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L’Enel di Cattaneo chiude il semestre con utili in crescita del 48%

Il gruppo chiude i primi conti del nuovo amministratore delegato con risultati in netta crescita. Giù i costi e spinta sulle cessioni

di Laura Serafini

Enel. Il risultato netto nel semestre segna un incremento del 48,5%, a quota 2,5 miliardi. Gli investimenti sono pari a 6 miliardi, in aumento del 2,6 per cento

3' di lettura

Enel chiude la prima semestrale firmata da nuovo ad, Flavio Cattaneo, con risultati in netta crescita. Complice la riduzione dei fenomeni che avevano pesato nel 2022 (emergenza idrica e volatilità dei prezzi dell’energia), ma anche una forte attenzione a una efficiente allocazione del capitale e alla riduzione dei costi. Prosegue il trend già evidenziato nel primo trimestre, con ricavi in flessione del 28,2%, a 47 miliardi, per effetto del calo del prezzo dell’energia, ma anche del processo di dimissioni. I ricavi da generazioni con il carbone (che hanno sostenuto lo scorso anno i conti di Enel) hanno ridotto la loro incidenza sul fatturato dal 5 al 4,1 per cento.

Le cessioni

Le cessioni restano una strada importante per ricondurre l’indebitamento netto della società entro soglie più sostenibili, ma non l’unica, come è stato ribadito ieri. «Non intendiamo correre per vendere, non abbiamo fretta di vendere e lo faremo solo al prezzo giusto», ha sottolineato Cattaneo, il quale ha ricordato come il 50% dei 21 miliardi di cessioni è già stato assicurato e circa 6 miliardi di dismissioni sono in attesa del via libera delle autorità preposte o comunque sono già presenti offerte vincolanti. L’indebitamento netto, pari a 62,2 miliardi a fine giugno (60 miliardi a fine 2022) in realtà sarebbe già arrivato a 57 miliardi per effetto di 5,4 miliardi di asset dismessi che saranno contabilizzati solo nella seconda parte dell’anno, così come 500 milioni di incassi legati a operazioni di stewardship.

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L’Ebitda

L’Ebitda ordinario si impenna del 29,4%, a quota 10,7 miliardi: la minore volatilità dei prezzi dell’energia ha riassorbito 2,18 miliardi persi nello stesso periodo del 2022, anche grazie al modello di business integrato tra generazione, trading, mercati finali, Enel green power e EnelX (sul quale si intende continuare a puntare). E nel frattempo ha inciso il «positivo andamento della generazione da fonti rinnovabili per le maggiori quantità di energia prodotte e vendute prevalentemente in Italia, Spagna e America Latina, nonché la performance positiva del mercato libero in Italia e Spagna», come si legge nella nota diffusa. Il risultato netto segna un incremento del 48,5%, a quota 2,5 miliardi.

Gli investimenti

Gli investimenti sono pari a 6 miliardi, in aumento del 2,6 per cento. I costi totali sono più che dimezzati rispetto a fine giugno 2022 (più che altro per la riduzione del costo dell’energia), ma scendono da 9,9 a 8,4 miliardi i costi per servizi e materiali; calano anche i costi per il personale. Cattaneo ha declinato le priorità del gruppo. «Un’allocazione del capitale focalizzata sulla creazione di valore e sull’ottimizzazione del profilo di rischio/rendimento degli investimenti a supporto della futura crescita; miglioramento delle efficienze lungo tutte le attività e i paesi di presenza, attraverso misure volte all’efficientamento e all’ottimizzazione dei costi; semplificazione della struttura del gruppo da perseguire attraverso una struttura organizzativa più snella e la focalizzazione geografica sui sei paesi “core”» definiti nel precedente piano.

La nuova strategia

I dettagli sulla nuova strategia sono rinviati alla presentazione del nuovo piano, prevista per fine novembre. Il nuovo cfo, Stefano De Angelis, ha evidenziato come la capacità di generare cassa abbia continuato ad aumentare anche nel secondo semestre: a fine giugno la cassa da attività operativa ha raggiunto 5,4 miliardi, 4,5 miliardi in più rispetto allo scorso anno.

Nei primi 6 mesi dell’anno la tassazione sulle rinnovabili (claw back) ha pesato per 200 milioni. Interrogato dagli analisti sugli aspetti negativi e quelli positivi trovati in Enel, l’ad Cattaneo ha risposto di essere rimasto colpito dal livello del know how di chi lavora in Enel, e in negativo, dalla complessità dei processi e dell’organizzazione «che in alcuni casi ha creato una inefficace allocazione del capitale».

Il manager ha ribadito di voler creare un percorso di crescita sostenibile e di proporre una politica di dividendi attrattiva. Il management ha definito più che a portata i target per fine anno (20,4 miliardi di Ebitda e utile a 6,1 miliardi) e per il momento non ha risposto a richieste sulla possibilità di una revisione al rialzo dei obiettivi. Sempre ieri Egp ha firmato un accordo con Macquarie Asset Management per la cessione del 50% di Egp Hellas per circa 345 milioni di euro. I due soci stipuleranno uno shareholder di co-gestione del portafoglio di rinnovabili e per sviluppare nuovi progetti.

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