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L’appello di Landi (ex Apple): dal Pnrr 500 milioni all’Intelligenza Artificiale

Il presidente di EuropIA invita il governo a creare un consorzio strategico per sviluppare una AI generativa europea

di Luca Salvioli

Il panel dell’evento “Un’economia migliore grazie all’intelligenza artificiale”

2' di lettura

«L’Europa è ai margini del più grande sviluppo tecnologico in atto. Dopo ChatGpt le aziende di Stati Uniti, Cina e India si stanno lanciando sull’intelligenza artificiale generativa, e noi dove siamo? Non vogliamo realizzarne una europea?» è la proposta fatta ieri da Marco Landi, oggi presidente Institut EuropIA e negli anni Novanta presidente e coo della Apple di Steve Jobs a Cupertino, durante il panel «Un’economia migliore grazie all’intelligenza artificiale» al festival dell’economia di Trento.

«Lancio un appello al governo italiano - ha continuato - affinché possa destinare 500 milioni di euro all’interno del Pnrr per la creazione di un consorzio di aziende italiane che lavorino allo sviluppo di iniziative strategiche nel settore dell’intelligenza artificiale».

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Il Vecchio Continente è il primo a darsi delle regole in ambito AI: «Credo che siano importanti, perché potranno essere un esempio anche in altri paesi e ci aiuteranno nell’impostare al meglio queste tecnologie con cui già oggi riusciamo a fare analisi di dettaglio sulle cellulare tumorali, oppure sullo stato di invecchiamento» sottolinea Fausto Manzana, presidente Confindustria Trento e ad di Gpi, azienda Ict in ambito sanitario.

I rappresentanti delle aziende hanno elencato alcune delle principali applicazioni dell’intelligenza artificiale all’interno della loro imprese, sottolineando il ruolo della formazione per coglierne più le opportunità che i rischi : «La nostra azienda ha deciso di investire in formazione dall’asilo nido fino alla terza media, realizzando una scuola paritaria internazionale aperta a tutti che insegna robotica e coding dalla scuola materna, in modo che i ragazzi di domani non abbiamo paura di creare qualcosa che oggi non c’è» ha spiegato Anna Mareschi Danieli, membra del board del Gruppo Danieli & C.

Paolo Traverso, direttore strategia e sviluppo della fondazione Bruno Kessler, ha affermato che «oggi siamo di fronte a molti punti di svolta. Già nel 1998 la Nasa aveva scritto dell’utilizzo dell’AI nello spazio. Cosa è cambiato? Le tecniche di apprendimento sono diventate sempre più potenti fino ad applicazioni capaci di colpire anche nell’utilizzo quotidiano. Guardando al futuro, vedo due problemi che andranno risolti: oggi il pre-addestramento di questi sistemi costa almeno un milione di euro e impiega un’eccessiva quantità di energia».

Marco Podini, presidente esecutivo Dedagroup, ha spiegato «l’importanza dello sviluppo di una solida cultura del dato: l’AI può restituire buone risposte solo se le si forniscono informazioni corrette». E sulla formazione: «Non servono solo competenze scientifiche, ma anche umanistiche per orientare i temi etici che si aprono quando la società affronta cambiamenti potenzialmente radicali».

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