L’arte contemporanea trova spazio all’interno delle aziende
Non solo la grandi corporate scelgono il linguaggio degli artisti per interagire con i clienti e il territorio di riferimento. Quattro storie di normale collaborazione artistica durante il tempo produttivo
di Nicola Zanella
5' di lettura
Sono noti a tutti i legami tra grandi aziende e arte contemporanea simboleggiati in Italia da importanti fondazioni come quella creata da Prada, da collezioni corporate ricche di capolavori come nel caso di Banca IntesaSanpaolo o da sponsorizzazioni come quella di Enel a sostegno del Museo Maxxi di Roma
Meno noto è come da Milano alla provincia più sperduta siano fiorite negli ultimi anni realtà aziendali più piccole che hanno deciso di investire in modo continuativo in progetti legati all'arte contemporanea, non solo a fini di comunicazione, e con grande attenzione anche verso artisti emergenti italiani, forse i più adatti anche a chi non ha grandi budget.
Mostra o ufficio?
I quattro casi sotto descritti raccontano di realtà aziendali che hanno aperto le loro porte all'arte contemporanea, con progetti di qualità e di ricerca, andando oltre le sponsorizzazioni e le acquisizioni, ma diventando in un certo senso esse stesse spazi espositivi. Realtà, anche piccole o periferiche che si fanno carico della produzione di nuove opere e che si interfacciano con un pubblico spesso totalmente estraneo al sistema dell'arte, “colonizzando” territori geografici e simbolici poco esplorati.
Gli esempi: Treviglio
«Lo Spazio Sanpaolo Invest nasce con un obiettivo preciso, che ha preso corpo in questi anni di attività: dedicare attenzione alla promozione dell'arte contemporanea sul territorio con un interesse specifico per i giovani emergenti, distante da un collezionismo strutturato e orientato al percorso di un artista». Così Ermanno Tassi, private banker e responsabile della sede di San Paolo Invest di Treviglio descrive la sua motivazione nel creare uno spazio espositivo all'interno dell'agenzia che dirige. L'attività espositiva dell'agenzia Sanpaolo Invest nasce in parallelo al premio Città di Treviglio e spesso ha dedicato una mostra ai vincitori dello stesso: Alessandro Quaranta, Matteo Fato, Christian Fogarolli, oltre ad esempio a Davide Mancini Zanchi e Filippo Berta. La stagione 2019/2020 aprirà, invece, con una personale di Antonio Fiorentino (Barletta,1987) dal titolo «Hermetica Hesperimenta». Ogni progetto prevede un budget dai 4.000 agli 8.000 euro in base alle esigenze specifiche. Tassi si dice molto soddisfatto dei legami personali creati con gli artisti durante gli anni e parla della costruzione di una mostra come un'esperienza emotiva molto felice.
Per favorire il dialogo tra gli artisti e i collezionisti durante la mostra vengono sempre organizzate, ad esempio, visite private per i soci del Club Gamec di Bergamo è inoltre importante sottolineare come gli artisti diventino i soli proprietari di tutte le opere prodotte.
Tassi, infine, racconta orgoglioso di come in questi anni alcuni clienti si siano avvicinati all'arte contemporanea frequentando il suo spazio e in qualche caso siano diventati a loro volta collezionisti. Molti di più dei collezionisti che sono diventati suoi clienti, aggiunge poi divertito.
Milano
Nel distretto finanziario di Porta Nuova a Milano, Spazio Leonardo agenzia di Leonardo Assicurazioni che ospita circa 400 tra dipendenti e collaboratori, dal 2018 ha iniziato un programma espositivo che prevede tre mostre l'anno. Il direttore di Spazio Leonardo Gian Luca Buzzetti, motiva così le ragioni che hanno spinto Spazio Leonardo a intraprendere questo progetto: «Per noi il Progetto Gallery rientra in un più ampio concetto che vede la rappresentazione della filosofia di Leonardo Assicurazioni in Spazio Leonardo, un ambiente poliedrico pensato per essere uno dei veicoli principali per entrare ancora a più stretto contatto con la città di Milano e i milanesi in genere. L'obiettivo è quello di diventare un punto di riferimento sociale per la nostra comunità abbattendo i confini determinati dal solo business attraverso la disponibilità ad ospitare i cittadini in eventi, forum, mostre, alla ricerca di una contaminazione positiva e facendo anche noi da volano in questa crescita ed evoluzione della nostra Città».
Per realizzare la programmazione delle tre mostre annuali Spazio Leonardo ha messo a budget circa 30.000-35000 euro annui. Gli artisti coinvolti fino ad'ora sono tutti giovani e giovanissimi artisti italiani, con in comune un'attenzione alla ricerca alla sperimentazione, riflettendo così lo spirito innovativo di Spazio Leonardo stesso. Tra gli altri Filippo Minelli, Alberto Scodro e Thomas Berra.
La stagione 2019/2020 si è aperta il 23 ottobre con una personale di Stefano Serretta (1987). La curatela del Progetto Gallery è affidata a Marta Barbieri e Paola Bonino di UNA Galleria e le opere che man mano vengono acquisite vanno costituendo la collezione permanente di Spazio Leonardo, ben in vista all'interno dell'agenzia.
Il progetto Gallery è la dimostrazione di una visione olistica del posto di lavoro; il contatto con l'arte contemporanea diventa un'esperienza quotidiana che può influire positivamente sul benessere dei dipendenti, almeno quanto un bar aziendale ben fornito, che comunque non manca.
Castiglioncello del Trinoro
Tra le colline della Val d'Orcia nel comune di Castiglioncello del Trinoro, Michael Cioffi un affermato avvocato americano, ha deciso di realizzare qui la sua utopia: ristrutturare e ridare vita ad un intero borgo, nasce così Monteverdi Tuscany , un hotel diffuso, con un corpo centrale di circa 20 stanze, un ristorante ed una spa. La realizzazione del progetto, che ha rispettato l'armonia del paesaggio e l'architettura circostante, è stata diretta dall'interior designer e appassionata d'arte contemporanea Ilaria Miani. Oltre a dare lavoro a più di 80 persone, Cioffi ha il merito di aver dato particolare rilevanza alla cultura: la piccola chiesa del borgo è stata adattata per ospitare concerti di musica lirica con una intensa programmazione annua e la partecipazioni di interpreti di fama internazionale. Un piano terra è stato, invece, ristrutturato per diventare l'art gallery del Borgo. Dal 2013, sotto la direzione artistica di Sarah McCrory è stato attivato un programma di residenze a cui fa seguito una mostra. Il primo artista ospitato è stato il britannico Marvin Gaye Chetwynd (1973) e da allora con una programmazione di 3-4 appuntamenti l'anno si sono susseguiti molti artisti, tra cui l'italiano Patrizio di Massimo (Jesi 1983, Galleria T293, prezzi tra 20-30.000 euro) e persino nel 2017, Laure Prouvost (Lille, 1978), con un progetto “I origine of the world by grandma” in cui metteva in relazione il corpo umano con il paesaggio in modo ironico e dissacrante, in una reinterpretazione sarcastica dei luoghi circostanti
Monteverdi Tuscany copre tutti i costi di permanenza dell'artista oltre che le varie spese di trasporto e di viaggio. Le opere prodotte vengono spesso acquisite, circa 40 fino ad ora, soprattutto quelle su commissione o che hanno un maggior legame con il territorio circostante e vanno così formando il patrimonio artistico del borgo, dove vengono poi redistribuite sia nelle camere private che negli spazi comuni. Il progetto è rivolto anche e soprattutto agli abitanti della zona perchè usufruiscano dell'offerta culturale del borgo con uno spirito di mecenatismo american-rinascimentale.
Modena
C'è, infine, un altro esempio forse più piccolo ma altrettanto significativo: a Modena ha la sua sede la Malagoli Aldebrando Srl , impresa specializzata nella lavorazione di lamiere. L'azienda modenese ha lavorato insieme a Rytz Monet (Bari 1982, le sue opere da Galleria Michela Rizzo tra 2-8.000 euro) alla realizzazione di alcuni suoi lavori, tra cui un'opera dal titolo «20 YEARS AGO», una scritta composta da lettere d'acciaio e luci led. La realizzazione del progetto ha appassionato i proprietari della Malagoli Aldebrando Srl a tal punto che, terminata l'edizione 1 di 3 dell'opera, hanno sentito l'esigenza di acquisire (e ovviamente produrre) l'edizione 2 di 3, facendosi affiancare da LaRete Art Projects per la parte curatoriale. Hanno quindi deciso di installarla nel capannone di produzione, in dialogo costante con chi l'ha fisicamente realizzata.
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