Il capo dello Stato a Ventotene

Afghanistan, l’appello di Mattarella: «Chi proclama il rispetto dei diritti, non può negare accoglienza»

Il capo dello Stato al seminario organizzato dall’Istituto Spinelli in occasione dell’80° anniversario del Manifesto di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi

di Celestina Dominelli

Ventotene, Mattarella depone una corona di fiori sulla tomba di Altiero Spinelli

4' di lettura

«In questi giorni c’è una cosa che sinceramente appare sconcertante e che si registra qua e là nell'Unione Europea: grande solidarietà nei confronti degli afghani, che perdono libertà e diritti, ma che rimangano lì e non vengano qui, perché se venissero non li accoglieremmo. Questo non è all'altezza dei valori e del ruolo storico dell’Unione».

Dall’isola di Ventotene, dove è arrivato per partecipare al 40° seminario dei federalisti europei in occasione dell’80° anniversario del manifesto di Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, il capo dello Stato, Sergio Mattarella, lancia un messaggio molto chiaro sulla crisi afghana e richiama l’Europa al necessario dovere della solidarietà nei confronti degli afghani in fuga dal Paese dopo la decisione degli Stati Uniti di procedere al ritiro completo delle truppe entro il prossimo 31 agosto.

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Afghanistan: Ue assente, serve politica estera comune

Quanto accaduto in Afghanistan, ha osservato ancora Mattarella al seminario organizzato dall’Istituto Altiero Spinelli, «ha messo in evidenza la scarsa capacità di incidenza dell’Unione europea, totalmente assente negli eventi. È indispensabile assicurare subito gli strumenti di politica estera e di difesa comune. La Nato è importante ma oggi è richiesto che l’Unione europea abbia una maggiore capacità di presenza nella politica estera e nella difesa. Questa prospettiva è importante anche per gli Stati Uniti».

Europa: unica sovranità è quella condivisa

Sull’Europa e sulla necessità di posizioni e politiche comuni sui temi più delicati, il presidente della Repubblica ha comunque insistito molto. «In Ue ci sono - ha sottolineato - due categorie di Paesi: i paesi piccoli e quelli che non hanno compreso di essere piccoli e lo stanno comprendendo adesso. Bisogna adeguare la sovranità, che consenta di preservarla senza che sia meramente illusoria, è la sovranità condivisa dell’Unione, che non è una rinuncia ma l’unico modo per conservarla, per affrontare i problemi globali».

Serve una vera unione bancaria e finanziaria

È dunque necessario un sussulto dell’Europa affinché recuperi una dimensione di reale condivisione. Per questo, ha osservato ancora il presidente della Repubblica, la Conferenza sul futuro dell’Unione «è un’occasione storica da non perdere», mentre occorre anche «evitare il rischio che venga banalizzata, che venga tradotta in uno scialbo esame della situazione contingente». L’Unione europea, ha poi proseguito Mattarella, «non può avere una moneta unica, una banca centrale e non avere una vera unione bancaria, un sistema finanziario unico, organico, ben organizzato. Altrimenti quello che abbiamo costruito in questi decenni rischia di essere compromesso nei suoi risultati, nella sua funzionalità da quello che manca».

Migranti: Ue deve avere voce unica per governare il fenomeno

Altro tema al centro della riflessione del capo dello Stato, quello della questione migratoria che si intreccia con anche con le conseguenze della crisi in Afghanistan. Su questo punto, ha spiegato Mattarella, l'Unione europea «deve avere finalmente una voce unica, deve sviluppare, in maniera maggiore di quanto sia avvenuto fin qui, un dialogo collaborativo con altre parti del mondo, particolarmente con l'Africa, per governare insieme questo fenomeno. Soltanto una politica di gestione del fenomeno migratorio dell'Unione può essere in grado di governarlo in maniera ordinata, accettabile, legale, senza far finta di vedere quello che avviene per ora, e senza essere tra poco tempo travolti da un fenomeno ingovernabile e incontrollabile».

La politica migratoria non è mai diventata una politica Ue

Ignorare la questione, è il ragionamento del capo dello Stato, «non la risolve, è come se si negasse il fenomeno, ma quel fenomeno c’è. All’Europa conviene occuparsene, governarlo con regole di accessi legali e ordinati. Sono sorpreso di posizioni di alcuni esponenti politici rigorosi nel chiedere il rispetto dei diritti in altri paesi, ma distratti di fronte alle condizioni dei migrati che scappano per fame e per persecuzione». La politica migratoria, insomma, «non è mai diventata una politica dell’Unione Europea. Questa lacuna non è all’altezza dei ruoli e delle responsabilità della Ue», ha ribadito Mattarella. E il rischio, anche in considerazione degli appuntamenti elettorali che attraversano il Vecchio Continente, è che «così si finisce per affidare la gestione delle migrazioni agli scafisti e ai trafficanti degli esseri umani».

Pnrr: gelidi antipizzanti si diano pace, non si torna indietro

Il confronto con gli studenti a Ventotene ha poi offerto al presidente della Repubblica anche l’occasione per tornare sul Recovery Plan e sulle risorse messe in pista dall’Europa per fronteggiare la grave crisi provocata dalla pandemia. «L’Unione europea dopo il Covid è molto cambiata. Le risposte dell’Unione Europea hanno consentito agli europei di affrontare la situazione post pandemica. Strumenti come il Next Generation non possono essere una tantum. Questi strumenti resteranno, ne sono convinto. I gelidi antipatizzanti dell’Unione si diano pace perchè questi strumenti resteranno. Non si può tornare indietro».

Clima: occorre fare di più per obiettivi 2050

Il capo dello Stato ha quindi rivolto lo sguardo alla sfida sul clima e al percorso di decarbonizzazione al 2050 su cui è impegnata anche l’Europa spendendo su questo tassello una riflessione assai puntuale. «Il rapporto dell’Onu è allarmante e gli obiettivi 2050 non vanno disattesi - ha detto il presidente Mattarella -. Qualche passo è stato compiuto ma bisogna fare di più, perché si è perso molto tempo. Quello che abbiamo di fronte è poter sopravvivere o non sopravvivere affatto. E non c’è scelta».

Il saluto del presidente dell’Istituto Spinelli

A introdurre il confronto tra Mattarella e gli studenti invitati al seminario, è stato il presidente dell’Istituto Spinelli, Giorgio Anselmi, che ha ringraziato il capo dello Stato per la sua partecipazione all’evento e ha ricordato come fu proprio Spinelli, nel 1981, in occasione della sua visita a Ventotene, «a suggerire che l’isola diventasse sede di iniziative di formazione per i giovani». Un invito, ha spiegato Anselmi, «accolto prontamente dalla Regione Lazio, che insieme con la Provincia di Latina, il Comune di Ventotene e le organizzazioni federaliste, costituì poi l’Istituto» nel luglio del 1987.

Anselmi: il Quirinale garante della scelta europea del Paese

Anselmi ha poi ripercorso lo speciale rapporto tra il seminario di Ventotene e la presidenza della Repubblica che ha sempre garantito all’iniziativa il suo pieno supporto. «Il Quirinale è sempre stato il supremo garante della scelta europea del nostro Paese», ha rimarcato Anselmi che ha chiuso il suo indirizzo di saluto rinnovando i ringraziamenti al capo dello Stato «per aver difeso quella scelta con coerenza e determinazione durante gli anni del suo mandato».

La corona di fiori del capo dello Stato sulla tomba di Spinelli

Prima di unirsi agli studenti per rispondere alle loro domande sulle tematiche europee, il presidente Mattarella aveva deposto, al suo arrivo nella mattinata di domenica sull’isola al centro del Tirreno, una corona di fiori sulla tomba di Altiero Spinelli. Ad accogliere il capo dello Stato al cimitero c’erano il sindaco di Ventotene, Gerardo Santomauro, e il presidente della provincia di Latina, Carlo Medici. «È un piacere essere qui - le parole pronunciate da Mattarella - con questa giornata è ancora più bello del consueto».

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