L’embargo al petrolio russo è uno tsunami, impatto imprevedibile anche per l’Opec+
Il bando alle importazioni e le misure accessorie (tra cui il price cap, fissato a 60 dollari al barile) avranno ripercussioni, ma è difficile valutarle se non a posteriori. Al prossimo vertice , in programma domenica 5 dicembre, l’Opec+ potrebbe prendere tempo
di Sissi Bellomo
4' di lettura
Uno tsunami sta per abbattersi sui mercati petroliferi. La Russia è responsabile del 10% della produzione globale di greggio ed è impossibile che l’embargo europeo non lasci conseguenze, a prescindere dall’efficacia o meno del price cap voluto dal G7. Il nodo delle trattative nella Ue si è sciolto venerdì sera, quando anche la Polonia ha accettato di convergere su un tetto a 60 dollari al barile, all’incirca in linea con le attuali valutazioni del greggio russo Ural. Ma questo non basta a fare chiarezza...
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