L’identikit del sottoscrittore di fondi comuni
ll fondo si conferma un prodotto popolare, comprato spesso con piccoli importi, acquistato più al Nord (65%) che al Sud (11%) e in maniera più equilibrata tra uomini e donne
di Isabella Della Valle
I punti chiave
2' di lettura
Il fondo comune si conferma un prodotto popolare, comprato spesso con piccoli importi, acquistato più al Nord (65%) che al Sud (11%) e in maniera più equilibrata rispetto al passato tra uomini e donne. La stima dei sottoscrittori è di 11,5 milioni e la maggior parte sono baby boomers anche se si sta assistendo a progressivo spostamento della ricchezza dai più anziani ai più giovani.
Ecco in estrema sintesi gli aspetti salienti che emergono dal consueto osservatorio sui sottoscrittori italiani elaborato da Assogestioni, l’associazione dei gestori di patrimoni. Un lavoro a cura del responsabile dell’Ufficio Studi Alessandro Rota e degli analisti Riccardo Morassut e Francesco Bassi. Lo studio, che considera i fondi di diritto italiano ed estero venduti in italia, è un identikit molto dettagliato che mette a confronto i sottoscrittori da un punto di vista anagrafico, geografico e di genere e lo fa entrando molto nel dettaglio di ciascuna di queste tre caratteristiche.
L’aspetto territoriale
Qui arriva la novità dell’osservatorio. Per la prima volta l’associazione ha analizzato i dati non solo per macro aree (da Nord a Sud comprese le isole) ma anche da un punto di vista regionale dove c’è una significativa variabilità nei risultati. Nell’acquisto di fondi comuni, il primato spetta all’Emilia Romagna con il 31% degli abitanti, mentre il fanalino di coda è la Campania, ferma al 9%.
Tanto per avere un’idea, la media in Italia è del 20%. In termini di province, inoltre, Ragusa è quella in cui si ricorre di più alla formula dei piani di accumulo (35,4%), all’opposto Genova (14,3%). Nel Sud Italia il bacino degli investitori è composto soprattutto da giovani, mentre al Nord sono più anziani e con maggiori disponibilità economiche. A livello complessivo è la Lombardia la regione con l’investimento più alto (145 miliardi), mentre in Molise la cifra scende a 1,1 miliardi. L’importo maggiore, infine, viene speso in Liguria dove l’investimento medio è 51mila euro.
I Pac
Nonostante la formula dei Pic sia prevalente (62%) nella sottoscrizione dei fondi, il ruolo del Pac (38%) assume un’importanza crescente non solo come veicolo per dilazionare l’investimento nel tempo, ma anche come strumento efficace in termini di educazione finanziaria, tanto più che sono soprattutto i giovani a ricorrevi. È una formula che attraverso il risparmio forzoso consente non solo di programmare nel tempo e con costanza l’investimento, ma anche di impostare una pianificazione in ottica previdenziale.
Il gender gap
Si assottiglia sempre di più. Gli uomini rappresentano il 53% dei sottoscrittori e le donne il 47%, mentre per quanto riguarda l’investimento complessivo, la differenza è più significativa: 55% contro il 45%. Meno marcato il distacco sull’investimento medio che è pari a 47mila euro per gli uomini e a 43mila per le donne.
Dove e quando
Mercoledì 17 maggio dalle 16 alle 17.15; titolo: Viaggio alla scoperta dell’investitore italiano. I fondi comuni tra generi, regioni e generazioni.Relatori: Riccardo Morassut, Senior research analyst Assogestioni; Paolo Proli, Head retail division di Amundi Sgr ; Luca Ramponi, Vice DG di Bcc Risparmio e Previdenza Sgr ; Cosmo Schinaia Country head Italy di Fidelity; Simone Rossi Università Cattolica, Alessandro Rota Direttore Ufficio Studi, Assogestioni. Conferenza organizzata da: Assogestioni
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