Tra Roma e Milano

L’eredità da valorizzare di Nanda Vigo

L’eclettica artista ha sfidato tutto e tutti per rincorrere il suo sogno, la luce. Tre suoi specchi della collezione Cosmos nelle raccolte del Quirinale

di Cazzaniga Giulia, Corvasce Antonia, Ferrò Letizia, Peritore Marta, Reguzzoni Sofia *

Nanda Vigo (ph. Ruven Afanador)

4' di lettura

Ad un anno dalla scomparsa dell'artista, designer e architetta Nanda Vigo , tre suoi specchi della collezione «Cosmos», progettata nel 1981, sono ora entrati nella collezione del Quirinale. Sono stati donati da Glas Italia e ricevuti dal presidente Sergio Mattarella il 29 settembre 2021, in occasione dell’edizione 2020-2021 del progetto “Quirinale contemporaneo” e sono ora esposti nelle sale a celebrare la grandezza della Vigo.

Classe 1936, Nanda Vigo nasce e sviluppa la sua carriera a Milano. Artista, architetta e designer, ha collaborato con diverse figure, prima suoi maestri poi colleghi, come Lucio Fontana e Gio Ponti; l'artista conta una produzione estremamente vasta che rende difficile la stesura di un catalogo ragionato. L’Archivio fondato nel 2013, di cui fanno parte la presidente Allegra Ravizza, il vicepresidente e storico dell'arte di riferimento della Vigo, Marco Meneguzzo e l'assistente di produzione Andrea Zacchetti, ha però in previsione la produzione di un catalogo. Ad oggi, l'obiettivo è la creazione di focus specifici per sviluppare in maniera esaustiva ogni tipologia di produzione della Vigo.

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Nanda Vigo, «Light Project» a Palazzo Reale, Milano, 2019 - ph. Marco Poma

Le collezioni

L'Archivio si pone, inoltre, come punto di riferimento per i collezionisti privati. Un importante collezionista del lavoro di Nanda Vigo è stato Giobatta Meneguzzo. Vi sono altre importanti collezioni dell'artista tra cui quella della Casa Museo Remo Brindisi, realizzata dalla Vigo a Lido di Spina e quella fondata a Busto Arsizio nel 2010 dall'imprenditore Bruno Paneghini, costituita da un'ampia varietà di opere d'arte contemporanea, tra cui un «Cronotopo» del 1963. Ma le opere della Vigo sono presenti anche in molte collezioni museali, come il Guggenheim di New York, il Gropius Bau di Berlino e il Museo del Design della Triennale di Milano. Il nucleo principale della collezione personale della Vigo è, invece, dal 2020, il Museo San Fedele di Milano, dove sono presenti 108 opere relative alle ricerche artistiche degli anni '60 e '70, raccolte e donate al museo dall'artista.

La produzione artistica

La Vigo ha avuto una produzione poliedrica e prolifica, ha goduto fin dal principio di una discreta attenzione da parte della critica e del pubblico; lo dimostra il cospicuo numero di mostre, 112 personali e 485 collettive, che dal 1962 ad oggi sono state dedicate all'artista in tutto il mondo. La prima personale ad essere ospitata da un ente istituzionale, al di fuori delle gallerie, si tiene a Monza nel 1976 e segna una progressiva e costante apertura degli enti culturali alla personalità artistica della Vigo, tanto che solo qualche anno dopo partecipa alla 40ª edizione delle Biennale di Venezia. Negli ultimi anni sono state dedicate all'artista diverse retrospettive, tra cui una al Museo Maxxi di Roma (2018) e una a Palazzo Reale di Milano (2019).

«Specchi» di Nanda Vigo, donati per il Quirinale contemporaneo, Roma, 2021 © Glas Italia.png

Le aste

L'interesse della critica e del pubblico nei confronti dell'artista, tutt'oggi in crescita, ha varcato fin dagli inizi degli anni ‘60 i confini nazionali, in virtù delle relazioni con gruppi artistici di matrice tedesca e, dagli anni ‘80 in poi, con quelli europei. Oggi la Vigo risulta particolarmente apprezzata anche negli Stati Uniti, in Cina e Giappone. Un apprezzamento che si riflette anche sul mercato: dal 1997 ad oggi sono passati in asta 338 lotti dell'artista per un fatturato di 1.217.655 $. Sebbene solo il 47% dei lotti sia stato venduto, i numeri rimangono comunque piuttosto sorprendenti, soprattutto, se confrontati con quelli di artiste coeve e stilisticamente vicine alla Vigo, come nel caso della designer e architetta Lina Bo Bardi, con solo 36 passaggi in asta, dal 2007 al 2021.

Il mercato della Vigo si concentra principalmente in Italia, riscuotendo un buon successo anche in Francia e in America. Confrontando le stime minime e l'aggiudicato ottenuto per anno di produzione dei lotti si osserva come il mercato apprezzi maggiormente le opere prodotte tra il 1969 e il 1971. Le categorie di lotti più venduti sono sicuramente le Lampade e gli Specchi, che corrispondono anche alla parte più ampia della sua produzione. Il top lot è rappresentato da un «Cronotopo» del 1970, andato in asta da Dorotheum nel 2015, con un aggiudicato di 106.145 $. Ottimo risultato ha ottenuto, anche, una «Cronotopia» del 1964, un acrilico su foglio, venduto da Il Ponte Case d'Aste nel 2015: partendo da una stima minima di 565 $, ha realizzato un aggiudicato pari a 4.808 $.

«Tautologia di immagine» di Nanda Vigo, Villa Olmo, Como, 1979 © Archivio Nanda Vigo

Le difficoltà

Il successo degli anni 2013-2016 del mercato in asta della Vigo coincide con l'inizio del sodalizio tra l'artista e la Galleria Allegra Ravizza, nonché con la nascita dell'Archivio che avvia la produzione di diverse mostre di respiro internazionale. La riorganizzazione dell'Archivio in seguito alla scomparsa dell'artista, unita al contenzioso attualmente in corso circa l'eredità della sua collezione, fanno ipotizzare un periodo di stallo dei prezzi di aggiudicazione futuri in asta. Sarà possibile un nuovo picco solamente se l'Archivio tornerà a promuovere l'artista come accaduto nel biennio 2013-2015.

* Studenti del XX Master Economia e management dell'arte e dei beni culturali della 24Ore Business School

Riproduzione riservata ©

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