CONTENUTO PUBBLICITARIO

L'impoverimento peggiora le condizioni delle persone con disabilità

Conosciamo il circolo vizioso tra povertà e disabilità con il direttore di CBM Italia Massimo Maggio

4' di lettura

“Ruanda, 2019. In missione in due villaggi dimenticati e lontani da tutto, è lì che conosco Francois e Xavela. Sei anni lui e otto anni lei, si incontrano per la prima volta quando salgono nel retro della nostra macchina diretta all'Ospedale Kabgayi che CBM sostiene. Escono per la prima volta dopo tanto tempo dalle sicure mura domestiche per affidarsi a noi e poter tornare a giocare e andare a scuola come tutti gli altri bambini. Francois e Xavela non si conoscono ma hanno un destino comune: i loro occhi sono resi ciechi dalla cataratta, una malattia che richiede un intervento che per noi è di routine ma in questa parte del mondo, dove non è scontata né la prevenzione né la cura, rischia di diventare cecità per tantissimi adulti e bambini.. Ricordo come fosse ieri lo sguardo di Callixte, il papà di Xavela, in un misto di amore e di disperazione per non poter fare più di quello che fa ogni giorno per la figlia. Ma si fida di noi, e sono altrettanto indimenticabili i suoi occhi illuminati quando, il giorno dopo l'intervento di entrambi i bambini, abbiamo tolto le bende ai loro occhi. Quando assisto al momento dello sbendaggio - e mi è capitato tante volte in tanti Paesi in via di sviluppo - è pura magia: le persone tornano a vedere subito, come Xavela che non smetteva di piangere per la felicità e come Francois che è uscito per inseguire le formiche: perché finalmente le poteva vedere di nuovo”.

L’impoverimento peggiora le condizioni delle persone con disabilità

Direttore, è passato del tempo da quella missione: come CBM Italia siete tornati di recente nei Paesi di Africa, Sud America e Asia dove portate avanti progetti umanitari di salute visiva?
“Dopo la pandemia, siamo tornati sul campo in diversi Paesi. Ultimo in termini di tempo è l'Uganda, dove sono andato personalmente il mese scorso per visitare i progetti in corso - dallo storico ospedale ortopedico pediatrico CoRSU al nuovo centro oculistico inclusivo a Kitgum - e valutare il loro impatto sulle comunità, in particolare sulle persone con disabilità.Ho trovato una situazione peggiorata, in cui la fascia di popolazione al di sotto della soglia della povertà si è molto allargata. Il Covid, gli effetti indiretti della guerra in Ucraina, i lunghi periodi di siccità legati al cambiamento climatico sono tutte concause di questo quadro grave; basti pensare che molte persone non possono più accedere alle cure perché, anche quei pochi centesimi necessari per andare dal loro villaggio all'ospedale, pesano sul bilancio familiare.Un peggioramento che è ancora più evidente nelle famiglie con persone con disabilità, che sono sempre le più vulnerabili nelle situazioni di crisi. Per questo come CBM continuiamo con il nostro approccio di intervento multidimensionale, che comprende sia la componente di salute sia quella di supporto sociale ed economico, sempre tenendo presente la difesa dei diritti delle persone con disabilità”.

Nel vostro lavoro vi ispirate alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità: può spiegarla in breve?
“La Convenzione è stata adottata dall'Assemblea delle Nazioni Unite nel 2006 per promuovere e tutelare i diritti delle persone con disabilità e combattere le discriminazioni. Purtroppo è conosciuta ancora poco dall'opinione pubblica, ma per noi è un faro che guida il nostro lavoro, sia nei Paesi in via di sviluppo sia in Italia”.

A questo proposito, CBM Italia ha realizzato, nell'ultimo anno, 30 progetti in 13 Paesi di Africa, Asia e America Latina, raggiungendo 1,3 milioni di persone. In Italia ha realizzato 10 progetti. Può raccontarne qualcuno?
“Sono progetti che mettiamo in campo con un approccio integrato che comprende prevenzione, cura e riabilitazione delle disabilità visive e inclusione delle persone con disabilità nella comunità. In Italia lavoriamo molto sulla promozione della cultura dell'inclusione e la diffusione della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, soprattutto nelle scuole, per portare l'attenzione sui diritti delle persone con disabilità e sull'inclusione.Nei Paesi in via di sviluppo realizziamo interventi di salute visiva, di educazione, formazione e lavoro, e di emergenza. Progetti attraverso cui vogliamo spezzare quel ciclo che in questi Paesi lega povertà e disabilità”.

Può spiegarci meglio questo ciclo che lega povertà e disabilità nei Paesi in via di sviluppo?
“Quando vivi in povertà non puoi accedere alle cure o all'assistenza di cui hai bisogno, per questo rischi di sviluppare una disabilità; e quando hai una disabilità rischi maggiormente di diventare povero. Tutti hanno il diritto di vedere ed essere visti, per questo il nostro impegno è di interrompere questo ciclo attraverso progetti di salute, educazione, vita indipendente e interventi di emergenza che mettono al centro le persone con disabilità e i loro diritti.Sono tre gli ambiti di intervento su cui CBM Italia concentra le attività. Il primo è l'Inclusive Eye Health, che include i progetti mirati a prevenire e ridurre le disabilità visive evitabili come cataratta, difetti rifrattivi e malattie tropicali dimenticate come il tracoma a chi vive nelle comunità più povere. Coinvolgiamo medici e operatori locali, a cui forniamo equipaggiamenti specialistici con adeguata formazione, per realizzare screening, visite e operazioni chirurgiche, distribuiamo occhiali e ausili, realizziamo cliniche mobili per raggiungere i villaggi più lontani. Il secondo è il Community Based Inclusive Development, ovvero: lavoriamo per l'inclusione sociale, cercando di generare un cambiamento positivo nella vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie, riducendo il rischio di esclusione dai contesti sociali, come la scuola, e proponendo un'educazione alimentare e finanziaria con il microcredito. A tutto questo si aggiungono gli interventi nelle situazioni di emergenza, soprattutto ambientali, in cui lavoriamo affinchè le persone con disabilità non solo siano incluse negli aiuti ma anche siano coinvolte in prima linea nelle attività di prevenzione ”.

In conclusione, come è possibile aiutare CBM Italia per continuare a mantenere vivi questi progetti?
“Tra le varie possibilità di sostegno c'è sicuramente la destinazione del 5xmille, che alla persona non costa nulla e per noi vuol dire tanto. Si può mettere una firma per CBM Italia e far propria una convinzione che mi ha suggerito un gruppo di ragazzi ugandesi: disability is not inability, una persona con disabilità è una persona che ha altre abilità”.

Dona il tuo 5xmille a CBM Italia

Loading...
Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti