educazione finanziaria

L’economista Lusardi: «Conoscenza e previdenza per uscire più forti dalla crisi»


Annamaria Lusardi anticipa al Sole24Ore i temi del terza edizione del Mese dell'Educazione Finanziaria. L'obiettivo è raddoppiare le iniziative di incontro dell'anno scorso e coinvolgere i Comuni.

di Davide Colombo

Annamaria Lusardi (Imagoeconomica)

3' di lettura

Il “Mese dell’Educazione Finanziaria”, che anche quest’anno si terrà in ottobre, sarà dedicato alle scelte finanziarie e alla previdenza in tempi di Covid. Ma l’attenzione, naturalmente, sarà anche sulla ripresa economica e l’uscita dalla crisi in cui l’epidemia da coronavirus ha fatto precipitare l’economia nazionale, con serie conseguenze per i redditi e i risparmi di molte famiglie. Il programma del Mese viene presentato in questi giorni e la professoressa Annamaria Lusardi, della George Washington University School of Business e direttore del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, li anticipa in quest’intervista al Sole24Ore.

Questo è un anno diverso. Molte famiglie hanno avuto lutti improvvisi, tante hanno visto sospendere le loro attività lavorative, gli studenti si sono dovuti adattare a soluzioni didattiche a distanza. E anche le scelte di finanza personale in tanti casi sono state imposte: moratorie sui mutui, improvvise richieste di finanziamenti di emergenza, incassi anticipati delle quote versate ai fondi pensione.
Questa crisi drammatica ancora una volta ci ha messo davanti agli occhi quanto sia importante una conoscenza di base, sia per quanto riguarda la finanza personale sia sulle dinamiche di fondo di un'economia. Molti risparmiatori hanno dovuto fare scelte nuove ed importanti per il loro futuro. La scelta della previdenza come uno dei temi del Mese dell'educazione finanziaria 2020 è centrale, in questo contesto. Gli italiani sono risparmiatori e hanno un basso debito privato, ma in futuro ci saranno nuovi vincoli con cui fare i conti.

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Insomma ci sono conseguenze tangibili alla mancanza di conoscenza finanziaria?
La mancanza di una buona educazione economica e finanziaria ha costi elevati per i singoli e l'intera collettività. Espone le persone a rischi. Si vede continuamente, in particolare in questa crisi. Inoltre, bisogna certo pensare all'oggi, ma senza trascurare il dopo, bisogna essere previdenti.

Pensare alle pensioni in questo contesto sembra sfidante.
Le adesioni ai fondi di previdenza complementare sono molto basse in Italia rispetto ad altri Paesi e in prospettiva le pensioni pubbliche potrebbero non bastare per garantire adeguati livelli di reddito. Lo stesso discorso vale per le assicurazioni. C'è una bassa consapevolezza della necessità di prendersi cura di se stessi in una prospettiva di futuro incerto. Ecco perché l'attenzione del Mese ai temi assicurativi lo scorso anno e a quelli previdenziali quest'anno.

L'anno scorso il programma lanciato con il portale “Quello che conta” ha registrato oltre seicento iniziative nazionali e locali di educazione finanziaria, come andrà quest'anno?
Speriamo di raddoppiare le iniziative, è importante raggiungere una platea più ampia possibile. Le linee guida messe a punto per le iniziative del Mese dell'Educazione Finanziaria si rivolgono sia ai giovani sia agli anziani, nella prospettiva previdenziale che ho detto. Ci saranno eventi via web e in presenza. Dovremo naturalmente verificare la situazione sanitaria dell'autunno. Spero si moltiplichino iniziative locali come quella dell'anno scorso del Comune di Paglieta, in provincia di Chieti.

Ce la racconta?
Il sindaco ha messo a disposizione la sala comunale per fare educazione finanziaria utilizzando i contenuti del nostro portale. Ho visto una comunità mobilitata su questi temi che, come ci diceva il sindaco, sono cruciali per aiutare la popolazione. Se iniziative come questa, facilmente replicabili, si moltiplicassero, avremmo raggiunto il nostro obiettivo. Le comunità possono fare molto, sono il terzo pilastro di cui parla il famoso economista Raghuram Rajan, e l'Italia è il Paese con quasi ottomila Comuni.

Si parlava anche di inserire l'educazione finanziaria nei programmi didattici della scuola.
Sì e su questo punto spero che tutti insieme, con i dieci partner istituzionali che partecipano al Comitato nazionale, compreso il ministero dell'Istruzione, si possano fare molti passi avanti. I risultati dei test PISA (Programme for International Student Assessment) spiegano da soli perché abbiamo un bisogno essenziale di educazione e conoscenza economica. Siamo quasi in fondo alle classifiche, con l'Estonia e la Finlandia al top. La conoscenza è una risorsa fondamentale e questa crisi ce lo ha dimostrato una volta di più. Non sprechiamo questa lezione.

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