L’arte italiana incorona Parigi nuova capitale del mercato europeo
Londra passa la mano alla piazza francese e conquistano il mercato le opere di Fontana, Boetti, Burri e Schifano. Convince anche l'Informale francese e le decorazioni di Lalanne
di Giovanni Gasparini
I punti chiave
4' di lettura
Nella settimana della fiera Paris+ promossa dal colosso ArtBasel, Christie's ha compiuto la transizione della sua importante asta dedicata all'arte Italiana nella capitale francese abbandonando la tradizionale sede londinese che ha ospitato questi cataloghi per un ventennio. La sera del 20 ottobre è passato sotto il martello un catalogo di 51 lotti fra cui 20 di arte italiana del dopoguerra, con 42 lotti venduti (sei gli invenduti ‘italiani') per un totale di 66,7 milioni di euro di realizzo, uno dei risultati migliori di sempre per le aste parigine.
Ci fa piacere pensare che l'elegante e ben studiata presentazione dei lotti precedente l'asta, grazie anche all'accostamento con l'arte tradizionale non europea della Collezione Caput in vendita nello stesso giorno, abbia contributo a raggiungere questo risultato.
Thinking Italian cambia casa
Secondo il catalogo il lotto più importante dell'asta risultava garantito da una parte terza, il «Concetto Spaziale» di Lucio Fontana del 1960, una grandiosa tela di due metri per lato argentata e forata secondo i principi del maestro dello Spazialismo, che da sola ha portato la metà dei 30,5 milioni di euro della parte italiana del catalogo, aggiudicata a 15,1 milioni di €, da una stima a richiesta. Si tratta di uno dei prezzi più elevati di sempre per Fontana, eccezionale se si considera che il lavoro non fa parte della serie «Fine di Dio» (tele a formato ovale) e nemmeno delle «Attese» (i famosi tagli) che solitamente dominano il mercato oltre i dieci milioni. Hanno ottenuto, invece, nuovi record in asta Alighiero Boetti e Mario Schifano, questo ultimo con la pittura su tela di grandi dimensioni del 1962 «La stanza dei disegni», lavoro astratto che ha superato la stima alta di 1 milione raggiungendo 1,3 milioni di euro con le commissioni.
Boetti da record con una inusuale «Mappa» dallo sfondo rosa di oltre due metri di lunghezza (in foto) eseguita a Kabul dalle donne afghane nel 1979-80, contesa fino a 5,6 milioni da una stima di 2-3 milioni di euro, grazie anche alla permanenza per 40 anni nella stessa famiglia, oltre che alla forte presenza (nonostante la sua presentazione insieme a tappeti durante la preview non la valorizzasse molto).
Il buon momento per il mercato del poliedrico artista è destinato a durare fino alle aste di New York a novembre, quando Sotheby's metterà in vendita un'altra «Mappa» di dimensioni ancora maggiori e dalla stima bassa di 8 milioni di $. Un secondo lavoro di Boetti ha superato la stima milionaria, «Ononimo», una parete composto da 11 pannelli a biro rossa del 1973 contesa fino a 2,3 milioni di € (stima 1,5-2 milioni). Risultato entro la stima di 3,5-4,5 milioni per un caratteristico «Cretto» bianco di Alberto Burri del 1977 finito probabilmente al garante a 3,6 milioni di € (commissioni incluse). Hanno venduto entro le stime, una volta aggiunte le commissioni, anche un lavoro di Arte povera di Giovanni Anselmo a 400mila €, una classica «Superficie Bianca» di Castellano alla stima bassa di 450mila €, una composizione a bande di tela di Scarpitta «Tenacious Grip» del 1963 a 500mila € e una tela di Giuseppe Santomaso «Angolo Segreto», alla stima alta di 80mila €. Il mercato rimane quindi selettivo, con sei lavori rimasti invenduti fra cui un «Teatrino» rosso di Fontana (stima 300-400mila €), una scultura del suo amico Melotti, un «Achrome» di Manzoni (stima alta di 1 milione), che vende però una «Merda d'» a 227mila €, oltre la stima, e due lavori su carta rispettivamente di Giulio Paolini ed Emilio Prini e, infine, un Calzolari su pannello di piombo.
L'arte francese
Anche l'arte ‘di casa' francese ha dato un contributo importante al risultato, soprattutto con la pittura informale astratta. Ottimi risultati per due lavori del 103enne Pierre Soulages, il primo la tela lunga oltre due metri «Peinture» del 1991 dalle caratteristiche striature nere su un fondo rosso che ha triplicato la stima alta a 2,4 milioni di €, mentre la seconda recentissima del 2020 interamente a toni nero, di formato più grande, ha confermato la stima alta di 1,5 milioni con le commissioni. Ha superato le stime anche la complessa griglia astratta «Sans titre» di un metro di lunghezza di Riopelle del 1953 a 1,36 milioni di €, mentre una composizione simile del 1954 ma di dimensioni più contenute ha raggiunto 441mila €, da una stima di 80-120mila. Un caratteristico lavoro monocromatico su tela del 1957 di Yves Klein nel caratteristico blu IKB ha raddoppiato la stima bassa a 2 milioni di € grazie anche al titolo «Nu d'Iris Clert sortant de l'onde», che la associa alla mitica gallerista parigina. Completa il quadro dei risultati milionari un enorme oggetto decorativo d'arredo di Francois-Xavier Lalanne «Gorille de surete II» del 1996 in bronzo dorato eseguito non edizione di otto, raffigurante per l'appunto un enorme gorilla seduto che nasconde una cassetta di sicurezza all'interno, conteso fino a 6,5 milioni di euro da una stima di 1,5-2,5 milioni.
Questa asta sancisce probabilmente il passaggio di consegne storico alla piazza francese dal mercato inglese, sempre meno affidabile e problematico a causa della Brexit e delle sue conseguenze sulla sterlina, delle regole e delle nuove tasse di importazione ed esportazione e dell'instabilità politica. Rimane aperto il dibattito circa l'utilità o meno di un focus specifico sull'arte Italiana del dopoguerra. Sicuramente rimane molto da fare per portare all'attenzione internazionale altri artisti oltre la ristretta cerchia degli affermatissimi Fontana, Boetti, Burri e Manzoni.
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