L’eredità difficile: continuità e sviluppo dell’azienda di famiglia
Il libro
di Emanuele Sacerdote
3' di lettura
Il libro di Emanuele Sacerdote, dedicato alle successioni in azienda e alla gestione di una eredità a volte pesante ma che deve adeguarsi con i tempi, si apre, appunto, con una fittizia lettera all’autore: cosa devo fare per diventare un erede migliore? La domanda innesca un dialogo con il futuro erede sul concetto della continuità del patrimonio identitario, reputazionale e imprenditoriale di famiglia, da traghettare alle prossime generazioni e nel prossimo futuro. La pubblichiamo, per stimolare la curiosità dei lettori: la lunga risposta è il succo del saggio dell’autore.
Egregio Dottor Sacerdote,
non ci conosciamo personalmente, tuttavia le scrivo perché vorrei confrontarmi con lei sulla successione dell’azienda di famiglia. Ho finito l’università e nel breve sarò la prima componente della terza generazione a entrare in azienda, in quanto i miei fratelli e i miei cugini sono ancora giovani.
Ho tanti interrogativi, ma il primo quesito che mi pongo è relativo a “cosa devo fare per diventare un’erede migliore?”.
Con ciò non voglio dire che i miei genitori, mio zio e mio nonno non siano stati bravi, anzi, sono stati eccezionali, ma ho la sensazione che il futuro che dovremo affrontare sarà diverso e più complesso.
L’azienda, fondata da mio nonno, ha coinvolto nell’attività lavorativa i miei genitori e mio zio sin da giovani. Queste due generazioni sono infatti molto assimilabili e unite perché hanno lavorato sempre insieme. Le storie di famiglia raccontano anche di momenti difficili, ma tutti insieme sono stati capaci di creare l’azienda che è diventata oggi. Ufficiosamente sono considerata l’erede che guiderà l’azienda. L’argomento del passaggio generazionale è un tema poco sentito, non è stato ragionato e tanto meno preparato.
L’idea che mi sono fatta è che è stato semplicemente rimandato, in quanto la situazione odierna è positiva e ci sono ancora spazi di crescita. Ho provato alcune volte a parlare di questi argomenti, ma non ho trovato molta intesa. Solo mio nonno sembra intuire possibili problemi. Ho la percezione che in futuro la situazione esistente potrebbe mutare e che bisognerebbe valutare meglio come affrontarla per mantenere l’azienda in salute e in famiglia. Spesso ho la sensazione che oggi sia tutto troppo orientato alla gestione del quotidiano e che molti aspetti siano dati per scontati. Oggi l’azienda sta crescendo per logiche naturali e per le capacità dei miei genitori e di mio zio che si impegnano al massimo.
Il mio più forte timore è che non ci sia abbastanza spazio per tutti, dato che, al momento, l’azienda non è sufficientemente grande. Siamo cresciuti insieme e siamo uniti, ma ci sono delle differenze personali da tenere in considerazione per come siamo stati educati e per come siamo maturati. Se lo chiedessi a mio padre e a mio zio mi direbbero che adesso questo non è un problema, che la questione della successione si risolverà prossimamente e che ci sarà sempre spazio per tutti.
Purtroppo, la mia percezione è che questi aspetti saranno fonte di dispute interne a torto o a ragione. I miei dubbi sono legati al fatto che non so se sarò all’altezza e se sarò in grado di proseguire lo sviluppo dell’azienda sulle orme dei miei genitori e di mio nonno. Conosco la storia aziendale, ma mi rendo conto che il momento è cambiato e che le complessità sono superiori rispetto agli inizi. Se mi immagino l’azienda tra dieci anni so che dovrà essere diversa rispetto a oggi. A quel tempo il nonno probabilmente non ci sarà più e i miei genitori e mio zio saranno invecchiati.
Siamo stati cresciuti con la forte presenza dell’azienda di famiglia come unica attività lavorativa, poi sono stati tutti molto capaci di creare un’azienda con un suo valore aggiunto e ricchezza per le singole famiglie. L’azienda è diventata il grande orgoglio e il grande successo della famiglia. L’impegno e la dedizione sono massimi e non ci sono dubbi sulla proprietà. L’azienda e la famiglia sono completamente legati a doppia mandata. Fino a oggi è stato facile trasformare le intuizioni in risultati, ma da domani bisognerà essere più abili e preparati se vogliamo continuare e se vogliamo dare spazio alle prossime generazioni. Ecco questi sono i miei pensieri e mi piacerebbe potermi confrontare con lei.
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