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L’automotive italiana chiede più neutralità tecnologica

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di Antonio Larizza

(metamorworks - stock.adobe.com)

2' di lettura

Il futuro dell’auto e della mobilità, la transizione green, il bando ai motori diesel e benzina, le soluzioni più innovative all’insegna della neutralità tecnologica. Sono i temi che hanno animato il dibattito che si è tenuto questa settimana a Milano al #FORUMautomotive.

L’edizione 2023 dell’annuale tavola rotonda a porte chiuse con i rappresentanti della filiera produttiva italiana è stata inevitabilmente condizionata dal dibattito europeo sullo stop alle vendite di motori termici a partire dal 2035. A Bruxelles si media: per convincere i governi contrari allo stop – Germania, Italia, Repubblica Ceca, Polonia e Bulgaria – la Commissione ha “offerto” la possibilità di vendere auto nuove con motori a combustione interna anche dopo il 2035, a patto che queste siano alimentate con e-fuels, carburanti sintetici prodotti per elettrolisi dall’idrogeno verde. Le auto dovranno avere un sistema che riconosce i combustibili neutri in termini di CO2: se nel serbatoio entra un combustibile fossile, il motore non si dovrà mettere in moto.

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Gli e-fuels sono diversi dai biocarburanti (ottenuti da biomasse di scarto) e oggi in Europa vengono prodotti solo in Germania e Islanda. Progetti sono avviati in Spagna, Norvegia, Danimarca e Svezia.

L’Italia, che ha invece puntato sui biocarburanti, resta contraria allo stop del 2035, come ha confermato il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, al #FORUMautomotive. «Siamo convinti – ha detto il ministro – che l’autostrada per il futuro della mobilità sia l’elettrico, ma diciamo “no” al 2035 come data fissa per lo stop a tutti i motori termici senza alternative». L’Italia chiede di considerare «l’utilizzo di biocarburanti, e-fuels e anche dell’idrogeno».

La posizione espressa dal ministro è stata confermata, di fatto, dagli interventi dei rappresentanti di categoria presenti al forum: da Unrae ad Anfia, passando per il mondo delle imprese. Guardando al 2035, la filiera italiana promuove quindi un approccio all’insegna della neutralità tecnologica: fissato il tetto alle emissioni per i veicoli del futuro, l’industria deve essere libera di scegliere con quale tecnologia raggiungere l’obiettivo.

Industria che comunque ha già puntato, con un massiccio spostamento di risorse, verso i veicoli elettrici: nei prossimi 5 anni il comparto investirà nello sviluppo dell’elettrico 526 miliardi di dollari, ovvero oltre tre volte quanto investito negli ultimi cinque anni per le auto a batteria. Ha fatto notizia la lettera rivolta alla Commissione europea e sottoscritta, tra gli altri, da Ford e Volvo, in cui l’industria chiede di non modificare la scadenza del 2035 per non mettere a rischio gli investimenti già varati.

Intanto, sul fronte del prodotto, Volkswagen ha annunciato il lancio, entro il 2025, della prima elettrica del gruppo con prezzo inferiore a 25mila euro.

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