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L’auto elettrica costa troppo servono bonus per l’acquisto

di Gian Primo Quagliano

(Adobe Stock)

2' di lettura

La certezza granitica che a partire dal 2035 nel territorio della Ue non si sarebbero più potute immatricolare auto con motore a combustione interna si è recentemente sgretolata. E ciò per la conversione di alcuni paesi alla logica della neutralità tecnologica, cioè al principio secondo cui l’autorità politica può fissare limiti alle emissioni delle automobili, ma non può stabilire anche le soluzioni tecnologiche da adottare per rimanere nei limiti.

Questo vuol dire che, se la contestazione alle certezze di ieri andrà avanti, a partire dal 2035 potranno essere immatricolate oltre alle auto elettriche, anche altre auto con emissioni zero di CO2 considerando l’intero ciclo di produzione ed utilizzazione dei carburanti. Questo non significa però che l’auto elettrica non sia più strategica nella salvaguardia dell’ambiente. Ne consegue che per tutti i governi dell’Unione l’imperativo di favorire la transizione all’elettrico resta una priorità.

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Come è noto, i paesi dell’Unione si stanno da tempo muovendo in questa direzione, ma i risultati raggiunti sono molto diversi tra paese e paese e dispiace constatare che nella graduatoria della virtù ecologica automobilistica l’Italia, se non è la maglia nera, poco ci manca. Nel 2022 infatti la quota delle auto elettriche sulle immatricolazioni di auto in Italia è stata del 3,7% contro il 12,1% dell’Unione europea. A che cosa si deve questa situazione? Gli italiani sono meno sensibili degli altri cittadini della Ue all’esigenza di tutelare l’ambiente? Non pare proprio. Numerosi sondaggi dicono che la propensione all’elettrico è sostanzialmente la stessa nei diversi paesi europei. Il problema è che l’auto elettrica oggi costa decisamente di più di un’auto tradizionale.

Forse domani non sarà cosi, ma oggi la situazione è questa e la conseguenza è che per vendere auto elettriche occorrono incentivi robusti. In Italia però gli incentivi attualmente in vigore non funzionano tanto che gli stanziamenti dedicati, pur non essendo particolarmente generosi, restano in larga misura inutilizzati e ciò, anche e soprattutto, perché nell'accesso agli incentivi vengono penalizzate le flotte aziendali e questo nonostante che il mondo delle aziende sia ideale per far decollare gli acquisti di auto elettriche. Le flotte acquistano infatti molte auto, le sostituiscono rapidamente e hanno forti esigenze di immagine. E allora perché discriminarle? Per far si che la maglia nera, di cui sopra si diceva, conquisti qualche posizione nella classifica della sensibilità all’ambiente basterebbe stabilire che il bonus per l’acquisto di auto elettriche spetti a tutti i soggetti che comprano un’auto elettrica senza alcuna distinzione. È una ricetta troppo semplice? Non soddisfa l’esigenza della burocrazia di complicare le cose semplici? Forse si, però funzionerebbe egregiamente a vantaggio dell’auto elettrica, dei cittadini e dell’ambiente. Vi pare poco?

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