Lutto nel basket: Kobe Bryant morto in un incidente di elicottero in California. La figlia di 13 anni tra le 9 vittime
Da bambino l’ex star dell’Nba aveva vissuto in Italia (a Reggio Emilia e poi Reggio Calabria) dove suo padre militava nella serie A1 del campionato di basket
di Marco Valsania
3' di lettura
È scomparso improvvisamente e tragicamente, a soli 41 anni, Kobe Bryant, ex stella con pochi pari della pallacanestro americana e internazionale. Era da sempre molto noto anche in Italia, dove era cresciuto da ragazzino (a Reggio Emilia e poi Reggio Calabria) imparando la lingua che ancora parlava in modo fluente. È stato vittima in California di un incidente fatale sul suo elicottero privato, un Sikorsky S-76, precipitato per cause ancora definite sconosciute dalle autorità, nei pressi di Calabasas, ad una cinquantina di chilometri a nord-ovest di Los Angeles. Nove le vittime in tutto della tragedia. La moglie di Bryant, Vanessa, non era con lui. Oltre a Vanessa, lascia quattro figlie, Gianna, Natalia, Bianca e la neonata Capri.
Il successo anche fuori dal campo
Bryant, che terminata la carriera sportiva nel 2016 si era dedicato anche al cinema ottenendo successi come produttore, era considerato uno dei più grandi giocatori del basket professionistico di tutti i tempi. Aveva riportato la squadra dei Los Angels Lakers ad un nuovo e lungo periodo di gloria e successi, vincendo complessivamente cinque campionati Nba. Assieme ad un altro giocatore divenuto leggendario, il pivot Shaquille On'Neal, vinse tre campionati consecutivi tra il 2000 e il 2002. Bryant ha giocato sempre e solo per i Lakers, per vent'anni, mettendo a segno medie di 25 punti, 5,2 rimbalzi e 4,7 assists in 1.346 partite. Nella sua partita di congedo, quattro anni or sono, segnò 60 punti portando la squadra alla vittoria contro i rivali Utah Jazz.
Uomo dei record
I suoi exploit sono innumerevoli. È il giocatore che in assoluto ha segnato più punti nell'intera storia della squadra di Los Angeles. È stato nominato Mvp, Most Valuable Player del campionato, e selezionato ben 18 volte per le partite degli All-Star, dove si affrontano i migliori giocatori dell'anno. Nel 2008 e nel 2012 vinse anche la medaglia d'oro alle Olimpiadi con la squadra nazionale americana create per i giochi.
I legami con l'Italia
Nato nel 1978 a Philadelphia era figlio d'arte, del pivot Joe "Jellybean" Bryant, che oggi ha 65 anni e negli anni Ottanta giocò per ben sette stagioni in Italia per molteplici squadre. È dal padre che deriva il legame di Kobe, da bambino, con l'Italia. Quando aveva sei anni, la famiglia si trasferì a Rieti e poi a Reggio Calabria, Pistoia e Reggio Emilia, la città preferita del giovanissimo Kobe. Che giocava a pallacanestro ma anche a calcio - la sua squadra era il Milan - per poi però dedicarsi anzitutto al basket al rientro negli Usa in estate, dove eccelse.
Considerato una guardia dai molteplici talenti come giocatore, Kobe venne poi selezionato nella National Basketball Association direttamente dal liceo, la Merion High School della Pennsylvania. A sceglierlo fu la squadra degli Charlotte Hornets nel 1996, al 13esimo posto, per poi spedirlo direttamente ai Lakers.
Il premio Oscar nel 2018
Lasciato il basket, Bryant non si fermò e si fece notare come imprenditore creativo: si dedicò con importanti riconoscimenti anzitutto a Hollywood. Nel 2018 vinse un premio Oscar per il miglior cortometraggio d'animazione, "Dear Basketball", basato su una sua poesia dedicata allo sport. Fu il primo atleta professionista a vincere un Oscar. E anche il primo afroamericano a imporsi nella categoria dei cortometraggi d'animazione.
Per approfondire:
● I 60 punti di Kobe Bryant tiro per tiro
● 20/20/20: la grandezza di Kobe Bryant
loading...