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L’ebike conquista il mercato: più vicino il sorpasso sulla bici tradizionale

La pedalata assistita protagonista all’Italian Bike Festival: fulcro di una mobilità sostenibile, si afferma come sostituto dell’automobile. E il valore economico rimane in Europa

di Pierangelo Soldavini

4' di lettura

C'è la moto a pedali che sembra una vera e proprio motocicletta a motore con tanto di manopola di acceleratore, ma anche nomi storici del mondo motoristico, come Fantic e Garelli, alla ricerca di una seconda vita a pedali. Ci sono i colossi globali delle biciclette mondiali, compresa la Bianchi con il classico azzurro celeste, che hanno adeguato l'offerta dei modelli di alta gamma, anche quelli con telaio di carbonio, alla pedalata assistita. Mentre i produttori che rimangono fedele alla bici tradizionale si contano sulle dita di una sola mano.

C'è un fornitore di energia come Repower che presenta modelli di cargo bike per trasporto di persone e di merci puntando a diventare partner dell'industria dell'accoglienza, ma anche alla logistica urbana del futuro e c'è TiVale che lancia un listino per la valutazione dell'usato con l'ambizione di diventare il “Quattroruote della bici elettrica”.

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Ma soprattutto c'è una folla di appassionati, bambini compresi, che nel corso del fine settimana a Misano Adriatico si è impadronita del circuito motoristico per provare gli ultimi modelli a pedalata assistita.

Non c'è dubbio che l'ebike l'abbia fatta da padrona all'Italian Bike Festival, l'happening a due ruote che ha visto oltre 40mila persone in tre giorni salutare il passaggio dal lungomare di Rimini al circuito intitolato a Marco Simoncelli: protagonista negli stand, nei dibattiti e in pista, nell'ambito delle prove dirette delle biciclette che sono il vero marchio di fabbrica di questo evento giunto alla quinta edizione.

Mercato in crescita

Un successo che si riverbera nei numeri di mercato, in Italia ma ancora più in Europa, e che anticipa un prossimo, storico superamento della bici muscolare. Bosch, il fornitore della gran parte dei motori elettrici, fa sfoggio di grande ottimismo prevedendo che metà delle vendite sarà elettrico già nel 2025, come ha dichiarato il Ceo di Bosch eBike Systems Claus Fleischer al Financial Times. Più cauto Manuel Marsilio, direttore generale di Conebi, la Confederazione europea dell'industria bici, che stima che il sorpasso possa arrivare attorno a fine decennio.

D'altra parte il trend di crescita è impressionante: nel 2021 c'è stato un balzo del 34% delle vendite a 4,5 milioni di pezzi in Europa, poi il ritmo è rallentato arrivando a 5 milioni nel 2021, con un fatturato stimato in 12 miliardi di euro. Ma Conebi prevede che questa cifra possa raddoppiare per il 2025 e triplicare per il 2030 arrivando a 15-16 milioni.

L'anno che si avvia a chiusura ha segnato per il mercato a due ruote nel suo complesso una battuta d'arresto dopo un biennio decisamente positivo, anche in considerazione dell'incertezza che avvolge l'economia globale e che ha un forte impatto su un settore di beni non primari.

Sostituzione dell’automobile

«Al di là della crisi energetica c'è un cambio di mentalità radicale – sottolinea Marsilio -: l'ebike è più conveniente e più efficiente da un punto di vista energetico ed economico rispetto all'auto, tanto che in diversi mercati del Nord Europa inizia a essere considerata un valido mezzo sostitutivo rispetto alle quattro ruote, almeno per la seconda auto».

Senza dimenticare che l'ebike è un'invenzione europea e che, a differenza delle bici tradizionali, si sta confermando un bene “made in Europe”, anche dal punto di vita della tecnologia: l'80% delle ebike vendute in Europa è stato assemblato nel nostro continente e il 60% del valore rimane in Europa: «La produzione si sta spostando sempre più vicina alla vendita e noi stimiamo che per ogni ebike riportata in Europa si creano dai sei ai nove posti di lavoro tra diretti e indiretti».

Anche in Italia la pedalata assistita sembra resistere alla flessione generalizzata del mercato: dopo due anni con vendite attorno ai due milioni di pezzi, il 17% in più rispetto al 2019 (ma +44% per le ebike), gonfiate anche dall'effetto degli incentivi, le vendite dovrebbero segnare una battuta d'arresto.

La tenuta dell’Italia

«L'incertezza della congiuntura ha un impatto sulle vendite e possiamo stimare a questo punto dell'anno che il mercato possa assestarsi su livelli leggermente superiori al 2019. Per la pedalata assistita mi azzardo a ipotizzare che le vendite possano superare le 300mila dell'anno scorso», commenta Piero Nigrelli, responsabile bici di Confindustria Ancma.

Anche in Italia quindi l'elettrica sembra proseguire all'insegna della crescita, sia pur su livelli su quote decisamente inferiori - attorno al 15% - rispetto a mercati più sviluppati come i nordici e la Germania.

Ma qualcosa si muove nel senso di una focalizzazione sulla mobilità sostenibile e smart. Se la emountain bike rimane il segmento più sviluppato, si sta consolidando nelle città del post-Covid l'utilizzo per urban commuting nella logica di decongestionamento delle strade, cui si aggiunge anche la cargo bike, sempre più elettrizzata, nella dimensione di una logistica urbana più sostenibile.

Le prospettive rimangono appese all'incognita regolamentare: «Se a Bruxelles vincesse chi vuole parificare la pedalata assistita al ciclomotore, quindi con l'obbligo di omologazione e assicurazione, sarebbe la fine del mondo delle ebike», conclude Marsilio

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