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L’Armory Show torna in versione più ampia e globale

Per il secondo anno la fiera americana si è tenuta al Javits Center con una grande partecipazione straniera e opere di più ampio respiro

di Silvia Anna Barrilà

Lo stand della Galleria Minini all'Armory Show 2022

3' di lettura

Con la fine delle restrizioni sui viaggi, gallerie e collezionisti internazionali sono tornati a New York per la 28ª edizione dell'Armory Show, la fiera per l'arte moderna e contemporanea, che per il secondo anno si è svolta a settembre (dal 9 all'11) al Javits Center, una novità rispetto al passato sia dal punto di vista del periodo (prima si svolgeva a marzo), che del luogo, che permette di mostrare opere di più ampio respiro rispetto agli spazi storici dei Pier 92 e 94.
Contemporaneamente si sono tenute altre fiere come Independent (8-11 settembre), che quest'anno ha lanciato anche una nuova edizione dedicata a 33 artisti del 900 da riscoprire. Inoltre, la settimana dell'arte ha coinciso con la New York Fashion Week e gli US Open, per cui New York è tornata al centro dell'attenzione internazionale.

L'esterno del Javits Center di New York, Courtesy the Javits Center and The Armory Show

Le gallerie

Hanno partecipato quasi 250 gallerie da 30 paesi, un centinaio di espositori in più rispetto all'anno scorso. I visitatori sono stati 42.000, in linea con i numeri pre-Covid. Pur essendo storicamente la fiera della scena artistica newyorkese, l'elevata partecipazione internazionale ne ha fatto un evento globale, anche grazie ad un focus sull'arte dell'America Latina. “La presenza di visitatori alla fiera è stata molto elevata” ha commentato il gallerista di New York David Nolan, “abbiamo ritrovato nuovi clienti e interesse istituzionale per alcuni nostri artisti. Gli affari sono stati buoni e stabili, seri e non speculativi. Le dimensioni della fiera sono cresciute molto quest'anno”. La star dello stand è stata Chakaia Booker, americana, classe 1953, con i suoi pneumatici intagliati recuperati per le strade. Anche la tedesca Jorinde Voigt con i suoi nuovi collage di specchi ha riscontrato molto successo, insieme alle sculture dell'americano Mel Kendrick, che avrà una retrospettiva al Parrish Art Museum a novembre.

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Lo stand di David Zwirner all'Armory Show 2022, Courtesy of David Zwirner

Gli art advisor

“È stata una buona fiera, con un buon pubblico, tanta gente, vari collezionisti sempre accompagnati da consulenti e manager delle collezioni pronti a consigliare” ha raccontato la gallerista italiana Francesca Minini . “Il rapporto coi nuovi collezionisti americani avviene, soprattutto, attraverso il filtro dei consulenti. È un modo diverso rispetto al sistema europeo dell'arte e alla passione dei nostri grandi collezionisti, ma è qualcosa che abbiamo già sperimentato in passato sia a New York che a Hong Kong”. La galleria ha venduto il grande lavoro di Carla Accardi “Stella” 1964 in un price range tra 200-300.000 €, e due opere di Sheila Hicks: “Lianes” in un prince range tra 100-150.000 € e il dittico blu “Untitled” 2021 in un price range tra 150-200.000 €.

Un pubblico globale

“La fiera è piena di gente di tutte le etnie e le culture” ha commentato Alessia Calarota di Galleria d'Arte Maggiore di Bologna. “È bello vedere che l'amore per l'arte stia conquistando un pubblico sempre più ampio! C'è stato tantissimo pubblico: sia il contemporaneo sia lo storico hanno suscitato grande interesse. Per Wim Wenders avevamo la fila e abbiamo venduto un'edizione della sua opera video al Centre Pompidou, mentre Claudine Drai è entrata nella collezione di Guerlain e Sissi in un'importante collezione privata americana. Sul fronte storico, le opere su carta di Giorgio Morandi continuano a rivelarsi un investimento accessibile e sicuro che conquista e abbiamo venduto anche un olio di Roberto Matta, che è esposto nel nuovo allestimento del MoMA insieme ai suoi allievi Gorky e Rothko”.

Lo stand di Galleria Arte Maggiore all'Armory Show 2022 © Maggiore g.a.m. (ph. Sebastiano Pellion di Persano)

Le vendite

Altre acquisizioni museali riportate dalla fiera sono state quelle dell'ICA Miami, che ha comprato uno dei dipinti di Jenny Morgan da Mother Gallery; del museo cinese Xiao Contemporary Art Museum di Rizhao, che ha acquistato un dipinto di Craig Kucia da The Pit; e quelle del Rubell Museum e The Bunker di Beth Rudin DeWoody, che hanno entrambi comprato dipinti di Jared McGriff da Spinello Projects.

Altre transazioni riportate dalle gallerie sono state da James Cohan un'opera di Fred Tomaselli a 675.000 $, mentre da David Zwirner una scultura di Huma Bhabha è stata venduta a 350.000 $ e due nuovi dipinti di Chris Ofili a 600.000 $ ciascuno. Da Victoria Miro, opere di Doron Langberg, Idris Khan, Sarah Sze, Flora Yukhnovich e Yayoi Kusama sono state vendute tra 18.000 e 3,25 milioni di $. Sean Kelly ha registrato il tutto esaurito al suo stand interamente dedicato a Hugo McCloud, artista californiano, classe 1980, che nelle sue opere si ispira al paesaggio urbano, inserendo di recente elementi legati alla riflessione sulla società, il lavoro e l'ambiente (prezzi da 25.000 a 200.000 $).

L'interno del Javits Center di New York, Copyright Casey Kelbaugh. Courtesy The Armory Show

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