L'elegante semplicità della luce torna a ispirare i designer
La lampada portatile è ora un elemento immancabile nei cataloghi. L'evoluzione tecnica va di pari passo con l'efficienza
di Sara Deganello
3' di lettura
Euroluce mancava dal 2019 al Salone del Mobile. Ora torna protagonista, in fiera, con un nuovo allestimento, e fuori con le installazioni negli showroom e in giro per Milano. Il bosco di oggetti luminosi che emergono dall’oscurità rimane in qualche modo fedele a se stesso, almeno nella sua parte decorativa: votato ad emozionare, a comunicare un segno, una storia, una stratificazione di incontri. Con la parte tecnica, comunque fondamentale, a bilanciare l’equilibrio. E a dettare qualche nuovo modello, più presente di prima. La lampada portatile, per esempio. «Ora è un elemento presente in quasi tutti i cataloghi. Grazie a nuove possibilità tecnologiche e alla ricerca sui componenti oggi si riesce ad avere prodotti performanti per vari contesti: dal contract al residenziale, adatti sia all’interno e all’esterno, con una durata di utilizzo significativa». La testimonianza è del designer Valerio Sommella, che per Nemo Lighting firma Portofino. Si tratta, appunto, di una lampada da tavolo portatile e ricaricabile: «È visivamente semplicissima», progettata a partire dalla leggerezza, ripensandone l’architettura e ottimizzandone i componenti in termini di volume ed efficienza. È realizzata in policarbonato stampato a iniezione, e ha anche una versione con base in marmo, in diverse essenze. La batteria è accessibile e sostituibile, perché, come conferma Sommella, «l’idea è quella di allungare la vita utile del prodotto».
Una tecnologia più compatta è anche alla base di progetti come Libera, design di Maurici Gines, per iGuzzini: si tratta di un nuovo sistema luminoso modulare e componibile, un’evoluzione tipologica nell’ambito della luce lineare, in cui i tre elementi compositivi – bacchetta luminosa, giunto e base – sono integrati in un’insieme elegante, ma allo stesso tempo performante. Se da una parte il giunto in ottone, nelle intenzioni del designer, sottolinea l’idea di «un racconto progettuale», «un’interferenza narrativa», dall’altra parte rimane un elemento tecnico. Libera utilizza Opti Diamond, un’ottica professionale brevettata ad alta prestazione in termini di comfort visivo ed efficienza luminosa, in una dimensione miniaturizzata: è per un progetto che si adatta a tutti gli ambienti, dal living all’hospitality.
L’evoluzione tecnica, nel light design, amplia le possibilità espressive e in alcuni casi il connubio tra tecnologia e creatività dà vita a inediti. Ron Arad ha trasformato un circuito stampato in un pattern che ha trovato poi vita nel progetto Cono di luce per Lodes: una lampada a sospensione in vetro borosilicato con una fonte luminosa alla sommità. «A volte si parte da un’idea e nel corso della realizzazione si perde qualcosa. In questo caso, non credo che si sia perso nulla. Semmai abbiamo guadagnato qualcosa. Sono molto felice di constatare tutto ciò e sono altrettanto felice che attraverso l’interessante viaggio che abbiamo fatto per arrivare fin qui, posso ancora osservare gli schizzi originali e, confrontandoli con il prodotto finale, pensare che corrispondono», ha raccontato il designer israeliano.
Il lavoro sul vetro caratterizza invece il progetto 118 di Bocci, dove lo strato interno di ogni sfera che va a comporre il lampadario porta con sé i segni della gabbia d’acciaio utilizzata per la sua formazione, in cui il vetro fuso è stato spinto nella fase di soffiatura, creando imprevedibili intrecci e figure. La gabbia viene rimossa in un’ultima fase, e riutilizzata per una nuova sfera. Symbioosa invece, famiglia di lampade da tavolo progettata da Eva e Marcel Mochal dello studio Llev per Lasvit, è realizzata con la tecnica del vetro soffiato in stampi realizzati con il micelio, che cresce sulla segatura di scarti di lavorazione in faggio, fornendo forme organiche, irripetibili. «Raramente in natura i funghi sono simmetrici e diritti: è possibile osservarne alcuni girati e altri piegati, mentre altri ancora assumono inclinazioni fuori asse come se danzassero. Symbioosa interpreta tutto ciò», hanno spiegato i designer.
Non mancano, tra le novità, anche le espansioni di gamma che ampliano un progetto, declinandolo in nuovi ambiti e funzionalità. È il caso della collezione Berlin, disegnata dal designer francese Christophe Pillet, per Oluce, caratterizzata da un anello metallico con finitura in ottone anodizzato che racchiude un vetro retinato e una fonte luminosa Led. Evoluzione della classica plafoniera, si presenta ora nella versione da terra, nella finitura nero opaco, e a sospensione.
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