coronavirus

L’emergenza è pesante, rispondiamo investendo in innovazione

L’impatto sulla produttività del Paese può essere pesantissimo. Ma ci sono sei azioni che possiamo fare per accelerare lo sviluppo ed essere più resilienti in futuro

di Davide Casaleggio *

(ANSA)

4' di lettura

Le grandi crisi economiche e sociali dello scorso secolo hanno portato nuove opportunità di cambiare lo status quo. Come durante la crisi petrolifera degli anni ‘70 che ha fatto partire gli investimenti sull'industrializzazione delle fonti alternative al petrolio arrivando a costruire quella che oggi conosciamo come il settore delle rinnovabili.

L'impatto sulla produttività del Paese di questo periodo di emergenza sanitaria del Paese non deve essere sottovalutata. Il pilastro economico del Paese sono le piccole e medie imprese che oggi non hanno certezze sul futuro e di conseguenza rallentano gli investimenti.

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Dobbiamo mettere al centro l'economia di questo Paese sin da ora o rischiamo un anno tragico. Il 12% del PIL italiano è dato dal turismo. Le prenotazioni sono in calo del 40% a Venezia e al 70% in Lazio per dopo Pasqua. Le sole gite scolastiche, oggi vietate, impattano su 316 milioni di euro.

Come il turismo molti altri settori stanno già sentendo le conseguenze di questa emergenza. Ad esempio Confcommercio stima una riduzione del fatturato tra i 5 e i 7 miliardi se l'emergenza durerà fino a maggio. La Banca d'Italia una riduzione dello 0,2% del PIL.

Le misure drastiche sanitarie è difficile che vengano allentate nel breve termine, dato che come ogni influenza anche il Coronavirus continuerà a espandersi probabilmente fino al periodo estivo. Per cui allentamenti sulle misure sanitarie potrebbero emergere solo in due casi:
1- se venisse ridefinita la pericolosità di questo virus
2- se venisse trovato un vaccino

In passato questi due punti sono andati di pari passo. Oggi un vaccino è stato trovato da parte di una società statunitense, Moderna Inc., ma deve essere ancora sperimentato, e si prevede possa essere distribuito (sempre che effettivamente funzioni durante i test) non prima di luglio.

Sulla questione della pericolosità ad ora in Italia abbiamo avuto solo casi di decessi legati ad altre patologie che il Coronavirus ha accelerato, non è chiaro quindi quanto sia effettivamente pericolosa. In ogni caso, tutto fa quindi pensare che continueremo a parlare di questo Coronavirus fino a primavera inoltrata.

I cambiamenti in Italia solitamente avvengono solo per una di queste ragioni: per ispirazione o disperazione. Cerchiamo di dare un senso ai cambiamenti che ci attendono nei prossimi mesi, senza essere guidati da una logica di emergenza come spesso avviene in Italia.

A) I tempi della crisi
Il primo punto è quindi capire il tempo di gestione di questa emergenza che a meno di un ridimensionamento della pericolosità del virus è probabile che continueremo a parlarne ancora per qualche mese.
Sarebbe utile avere un gruppo di esperti incaricati dal governo che possano dare una visione sui tempi di questa crisi e aggiornare gli italiani su eventuali evoluzioni non solo per quanto riguarda i cittadini, ma per le imprese di diversi settori e dimensioni. Che quindi vadano oltre la gestione emergenziale della protezione civile.

B) Smart working
Non è possibile recarsi ad un incontro e rischiare 4 ore di ritardo di un treno a causa di un capotreno con l'influenza. Se pensiamo di poter gestire attività in remoto, con il telelavoro o con call conference dobbiamo essere attrezzati.

Dovremmo avere incentivi per poter acquistare strumenti per il telelavoro (connessioni casalinghe, sistemi di teleconferenza, cyber security,...) e anche per normarli per tutti quei contratti che oggi non prevedono la possibilità di lavorare a distanza.

C) Servizi online della pubblica amministrazione
I servizi della pubblica amministrazione dovrebbero essere accessibili da casa senza necessità di recarsi presso gli uffici fisicamente. Oggi in regioni come la Lombardia molti servizi sono accessibili direttamente on line, per poterli utilizzare i cittadini devono essere dotati di carta di identità elettronica (o spid) per potersi identificare a distanza on line. Potrebbe essere l'occasione di sbloccare i servizi della PA non ancora online.

Potrebbe anche essere l'occasione per sperimentare nuovi modi di distribuzione della carta d'identità elettronica: ad esempio usando il processo utilizzato dalle carte di credito con invio a casa e attivazione secondo un processo sicuro. Potrebbe, infine, anche essere l'occasione di testare il voto online per i comuni dove non sarà possibile recarsi ai seggi per il referendum di fine marzo.

D) Nuovi sistemi distributivi
Le aziende più resilienti sono quelle che si adattano al periodo o lo anticipano. Per questo investimenti sull'e-commerce potrebbero essere una soluzione per alcuni produttori e distributori che stanno subendo un rallentamento delle vendite nei negozi fisici.
L'unico settore cresciuto a doppia cifra negli ultimi quindici anni potrebbe vedere nel 2020 una accelerazione ancora più importante.

E) Sostegno finanziario nel breve termine
Questi prossimi mesi vedranno anche diverse crisi di liquidità di aziende prese dalla crisi. Sarà quindi necessario sostenere l'aspetto finanziario. Posponendo tassazioni nelle città più colpite, ma anche creando degli strumenti di supporto soprattutto alle aziende che in questi mesi investiranno in ricerca e sviluppo.

F) Il brand Italia
Durante la prima guerra mondiale si diffuse un'influenza molto grave in tutta Europa. La maggior parte degli Stati aveva una censura legata alla guerra per cui non se ne parlava sui giornali e sui media dell'epoca. Tranne in Spagna dove questa censura non c'era.
Questa influenza che uccise più persone dei fucili in quegli anni, a causa della mancanza di antibiotici, prese il nome di Influenza Spagnola perché solo lì se ne parlava.

Oggi l'Italia è tra i Paesi più proattivi nel fare i test e cercare potenziali malati a differenza di altri Paesi dove i test vengono fatti solo su persone già sintomatiche. Questo fatto unito ad una comunicazione emergenziale continua potrebbe portare l'Italia ad accollarsi il fardello della malattia almeno dal punto di vista della comunicazione e creare effetti simili a quelli che abbiamo visto in Italia per i ristoranti cinesi.

Di fronte a un'emergenza possiamo o aspettare che passi, scoprendoci più poveri alla fine e cercando sussidi di qualche genere; o utilizzare il tempo per investire in innovazione per essere ancora più resiliente in futuro. Io preferisco la seconda.

* presidente Casaleggio Associati

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