Il ritorno dell'inflazione in assenza di un significativo incremento dell'occupazione e dei redditi nominali - si sottolinea da Piazza Belli - può costituire un fattore di freno al potere d'acquisto delle famiglie, con riflessi negativi in termini di consumi e di crescita economica».
«È importante che alla crescita dei prezzi nel 2017 non corrisponda un'ulteriore frenata dei consumi - aggiunge Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione - che devono essere sostenuti attraverso politiche mirate, ad esempio eliminando vincoli alla libertà imprenditoriale posti sia a livello nazionale che locale e che ancora persistono. Ad esempio i divieti di vendite promozionali che ancora permangono nei periodi antecedenti e successivi ai saldi in molte regioni e i vincoli introdotti a livello locale in relazione agli orari di apertura dei negozi e sviluppo del commercio moderno».
Per Massimiliano Dona, presidente Unione nazionale consumatori, i rincari di fine 2016 si traducono in maggiori costi per 153 a famiglia, al netto degli aumenti di gennaio.
«Nel solo mese di dicembre - ricorda Dona - si sono avuti aumenti dei prezzi di tutti i carburanti, dal gasolio per trasporto (+1,5%) alla benzina (+1,0%). Anche il gasolio per riscaldamento è salito dell'1,8%. E l'Istat non ha ancora incorporato la stangata di gennaio: +0,9% per la bolletta della luce e +4,7% per il gas, con un aggravio di spesa annua, per la famiglia tipo, di 52,50 euro, 4,5 euro per la luce e 48 euro per il gas. Il quadro è allarmante, il Governo Gentiloni dovrebbe intervenire almeno sulle imposte sul gas, pari al 38,18% e mettere mano agli oneri di sistema sull'elettricità, pari al 20,36%». Il Codacons ricorda che da inizio anno benzina e gasolio costano di più (rispettivamente +7% e +11,3%)
Ai rincari dell’energia dal 2017 si sommano anche gli aumenti dei pedaggi. Sulla rete Autovie venete l’aumento è in media dello 0,86%. Come ricorda Lucio Malan, parlamentare Fi, la Brebemi costa l’8% in più, in Piemonte si registrano aumenti del 4,6% sulla Torino-Milano e del 2,5% sulla Torino-Savona; Autostrade per l’Italia ha avuto aumenti dello 0,64%; per la Brescia-Padova il rincaro è dell’1,6% e dell’1% per la Ativa.
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