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L'IA generativa comincia a conquistare le aziende, ma attenti all'effetto moda

Ecco cosa dice un sondaggio di McKinsey su 1.683 manager, rappresentativi di tutte le aree geografiche, funzioni e industrie del mondo

di Alessandro Longo

(Dieter Holstein - stock.adobe.com)

4' di lettura


L'IA generativa si sta diffondendo nelle aziende, nel mondo: è arrivata la conferma nell’ultimo sondaggio annuale globale di McKinsey pubblicato ad agosto.
A meno di un anno dal debutto di questi strumenti, un terzo delle aziende afferma di averli già adottati.
Il sondaggio è su 1.683 manager, rappresentativi di tutte le aree geografiche, funzioni e industrie del mondo.
Così è opinione diffusa che la “gen AI” avrà un impatto importante nelle nostre società. La cattiva notizia è che le aziende sembrano vittime di un effetto moda: molte di loro adottano in modo poco consapevole. Pochissime di loro, ad esempio, secondo il sondaggio, si stanno preparando a fronteggiare i rischi di questa rivoluzione.
Ed era un po' atteso, data la complessità del tema. Ma c'è anche una buona notizia, per nulla scontata: le aziende più avanti nell'adozione della gen AI dicono di farlo non tanto per risparmiare, per automatizzare il lavoro umano, quanto per creare nuovi servizi e aree di business. E' un punto importante perché, per vari economisti – come il celebre Daron Acemoglu, del MIT – l'AI sarà benefica per la società e l'economia appunto se creerà nuovi business, mentre sarà pericolosa se continua a essere vista soprattutto come strumento di automazione pura.
Il tema è cruciale proprio alla luce della rapida diffusione della gen AI.
Quasi un quarto dei manager intervistati afferma di utilizzare personalmente strumenti di gen AI per il lavoro.
Il 22 per cento li utilizza regolarmente. Questo valore è più alto tra gli intervistati che lavorano nel settore tecnologico e in Nord America.
Un terzo di tutti gli intervistati afferma che le loro aziende stanno già utilizzando regolarmente l’IA generativa in almeno una funzione. A usare di più l'IA generativa sono le aree marketing e vendite, sviluppo di prodotti e servizi, e operazioni di servizio, come l’assistenza clienti e il supporto back-office.
Sono le stesse aree dove è più diffusa l'IA in generale.
Queste tre aree, insieme all’ingegneria del software, danno circa il 75 percento del valore annuale totale dai casi d’uso della gen AI.
I dati sembrano destinati a crescere. Il 40 per cento afferma che le loro aziende aumenteranno il loro investimento in intelligenza artificiale in generale a causa dei progressi nella gen AI.
Secondo precedenti stime di McKinsey, saranno soprattutto le aziende tech a essere impattate dalla gen AI, per un valore aggiuntivo pari a quasi il 9 percento del fatturato globale del settore. Seguono le industrie basate sulla conoscenza come le banche (fino al 5 percento), i prodotti farmaceutici e medici (anche fino al 5 percento), e l’istruzione (fino al 4 percento).
Al contrario, le industrie basate sulla produzione, come l’aerospaziale, l’automotive e l’elettronica avanzata, potrebbero sperimentare effetti meno dirompenti. Una grossa novità rispetto alle precedenti ondate tecnologiche, che hanno colpito di più le industrie di produzione. L'IA, e quella generativa in particolare, riesce bene soprattutto in attività legate a conoscenza e linguaggio; molto meno per quelle fisiche.
A fronte di questi dati, è davvero una cattiva notizia che, come detto, meno della metà delle aziende si sta preparando a mitigare i rischi dell'IA.
Solo il 21 percento di chi la sta adottando ha fatto policy per regolare l’uso degli strumenti di gen AI da parte dei dipendenti nel loro lavoro. Solo il 32 percento afferma di mitigare il problema delle inesattezze create dall'IA; solo il 38 percento interviene sui rischi di cybersecurity. “Nel complesso, come abbiamo visto negli anni precedenti, la maggior parte degli intervistati afferma che le loro organizzazioni non stanno affrontando i rischi legati all’IA”, si legge nella ricerca.
Altro capitolo di rischi e impatti dell'IA generativa è quello del lavoro.
Le aziende che sono più avanti nell'adozione prevedono tagli alla forza lavoro in determinate aree e la necessità di grandi sforzi di riqualificazione dei lavoratori.
E' diventata però più facile però l'assunzione di talenti in ambito AI, rispetto all'anno scorso, forse per via dei tanti licenziamenti fatti da aziende tech, secondo McKinsey.
Le aziende più mature nell'IA sono una categoria a parte, da studiare con attenzione, riporta McKinsey.
Sono quelle che attribuiscono all'uso di IA almeno il 20 per cento dell’Ebit e vi investono molto di più della media.
Spicca il dato, come si diceva, che le aziende più mature sono meno orientate alla riduzione dei costi, che è invece una priorità nelle altre.
Loro usano l'IA gen in più funzioni aziendali, soprattutto nello sviluppo di prodotti e servizi e nella gestione dei rischi e della catena di approvvigionamento. Per esempio, per usi come l’ottimizzazione del ciclo di sviluppo del prodotto, l’aggiunta di nuove funzionalità ai prodotti esistenti, e la creazione di nuovi prodotti basati sull’IA. Queste aziende utilizzano anche l’IA più spesso di altre per la modellazione dei rischi e per usi all’interno delle risorse umane come la gestione delle prestazioni e la progettazione organizzativa e l’ottimizzazione della distribuzione della forza lavoro.
McKinsey conclude con un'avvertenza: bene l'IA gen, ma non facciamoci prendere troppo dalla moda e dell'entusiasmo. Ossia non dimentichiamo il tema della mitigazione rischi, ma anche ricordiamoci che l'IA è interessante anche se non generativa, per un'azienda.
L'IA in generale continua a dare benefici in termini di riduzione costi e nuovi ricavi alle aziende che la adottano, per esempio per analisi dati a supporto di decisioni. Chi ora è affascinato dall'IA generativa dovrebbe sviluppare una strategia di adozione dell'IA a tutto tondo.
Il punto è che finora questo passaggio non è venuto. La moda della gen AI, riporta McKinsey, ancora non ha fatto crescere in modo significativo l'adozione dell'IA in generale, nel 2023 rispetto al 2022. Per i ricercatori, la via è insomma ancora lunga per un pieno decollo dell'IA. Anche questo dato ci aiuta a vedere la realtà oltre il vetro appannato del marketing dell'ia generativa.


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