ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùFormula 1

L’Australia infernale: Sainz ultimo all’arrivo in una gara pasticciata come poche

Melbourne 2023 è stato a dir poco uno dei gran premi più movimentati, brutti e anomali di tutti i tempi. E non solo dal punto di vista della Ferrari e dei suoi tifosi

di Alex D'Agosta

Ferrari, Carlos Sainz . (Ap)

8' di lettura

Altro che sognare il bis di Leclerc del 2022: il monegasco in rosso è stato il primo a uscire da questo inferno di gara. E Sainz è arrivato ultimo per una penalità. Melbourne 2023 è stato a dir poco uno dei gran premi più movimentati, brutti e anomali di tutti i tempi. E non solo dal punto di vista della Ferrari e dei suoi tifosi. Uno di quelli che non si ricordano volentieri e che generano polemiche e amarezza a non finire fra team, investitori e pubblico. Mai tre bandiere rosse: un eccesso di scrupolo che ha reso esplosiva l'aria e l'esito di un gran premio che avrebbe potuto avere strascichi ancora nelle prossime ore, ma Ferrari ha rinunciato a protestare.

L'arrivo lanciato dei dodici ‘superstiti' per prendere la bandiera a scacchi chiude la serranda su una delle gare più brutte della storia e dice molto sui cambiamenti di questo sport: apprezzabili nella ricerca della sicurezza assoluta, ma assai discutibili negli effetti su tanti altri parametri di stima dal punto di vista sportivo, tecnico e dello spettacolo. Impossibile elencare tutta l'amarezza per una giornata del genere. Niente ultimi giri ‘veri'. Penultima partenza inutile, con vittime eccellenti come le Alpine: auto demolite per nulla. Tanto si è dovuto azzerare l'effetto di un giro ricco di crash: il finale è stato necessariamente in parata e con l'ordine dei piloti precedente. Tanto valeva chiudere la gara in anticipo: la percentuale sufficiente per dare il punteggio pieno c'era. Perciò poco poco senso dal punto di vista della decisione ritenuta al momento probabimente più conforme. Inevitabili polemiche, insomma, per aver trasformato una gara già mediocre in un vero disastro economico e d'immagine per il circus.

Loading...

L'incubo di questa mesta domenica era iniziato con il primo start. Tre curve e subito la Ferrari fuori. Pochi secondi e Charles è stato toccato da Stroll alla curva 3, ma senza malizia. Tanto che il rampollo canadese non è stato penalizzato perchè è apparso da subito un contatto di gara regolare. Leclerc si era semplicemente dimostrato troppo ottimista. Lo spazio non c'era. Un errore normale, che ci può stare nella carriera di un pilota e che è sempre da mettere in conto quando si corre in piste cittadine. Ritiro quindi per il ferrarista, a conclusione di un brutto fine settimana già caratterizzato da una polemica sulla sua finestra di uscita durante le Q3, talmente sbagliata da vedersi rallentare durante il giro buono, lasciando quindi più spazio al suo compagno Sainz.

D'altra parte anche Verstappen non si era distinto per una bella partenza: scattato dal via con non poco pattinamento, presto preda di un Russell pronto ad approfittare della situazione. E, in tempo prima che scattasse la safety car già al primo giro, attaccato subito da Hamilton. Anche se il campione del mondo in carica si è lamentato di essere stato ‘spinto' fuori pista, al termine di una giornata del genere, tutto sommato sembra solo un banale capriccio: Verstappen comunque non era uscito dai track limit ed Hamilton con questa manovra ha dato prova di essere tornato nuovamente fiducioso di se stesso e di una macchina precedentemente meno competitiva di quanto sperasse. Secondo colpo di scena al giro 7. La Williams di Albon per puro errore di guida esce di pista in modo da ostruire il tracciato con la coda della sua auto in modo evidente. Da seconda bandiera gialla però si passa in fretta a bandiera rossa. In una prima fase, quindi, Russell e Sainz entrano a cambiare le gomme, pagando per intero il tempo perso e lasciando quindi la leadership a Hamilton, Verstappen e Alonso. Il forse eccessivo provvedimento, non essendoci necessità ricostruttive ma più che altro di pulizia della ghiaia dalla pista, interrompe una prima volta e lungamente il regolare svolgimento del gran premio. Nella pausa, inoltre, chi ha fatto interventi alle monoposto ha potuto beneficiare anche del cambio del musetto.

Dopo oltre 20 minuti riparte la corsa, con solo 8 giri completati e Hamilton che fa il furbetto a rallentare tantissimo il gruppo, andando oggettivamente troppo piano nel riportarsi in griglia. Ci ha messo quasi quattro minuti e quindi la procedura è stata sotto investigazione per eventuale pericolosità nella lentezza.

Per fortuna regolare questa seconda partenza. Dopo il momento del lancio, Hamilton tiene testa a Verstappen e Alonso e rimane primo per qualche giro. Però al dodicesimo il campione del mondo torna in testa grazie al forte slancio del Drs: mezzo secondo annullato in un attimo. E poco prima Alonso, un po' più indietro, segna un giro veloce. Il terzo colpo di scena arriva al giro 18. Dopo Leclerc uscito a tre curve dal via, se ne va anche un altro dei protagonisti, Russell, a un terzo di gara, con il motore in fiamme. È successo sul rettilineo e, a meno di non avere avuto perdite di olio, non sembravano esserci pericoli. Non è rientrato ai box ma ha parcheggiato in fondo all'uscita della pit lane. Per via di questa ‘fortuna' di trovare una corsia libera, almeno in questo caso è stato evitato di fermare nuovamente lo svolgimento del gran prix: è bastata la chiusura temporanea degli accessi ai box e l'istituzione di una safety car virtuale, piuttosto breve.

Allo scoccare della metà dei 58 giri, il passo gara di Verstappen si è consolidato a sufficienza per conquistare quel margine sufficiente di sicurezza dagli inseguitori. Mostrando che può fare a meno anche del fedele scudiero Perez, oggi super scatenato per risalire tutta la griglia, visto che era partito dalla pit lane. Gli riuscirà di chiudere quinto, a meno di un cambio possibile a ore di distanza dall'arrivo.Rimonta rinviata quindi per la Ferrari: con il ‘mesto ma onesto' quinto posto che sembrava meritare in gara di Sainz non è cambiata granchè la priorità dei team, perché durante lo svolgimento del gran premio nelle fasi più centrali si era visto che le forze in campo sembravano quelle verificate due settimane fa: Red Bull la più forte, una rinata Mercedes subito dietro e l'Aston Martin ‘abbonata' al terzo gradino del podio, con un Alonso che scalcia per tornare alla vittoria prima possibile. Peccato che un grosso caos di fine gara lo ha relegato all'ultimo posto sotto al traguardo: un episodio opaco che farà discutere a lungo.

Quarto colpo di scena al giro 54: un contatto con il muro di Magnussen lo ha portato a far esplodere la gomma, con pezzi sparpagliati in pista tanto da costringere una nuova safety car a entrare. In uscita di curva è andato proprio ad ‘appoggiarsi' al numero senza un eccesso di sovrasterzo: un probabile errore di pilotaggio che verrà ricordato e maledetto perché costato a tutti un'altra bandiera rossa, decisa per evitare di finire la gara a passo rallentato vista la grande quantità di detriti. Ci sarebbe da chiedersi perché: con il senno di poi, senza dubbio tanti direbbero che era meglio chiudere il gran premio in corsa che non in ‘processione'. Ma le linee guida sono opposte. Più sicurezza e meno spettacolo, insomma: con una strada così sporca, in un circuito cittadino, il margine di errore per gli organizzatori è inferiore.

E qui il conteggio sale al quinto colpo di scena. Alla terza ripartenza il contatore dei giri era di 57 su 58: complice troppa foga dei piloti, una serie di errori ha trasformato l'ultima partenza in una specie di carneficina di carbonio. I danni creati notevoli, il caos eccessivo. Sotto investigazione perfino la procedura di ripartenza. Inevitabile e grande polemica per l'eccessiva complicazione del regolamento e, in genere, sull'eccesso di novità della nuova gestione della Formula 1. I piloti, comunque, non esenti da colpe. Tanti, troppi gli errori di questo terzo start: su tutti, Sainz ha frenato tardi e ha mandato fuori pista Alonso: non particolarmente danneggiato, l'asturiano già via radio invoca la regola per ‘tornare indietro' alla situazione del giro precedente. Ma non solo: Gasly ha ‘tirato a muro' il suo compagno Ocon. De Vries e Sargeant ancora loro fuori gara. Stroll lungo forse per problemi tecnici e finito in fondo: un apparente disastro non meritato per le Aston Martin. Poi, però, è cambiato tutto: per un soffio sembravano escluse entrambe, invece sul traguardo hanno finito al terzo e quarto posto.

Con un rolling start, cioè non da fermi come prima, la fine del gran premio con le posizioni analoghe alla precedente procedura ha visto un giro a velocità controllata, senza possibilità di sorpassi. Praticamente, una ‘parata', al termine della quale Sainz si è visto addebitare cinque secondi di penalità, equivalente a finire ultimo. In definitiva, una fine gara triste e sottotono e anche ulteriormente ‘raffreddato' da una nuova norma appena introdotta dalla Formula 1: ora lo staff dei team non può più ‘arrampicarsi' per festeggiare l'arrivo dei piloti allo scopo di evitare, rari ma non impossibili, incidenti dovuti all'imprudenza della concitazione e, in ogni caso, alla maggiore esposizione alle auto in pista. Sembra un'assurdità, vedendo quanto i meccanici fossero vicini alle auto in velocità anni addietro in Formula 1, ma anche tuttora in altre gare in velocità, come ad esempio negli Stati Uniti. C'è da dire che parte male o, almeno, non ha avuto effetto: oggi non ha avuto alcuna applicazione perché sarebbe stato ridicolo vedere qualcuno esultare al termine di questo giorno così triste.

Veterani e top team a parte, da segnalare che se il giovane Stroll non riesce a emergere nonostante un'auto veloce, stanno sbocciando le nuove generazioni, anche se con auto meno competitive. Piastri, con la McLaren, sta ancora ‘prendendo le misure' con la Formula 1 ma si vede che c'è e che sa non prendere rischi eccessivi senza, allo stesso tempo, farsi mettere i piedi in testa da chi ha un pontenziale pari o inferiore. Degno di nota anche Zhou Guanyu: il 23 enne cinese che viene dalla Ferrari Driver Academy cerca di sfruttare al meglio la sua Alfa Romeo, umiliando per la seconda gara di fila il molto più esperto e vincitore Bottas che, invece, sta facendo la parte del ‘veterano addormentato' più assopito degli ultimi anni. Il giovane cinese invece dal suo ingaggio nella scuderia elvetica può almeno contare due primati di giri veloci in gara che, anche se il quelle occasioni non gli è stato accreditato il punto premio perché fuori dalla top ten, lo hanno messo non poco in mostra nelle cronache mondiali.

Dopo questa domenica, tre le settimane piene di pausa agonistica per poter meglio sviluppare le auto fino al prossimo gran premio di Baku, a fine mese, che sarà nuovamente di quelli con formato doppio: l'Azerbajan vedrà infatti la tanto discussa Sprint Race, tuttavia a volte capace di dare un buon spettacolo e che nel 2023 ha visto il suo debutto anche in MotoGP. A proposito delle due classi regine: con la gestione di Stefano Domenicali della Formula 1, visto anche a sventolare la bandiera a scacchi alle due ruote solo pochi giorni fa, la collaborazione fra i due mondi si sta facendo sempre più serrata. E sebbene ci siano diversi ostacoli soprattutto dal punto di vista della sicurezza in pista, si sta già studiando la possibilità di organizzare un week-end di gara che ospiti il meglio dei due mondi: un evento di una portata storica che darebbe un'iniezione di forza a entrambi le tifoserie e aiuterebbe non poco la MotoGp a risollevare la propria immagine.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti