L’arredo tavola alla sfida post-Covid: chi esce cerca bellezza e qualità
Dopo gli anni della pandemia cambia l’approccio al fuori casa e aumentano le aspettative in termini di prodotti, ambientazione e servizi
di Manuela Soressi
3' di lettura
Bicchieri in vetro fuso in modo sostenibile, posate personalizzate, sistemi modulari per buffet tailor-made, poltrone “ibride” dentro/fuori casa e lampade comandabili a distanza tramite app: sono alcune delle novità del design made in Italy rivolte al mondo dell’ospitalità. Un settore strategico per l’economia italiana, anche sui mercati globali. Solo considerando l’arredo tavola, che ne è il comparto globale principale per giro d’affari - 94 miliardi di euro nel 2022 (+35% sul 2019), fonte Exportplaning - siamo il decimo esportatore mondiale, con 1,6 miliardi di euro di export. Un comparto composito e dalle tante anime, accomunato, però, dalla necessità di cogliere e soddisfare le nuove esigenze emerse nel post-pandemia.
«L’approccio al fuori casa è cambiato: c’è più edonismo, si cerca una maggiore user satisfaction e il lusso è tornato a essere tale – spiega Matteo Ingaramo, professore di design al Politecnico di Milano – Quindi le aspettative in termini di prodotti, ambientazione e servizi sono aumentate». Oggi chi esce, viaggia o va al ristorante cerca un’esperienza percepita di maggiore qualità, anche perché la possibilità di informarsi, comparare e pianificare online aumenta le pretese. Anche di una maggiore personalizzazione, realizzabile (e a costi accessibili) grazie ai nuovi strumenti digitali. Risultato: «Per essere competitivi gli operatori oggi devono lavorare su tutti i verticali della qualità, integrandoli in un progetto di costruzione di un nuovo valore, perché nel fuoricasa non ci sono più confini: tutto è esperienza» sottolinea Ingaramo.
Per il mondo produttivo significa adattarsi a un mercato dell’ospitalità sempre più segmentato e differenziato, che non ha più una sola lingua codificata ma parla più linguaggi, dal gusto minimal allo stile jungle. E le aziende devono essere in grado di coprirli tutti, con la massima adattabilità. «Occorre una grande flessibilità creativa e produttiva per riuscire a soddisfare tutti e realizzare linee personalizzate anche su quantitativi ridotti, affiancando i clienti nella ricerca di soluzioni adatte ai loro bisogni», afferma Clemente Bugatti, ad di Bugatti, centenaria azienda di posateria di qualità che propone ben 38.500 combinazioni tra forme, colori, decori e finiture.
Così come sono oltre 200 le referenze di Radici, il nuovo progetto di Sambonet dedicato al mondo del buffet con l’obiettivo di diventarne il brand di riferimento. «L’hôtellerie ora punta al piacere e alla diversificazione dell’esperienza, calata in una nuova dimensione del lusso diventata più rilassata e autentica, con angoli dedicati a cibo e bevande per intrattenere i clienti in diversi momenti della giornata – spiega Paola Longoni, creative director di Sambonet Paderno Industrie -. Radici nasce proprio per permettere di creare ambientazioni e allestimenti di ogni dimensione e stile, a seconda delle esigenze di ogni struttura».
Anche il settore dell’arredo è diventato più “fluido”, dacché la pandemia ha spezzato le pareti che dividevano interni ed esterni, portando la natura nelle case e facendo riscoprire il piacere della vita all’aperto. «Una tendenza che resta di grande attualità, a cui rispondiamo sviluppando collezioni pensate per garantire il benessere negli ambienti esterni con il comfort, l’estetica e la qualità tipici del mondo indoor», spiega Monica Pedrali, ceo di Pedrali, che propone un’ampia collezione di sedute adatte sia in contesti indoor che outdoor.
Dunque, le aziende che si rivolgono all’hospitality hanno clienti che cercano la novità, l’unicità e l’effetto wow, ma che devono fare i conti con le esigenze di facilità d’uso e di accessibilità di prezzo. «I nostri nuovi modelli di lampade - spiega Federico de Majo, fondatore di Zafferano e artefice del successo di Poldina, che ha superato il milione di pezzi venduti – sono belli nel design, ridotti nell’ingombro, affidabili nelle prestazioni, facili nell’utilizzo e anche democratici nel prezzo. E sono dotati di funzionalità innovative smart, come la possibilità di gestirli da remoto tramite smartphone».
La tecnologia è la controparte funzionale di un’attenzione crescente alla sostenibilità, che richiede di ripensare prodotti e processi in un’ottica di circolarità complessiva, usando meno risorse e riducendo gli impatti sull’ambiente.
Come ha fatto Rcr, che ha tagliato del 25% le emissioni di Co2 e ha brevettato luxion, un vetro sonoro superiore ottenuto con un processo di fusione elettrico per limitare l’emissione di fumi in atmosfera. «Ce lo chiedono i nostri clienti, che vogliono bicchieri dal design italiano, resistenti, funzionali, innovativi, adatti ai nuovi stili di consumo e realizzati in modo sostenibile», spiega il direttore marketing Fabio Lupi.
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