L’export extra-Ue torna a crescere
di Giovanna Mancini
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Un simile incremento delle esportazioni italiane verso i mercati extra-Ue non si registrava dal 2011. E anche se l’Istat precisa che sul dato di gennaio 2017 influiscono alcuni fattori straordinari, resta il fatto che un balzo del 19,7% nelle vendite di made in Italy fuori dall’Europa, rispetto allo stesso mese del 2016, è un ottimo risultato per l’industria italiana. Che si aggiunge a quello della terza crescita mensile consecutiva (+2,8% rispetto a dicembre), facendo così sperare di aver lasciato alle spalle la lunga fase negativa che aveva caratterizzato il commercio estero extra-Ue nel 2016. Anno che, nonostante la ripresa degli ultimi due mesi, si è chiuso in rosso (dell’1,2%) per l’export oltreoceano.
Il balzo tendenziale di gennaio è stato in parte condizionato – spiega l’Istituto nazionale di statistica – dal basso livello di vendite che aveva caratterizzato gennaio 2016, oltre che dal valore elevato di alcune importanti commesse finalizzate il mese scorso. Ma resta pur sempre un incremento che sfiora il 20% e che consolida, rilanciandolo, il risveglio del commercio estero extra europeo avviato negli ultimi mesi del 2016. E anche considerando la differenza di giorni lavorativi (di più quest’anno), la crescita su base annua resta comunque elevata, a +16,6%.
Non solo: il dato del mese scorso segna il deciso ritorno della Russia, un mercato fondamentale per le imprese manifatturiere italiane, ma per quasi tre anni in caduta libera (-38% dal 2013 al 2016). Le esportazioni verso Mosca sono aumentate a gennaio (su base annua) del 39,4%, rafforzando le speranze di un’inversione di rotta innescate dalla crescita del 9,2% di dicembre scorso.
Un’altra conferma alla possibile inversione di tendenza avviata in dicembre sul fronte dei Bric arriva dal Sud America e in particolare dal gigante brasiliano, a lungo considerato un nuovo Eldorado per i prodotti made in Italy, ma da alcuni anni in recessione: l’incremento tendenziale di vendite del 23,1% registrato a gennaio verso l’area Mercosur si aggiunge infatti al +19,9% rilevato dall’Istat lo scorso dicembre. Rimanendo in area Bric, non rallenta la sua corsa la Cina, verso cui le aziende italiane hanno esportato il mese scorso il 36,6% di valore in più rispetto al gennaio di un anno fa.
La crescita tendenziale è comunque decisa e diffusa su tutti i principali mercati extra-Ue, da quelli del sud-est asiatico (Asean), che segnano un +57%, agli Stati Uniti (+35,8%), al Giappone (+29%).
Così come è diffuso su tutti i mercati, l’incremento delle esportazioni di gennaio interessa, nel confronto sia mensile sia annuale – tutti i principali settori industriali, con l’eccezione dei beni di consumo durevoli. Risultano però particolarmente accentuate le dinamiche del comparto energia (+26,3% congiunturale e 64,8% tendenziale) e dei beni strumentali (+4,3% e +23,9%). Nel primo caso l’impennata è dovuta soprattutto a ragioni di cambi valutari. Nel secondo, l’incremento va attribuito per oltre un quarto alla vendita di mezzi di navigazione marittima.
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