ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùOggi il ballottaggio

Argentina al voto, tra Massa e Milei l’ora della verità

È testa a testa tra Massa, ministro dell’Economia, e Milei, anarco-liberista. Lo sfidante vuole archiviare la sovranità monetaria e introdurre la valuta Usa

di Roberto Da Rin

Cordoba. Al comizio di chiusura i sostenitori di Javier Milei, candidato per il partito “La Libertad Avanza” con un cartello che raffigura una banconota da 100 pesos e il rivale Sergio Massa, ministro dell’Economia, con il naso da Pinocchio

3' di lettura

“Mentira la verdad”, bugia la verità, è un fortunato programma televisivo in onda da 12 anni in Argentina. Lo conduce un filosofo, Dario Sztajnszrajber, troppo difficile da pronunciare e perfino da leggere. Perciò il professore si fa chiamare Szeta. La sua idea è quella di indurre, condurre, gli spettatori a riflettere su ciò che supporta e sostiene le nostre credenze, opinioni. E funziona.

Inutile dire che la metodologia di Szeta in queste settimane venga applicata e ricondotta alle elezioni presidenziali del 19 novembre (le urne chiuderanno alle 18 ora locale, quando in Italia saranno le 22), il cui ballottaggio è la conseguenza di un testa a testa al primo turno tra il peronista Sergio Massa, 51, ministro dell’Economia in carica e Javier Milei, anarco liberista, 53 anni.

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Perché siamo arrivati a questo? Perché assistiamo allo scempio di una Argentina impoverita così tanto e due candidati che gran parte dell’elettorato definisce «impresentabili»?

Un Paese allo sbando con un’economia a pezzi. Il disastroso quadro macro-finanziario argentino, inflazione al 140%, riserve della Banca centrale azzerate, classe media in via di estinzione, il peso, la moneta argentina, in caduta libera rispetto al dollaro, connotano la situazione come «emergenziale». Così come al primo turno anche al ballottaggio si prefigura un testa a testa, secondo i sondaggi.

 Sergio Massa, ministro dell’Economia del governo in carica di Alberto Fernandez ha una sola, grande virtù: l’impudenza di voler approdare alla Casa Rosada, in qualità di presidente, dopo aver inanellato le peggiori performance inflattive e di svalutazione degli ultimi 40 anni. E aver provocato lo scivolamento di milioni di persone in condizioni di disagio sociale pur provenendo dalla classe media.

Argentina, sfida all'ultimo voto per le Presidenziali

Javier Milei, definito El loco, (il pazzo, Ndr), è un economista, di formazione, che nessuno mai ha assoldato come economista. La sue ricette sono queste: fine della sovranità monetaria, con immediata dollarizzazione dell’economia e adozione del biglietto verde come moneta nazionale, l’abolizione della Banca centrale, oltre che della sanità pubblica, della scuola pubblica.

Annunci effettuati brandendo una grossa motosega, simbolo della lotta alla casta. Milei, va detto, è arrivato fin qua mostrando grandi capacità mediatiche. E ora rilancia con quelle medianiche; sì perché, tramite medium, entra in connessione con Conad, il suo cane mastino, morto nel 2017, con cui - lui dice - dialoga. Non è chiaro se l’annuncio di Milei di voler interrompere i rapporti commerciali con Cina e Brasile, i due principali partner dell’Argentina, derivi dai consigli di Conad o siano frutto della conversazione con gli altri cani, quelli vivi, chiamati con il nome di Premi Nobel dell’Economia: Milton, (come Milton Friedman), Murray (Rothbard), Robert e Lucas (come Robert Lucas).

Ad aggravare la situazione, l’ultima preoccupazione: il rischio delle schede elettorali truccate. La giustizia elettorale della provincia di Buenos Aires ha avvertito i rappresentanti di “La Libertad Avanza”, il partito di Milei, che non ne ha consegnate un numero sufficiente per il voto di domani.

Il partito ha risposto che non aumenterà il numero delle schede consegnate e che saranno i suoi rappresentanti di lista a pensarci, il giorno delle elezioni. «Vogliamo evitare danneggiamenti o furti di schede come quelli avvenuti in tutto il Paese nelle elezioni precedenti», si è giustificata la formazione di destra. Insomma «Giochi sporchi» – denunciano vari giornalisti argentini - che falsificherebbero il voto.

In questo circo, mediatico e cinofilo, data l’importanza dei cani, il professor Szeta ci dà una chiave di lettura, purtroppo non una exit strategy. «C’è un solo modo di pensare la realtà o lo Stato? No, naturalmente e l’argentinità consiste proprio nel soffermarsi su una riflessione sui temi classici: la storia, la bellezza, l’amore, la politica. Ribaltarne i criteri interpretativi osservare i nuovi orizzonti di approdo». Imperscrutabili, ovvio.

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