PUGLIA

L’export traina la rimonta dei poli calzaturieri

di Vincenzo Rutigliano

2' di lettura

Export in netta crescita nel calzaturiero pugliese: nel secondo trimestre di quest’anno le esportazioni hanno raggiunto – dati Unioncamere Puglia – i 198,1 milioni, contro i 161,5 dello stesso trimestre del 2020. La crescita è proseguita nei mesi successivi confermando la ripresa del comparto in entrambi i poli produttivi della regione: a nord di Bari, a Barletta, in quello della scarpa di sicurezza e a sud, nel Salento, in quello delle fashion shoes, che ha per epicentro Casarano.

In entrambi i poli i numeri in crescita sono il risultato di una riqualificazione produttiva radicale che ha consentito l’ingresso in fasce specializzate di mercato, sia in Italia che soprattutto all’estero. Così il polo di Barletta (392 imprese registrate al secondo trimestre 2021) è cresciuto sino a rappresentare ormai il 35% della produzione nazionale della scarpa di sicurezza destinata, per il 65-70% del totale, ai mercati europei, nordamericani e asiatici. Negli ultimi 10-15 anni il polo si è strutturato con aziende di peso come Cofra, Pezzol, Overteak, Dicap, Base Protection, e con altre di media e piccola dimensione, ed è cresciuto conservando in house praticamente quasi tutto: design, regia, centro pilota, R&S, logistica di materiali e distributiva e manodopera specializzata per le lavorazioni più qualificate. Non manca il riposizionamento dei siti produttivi rispetto alle origini con il mutamento delle location estere scelte per la manodopera a basso costo. «Bulgaria ed alcune aree di Romania, Ucraina ed Ungheria, non sono più competitive per il costo del lavoro – spiega Lucio Nucci, presiedente della sezione calzaturieri di Confindustria Bari-Bat e consigliere di Assocalzaturifici –. Anche parte dell’ Ungheria, un tempo meno costosa degli altri Paesi, è quasi svuotata e si sta migrando verso l’Albania, dove si può lavorare ancora bene e per la Puglia è come lavorare in casa». Pure nel Salento il polo calzaturiero – 194 imprese registrate e 4.800 occupati a tutto il 2° trimestre 2021, secondo Unioncamere Puglia – ha cambiato pelle verso un prodotto di media e alta qualità.«Una mutazione profonda – spiega Michele Zonno, presidente della sezione calzaturieri di Confindustria Lecce (20 associati e valore della produzione di circa 350 milioni) – che riguarda ormai l’80% di quelli che operano nel distretto: sia i più grossi che producono scarpe di lusso per i grandi brand nazionali ed internazionali che le Pmi di subfornitura ». I segnali della ripresa sono chiari già da aprile. «Noi – spiega ancora Zonno che guida la Italian Fashion Team, 40 milioni di fatturato previsti quest’anno – rispetto al calo nazionale del 15% nel 2020 siamo in netto recupero».

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