L’elevato debito e il crollo del turismo pesano sui mercati di frontiera
L’Angola ha buoni fondamentali, mentre Sri Lanka e Marocco sono i più penalizzati
di Eleonora Micheli
3' di lettura
La pandemia da Covid-19 si è fatta sentire anche sui Paesi di frontiera, ossia quei Paesi che sono candidati a diventare i mercati emergenti del domani in virtù di elevate crescite. Sono aree che da tempo sono seguite con attenzione dagli investitori istituzionali, pur essendo ancora marginali. Secondo Capital Group i Paesi che nel 2019 vantavano consistenti tassi di crescita sono stati appena sfiorati dalla crisi sanitaria, mentre hanno sofferto quelli che già prima del 2020 registravano bassi tassi di crescita.
Inoltre i Paesi esportatori di materie prime, grazie al rialzo dei prezzi, hanno registrato miglioramenti della bilancia commerciale, dopo l’iniziale shock. Al contrario Paesi troppo dipendenti dal turismo, come Sri Lanka e Marocco, hanno subìto un contraccolpo. Capital Group, comunque, invita anche a tenere sotto osservazione i fondamentali dei Paesi che spesso impattano più delle prospettive e anche del rapporto tra debito e Pil. È auspicabile investire in Paesi con un rapporto debito-Pil elevato, ma con fondamentali solidi, come l’Angola, rispetto a Paesi con un rapporto più basso, ma con fondamentali non positivi, come la Nigeria.
Tornando all’andamento delle economie, nell’ultimo periodo si sono distinti i Paesi africani, il cui Pil è stato spesso appena sfiorato dall’emergenza sanitaria. Alcune economie sono addirittura migliorate, come nel caso di Benin ed Etiopia. Sono andate bene anche quelle di Senegal, Costa d’Avorio, Kenya e Ghana. Del resto si tratta di Paesi con notevoli prospettive di sviluppo, considerando anche che partono da un basso livello di Pil pro capite, dipendono largamente dall’agricoltura, hanno mercati finanziari poco sviluppati. Sono anche poco indebitati.
Per contro la pandemia ha avuto un impatto drammatico in Ecuador, Zambia e Tunisia, tutti Paesi che già prima registravano bassi tassi di crescita. Secondo Capital Group è improbabile che questi ultimi tornino ai livelli pre-pandemici prima del 2024. Esistono poi i Paesi che Capital Group definisce Club dei mercati Emergenti, che vantano economie più avanzate e ricche, trascinate da materie prime, prevalentemente petrolio, o turismo. Gran parte di queste aree stanno beneficiando della ripresa dell’economia mondiale e del conseguente rialzo del valore del greggio.
Discorso diverso per il turismo, che dopo un crollo verticale dell’80% nel 2020, ha prospettive di ripresa lente. Comunque per Capital Group il Club dei Paesi Emergenti riaggancerà i livelli del Pil pre-pandemia solo nel 2022 o 2023. In conclusione, dal 2020 al 2021 è avvenuto un notevole cambio di valutazione dei Paesi di Frontiera, testimoniato anche dall’andamento degli spread sui titoli di Stato.
Lo Sri Lanka è ormai percepito come un Paese rischioso per l’insostenibile percorso del debito a lungo termine e della notevole dipendenza dal turismo. L’Etiopia, pur avendo persino ridotto il rapporto debito/pil durante la pandemia, è anch’essa considerata un Paese a rischio, pagando dazio al deterioramento del conflitto civile nella regione del Tigray.
È peggiorata la situazione del Mozambico per l’incremento dell’attività jihadista. In Zambia, invece, gli spread si sono contratti festeggiando l’elezione di un nuovo governo. Tuttavia rimangono ampi su un orizzonte quinquennale. In Ecuador gli spread sono diminuiti nonostante l’aumento del debito, poiché la nuova amministrazione ha reistrato progressi tangibili indicando la volontà di proseguire il programma di riforme.
Anche il Camerun ha segnato un calo degli spread grazie alla solida crescita, al ridotto indebitamento e alla situazione fiscale gestibile, tendenze su cui la pandemia non ha avuto effetto. Gli spread sono scesi in Angola e potrebbero presto raggiungere i minimi del 2018/19. Altri casi degni di nota sono il Ghana e il Gabon, che scambiano a livelli quasi pre-pandemici, anche se con aumenti di debito diversi: la situazione del Ghana è più precaria di quella del Gabon.
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