Incremento dei prezzi

L’energia frena l’economia valdostana: incide per il 50% sui costi di produzione

Indagine di Confindustria: metà delle imprese pensa di ritoccare i listini, il 4% investirà in tecnologie green
Il 58% delle realtà produttive in regione vede un’erosione dei margini, mentre il 31% è stato costretto a diminuire la produzione

di Carlo Andrea Finotto

(DedMityay - stock.adobe.com)

3' di lettura

Per le imprese della Valle d’Aosta il caro-energia che spinge al rialzo l’inflazione incide per il 50% sui costi di produzione. È la media che emerge dall’indagine condotta da Confindustria Valle d’Aosta tra i propri associati. Per qualcuno, con lavorazioni più energivore, come Cogne Acciai Speciali, il conto è anche più pesante.

Sta in queste cifre l’impatto del caro energia sull’economia reale. Il contraccolpo dei rincari di elettricità e gas si fa sentire pesantemente su tutti i settori produttivi – metalmeccanica, chimica, artigianato, strutture ricettive, commercio, impianti sciistici di risalita – oltre che sulle tasche delle famiglie.

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Del resto, l’energia è in buona compagnia, se di recente l’Istat ha certificato che l’aumento dei prezzi al consumo a livello regionale è stato il più elevato d’Italia: +4,2%. La Valle d’Aosta registra un aggravio medio a famiglia di 1.068 euro su base annua (che diventano 1.764 euro per una famiglia di 4 persone).

In Valle d’Aosta è presente Compagnia Valdostana delle acque, che pur dovendosi muovere all’interno delle stringenti regole di mercato e dei limiti imposti dall’antitrust e degli aiuti di stato «con la società di vendita Cva Energie ha messo in atto tutte le iniziative possibili per attenuare gli effetti di un rialzo dei prezzi che non ha precedenti nel settore» spiega il direttore generale Enrico De Girolamo. «Lo sconto in bolletta del 40% rispetto ai prezzi della “maggior tutela” per tutti gli utenti domestici porterà, da solo, un risparmio per il 2022 di oltre 9 milioni di euro». Sul segmento business, invece, i clienti di Cva che a fine 2020 hanno aderito al prezzo bloccato «per tre anni potranno contare di tariffe inferiori di 4 volte rispetto a chi sta acquistando a valori di mercato» chiarisce De Girolamo.

Lo scenario complessivo ha spinto Confindustria Valle d’Aosta ha svolgere una rilevazione tra gli associati. Dall’indagine – che ha visto una buona risposta da parte delle imprese – risulta che i rincari energetici hanno pesato per circa un 50% sui costi di produzione. Sul prossimo trimestre la previsione è di un’incidenza del 25%.

L’impatto ha effetti importanti anche perché per l’85 % delle imprese intervistate i rincari possono essere trasferiti solo in parte sui prezzi di vendita e il restante 15% ritiene di non poterlo proprio fare. Questo aspetto ha due conseguenze: la prima è che la maggior parte delle aziende (il 58%) si ritrova a dover fare i conti con la riduzione dei margini di guadagno, la seconda (denunciata dal 31% del campione) è una riduzione della produzione.

Due le strade che le imprese interpellate dalla Confindustria regionale hanno annunciato di voler percorrere per limitare i contraccolpi: da un lato, il 50% del campione annuncia che sarà costretto ad aggiornare con maggiore frequenza prezzi e listini; dall’altro, un 4% delle aziende prevede di investire in tecnologie per aumentare l’efficienza energetica.

«Il contesto economico – sottolinea il presidente di Confindustria Valle d’Aosta Giancarlo Giachino - risulta abbastanza condizionato da fattori come l’incremento dei prezzi delle materie prime e dell’energia che stanno minando la ripresa in atto, anche se le attese degli imprenditori sono ancora positive nonostante questi fattori. Confindustria Valle d’Aosta sta monitorando la situazione e anche la Regione ha promosso un confronto sul caro-energia per trovare soluzioni in grado di supportare le imprese».

Per molte realtà produttive alle bollette più salate si accompagna un livello di ordini elevato: trovare un equilibrio tra i maggiori costi e la necessità di produrre di più non è facile. La Cogne Acciai Speciali ha sottoscritto un accordo con i sindacati per lavorare nel weekend, quando il costo dell’energia è ridotto del 50%, spostando il riposo durante la settimana e riconoscendo un incentivo economico ai 250 operai coinvolti. «Durante gli incontri – dice il segretario regionale della Fiom Cgil Fabrizio Graziola – Cogne Acciai Speciali ci ha spiegato che nel gennaio 2022 ha dovuto fare i conti con una bolletta energetica doppia rispetto a quella dello stesso mese dell’anno prima. Circa 8 milioni di euro contro quattro». Un aggravio impossibile da “dirottare” sui listini dell’acciaio.

Quando, però, al lavoro nel weekend si è aggiunta la richiesta di straordinari è nata una vertenza con i lavoratori che, alla fine, ha portato alla decisione di chiudere in anticipo l’esperienza che sarebbe dovuta durare per 22 fine settimana. «Non è semplice riorganizzare la propria vita se si hanno figli, magari piccoli, o parenti anziani di cui occuparsi. L’azienda lo ha capito» sottolinea Graziola.

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