L’approvvigionamento etico tra pratiche e necessità di innovazione
Occorre allineare acquisti e obiettivi aziendali garantendo che i materiali utilizzati siano acquistati e lavorati con mezzi legittimi e sostenibili
di Giampiero Volpi *
3' di lettura
L’impegno di un’impresa nel perseguire una politica di rispetto dei temi etici passa attraverso l’adozione di condotte mirate ed efficaci e l’impiego di strumenti operativi digitali adeguati a garantirne il successo. Le imprese devono prevedere nelle loro priorità comportamenti quali: formare il personale in merito ai codici di condotta e agli standard etici che ci si aspetta dall’azienda e dai suoi partner; gestire in maniera proattiva i temi relativi a condizioni di lavoro, corruzione, frodi; dare evidenza dell’impegno del top management su progetti etici per garantire il consenso organizzativo; trasmettere il messaggio di una politica ispirata a principi etici in sintonia con le norme di legge e non esposta al rischio di violazioni.
L’approvvigionamento etico è uno degli aspetti con il maggior impatto sui piani di un’azienda: è la modalità per allineare le attività di acquisto con gli obiettivi dell’azienda garantendo che i materiali utilizzati nei prodotti siano acquistati e lavorati con mezzi legittimi e sostenibili.
Innanzitutto, si deve ricorrere a fornitori che mettono in pratica il trattamento equo dei lavoratori lungo tutta la catena di approvvigionamento, il rispetto degli standard sui diritti umani, processi decisionali trasparenti e privi di corruzione. In secondo luogo, bisogna adottare pratiche adeguate: stabilire relazioni collaborative e trasparenti; elaborare congiuntamente programmi sul rispetto dell’ambiente e delle persone; prevedere una strategia di penalità in caso di prestazioni negative o di premialità in casi di successo.
L’approvvigionamento etico spazia dai comportamenti nei rapporti tra cliente e fornitore, con effetti su aspetti economici, reputazionali e giuridici, fino alla qualità dei beni acquistati, con impatti sui parametri ESG, misuratori dell’impegno nel rispetto dell’ambiente, della società e delle persone.
L’Ufficio Acquisti non deve guardare solo al conseguimento di risultati di saving e qualità, ma dedicare la sua attenzione anche a temi quali il rischio di corruzione, la trasparenza, la responsabilità sociale di impresa, il rispetto dei codici etici, la certificazione etica di filiera. Grazie al suo ruolo di presidio del mercato di fornitura, con le sue politiche di acquisto ha la possibilità di influenzare positivamente e supportare le strategie di cambiamento etico dell’intera azienda.
Costruire una certificazione etica di filiera è complesso; il cliente ha generalmente un controllo limitato al primo o secondo livello. Ma problemi importanti, quali le condizioni di lavoro, si annidano nei livelli più profondi della catena, difficili da far emergere con certezza in modo preventivo, spesso oggetto di azioni di contrasto solo quando si manifestano rischi di danno reputazionale.
Per affrontare questo problema è necessario pensare in modo innovativo a una filiera digitale, che può essere sviluppata con l’impiego di moderne piattaforme digitali di procurement, in grado di raccogliere e organizzare dati eterogenei e destrutturati provenienti dall’indagine sull’intera catena dei suoi fornitori, e di monitorarne i comportamenti etici attraverso dashboard interattive.
L’impiego integrato della tecnologia della blockchain, con le sue proprietà di sicurezza e trasparenza, può garantire la tracciabilità delle merci, a partire dalla loro origine e provenienza, alle varie fasi di lavorazione e commercializzazione lungo la filiera, prevenendo, per esempio, la falsificazione dei documenti manuali e cartacei. La digitalizzazione si rivela quindi un potente strumento per realizzare una filiera di fornitura etica e sostenibile.
La valutazione dei fornitori di filiera trova un’efficace soluzione nella meccanica di un albo fornitori digitale, che permette un’accurata analisi del loro profilo di rischio etico: modelli di business adottati; organizzazione e composizione societarie; geografie di appartenenza; reputazione; posizione giudiziaria; rating ESG. La funzionalità digitale organizza i dati in un razionale quadro conoscitivo, che aiuta a costruire una strategia di approvvigionamento etico suggerendo quali sono i temi da approfondire con ogni singolo fornitore e quali sono i principali fattori di rischio a cui dare priorità.
Anomalie occorse durante le operazioni di approvvigionamento possono essere tempestivamente intercettate e tracciate sulla piattaforma digitale di procurement che raccoglie e struttura i dati e la documentazione di spesa. Per esempio, acquisti effettuati da team esterni all’Ufficio Acquisti, dove il tema dell’approvvigionamento etico potrebbe essere poco conosciuto, comportano una serie di rischi, tra cui una spesa incontrollata e l’acquisto di merci contraffatte e difettose. Oppure indizi di pratiche inaccettabili come la frode, la corruzione, il lavoro minorile, o altre anomalie potenzialmente dannose, possono essere segnalate da algoritmi di intelligenza artificiale consentendo di istruire per tempo efficaci azioni di contrasto.
Più in generale, la digitalizzazione intelligente si rivela un significativo strumento di supporto per attuare un controllo sistematico delle prestazioni etiche dei fornitori e prendere solide decisioni strategiche nei loro confronti, come il rinnovo dei contratti di fornitura più performanti o la cessazione di quelli meno performanti. L’attenzione alla sostenibilità, l’approvvigionamento etico e la qualità delle operazioni lungo l’intera catena di fornitura sono visti come fattori chiave per le organizzazioni. L'innovazione digitale ne è lo strumento abilitante.
* Strategic Business Analyst - Niuma
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