L’incredibile statistica di Wall Street: da 95 anni scende il lunedì e guadagna martedì e mercoledì
A gennaio la prima Borsa al mondo tende a salire mentre settembre è il peggiore mese dell’anno. I dati dimostrano che il listino presenta una forte stagionalità su scala settimanale
di Vito Lops
I punti chiave
3' di lettura
Lunedì nero e mercoledì da leoni. Sembrerebbe che Wall Street, statistiche alla mano, segua questi slogan. Nati sulla base di sedute realmente accadute ma poi inspiegabilmente reiterati nel tempo. Andando a fondo sui dati scopriamo che un giorno non vale l’altro in Borsa. I mercati vivono di emozioni e di stagionalità. Se ad esempio prendiamo le chiusure di Wall Street negli ultimi 95 anni, scopriamo che il lunedì è il giorno più debole dei cinque in cui il listino è aperto. Così come, estendendo il concetto su scala mensile, balza all’occhio - in base ai dati elaborati da Seasonax - che settembre è certamente il peggiore fra i 12 mesi dell’anno (con un ribasso medio superiore all’1%).
Gennaio e settembre, due mesi particolari
Su scala mensile è forse più semplice provare a risalire al perché, alle sottostanti motivazioni psicologiche che guidano Mr Market che in fondo è la somma dei comportamenti dei vari attori in campo (trader, fondi hedge, fondi comuni di investimento, ecc.). Gennaio, ad esempio, è tendenzialmente positivo perché i gestori vogliono provare subito a mettere fieno in cascina per cominciare l’anno con il piede giusto. Mentre settembre ha una stagionalità estremamente negativa anche perché, magari, molti investitori tornati dalle vacanze, hanno bisogno di prelevare un po’ di fondi dai mercati per fronteggiare le spese che incombono nell’ultima parte dell’anno.
Sell in May non vale più
Va comunque detto che le statistiche si evolvono e gli scenari possono cambiare. Per questo è bene analizzare se vi è una confluenza tra il lungo periodo e il breve periodo. «Prendiamo ad esempio il mese di maggio - spiega Mirko Castignani - trader professionista e formatore di Vantaggio Sleale -. Negli ultimi 95 anni risulta un mese mediamente negativo ma se analizziamo un periodo più recente, esattamente gli ultimi 10 anni, scopriamo che il detto “sell in May and go away” è stato nella maggior parte dei casi smentito. Il vero mese da cui fare attenzione, anche perché confermato sia sul lungo periodo che dall’analisi dei dati più “moderni” è settembre».
È un po’ più complesso trovare ragioni psicologiche che spieghino la forte statistica su base giornaliera in base alla quale il lunedì è nettamente il giorno peggiore dalle parti di Wall Street. Era lunedì, quel 19 ottobre del 1987 in cui la Borsa statunitense evaporò più del 20% della sua capitalizzazione, in quello che poi è stato battezzato come “il lunedì nero” e che tutt’oggi è il giorno peggiore della storia della finanza.
Black Monday, ma perché?
Ma perché proprio il lunedì? Forse perché nel week end i mercati sono chiusi e poi a inizio settimana si trovano a scontare tutto d’un colpo, all’apertura del lunedì, eventuali cigni grigi o neri intercorsi il sabato o la domenica. O forse per qualcos’altro. In ogni caso i dati parlano chiaro, tanto su una scala temporale molto estesa (95 anni) tanto nella conferma su scala più breve (ultimi 10 anni).
«Al di là della motivazione sottostante, tutt’oggi misteriosa, si tratta di un’informazione rilevante che consente agli investitori e, soprattutto ai trader, di attuare strategie con un forte vantaggio statistico - prosegue Castignani -. Per questo motivo abbiamo implementato la strategia “Thank God it’s monday” sulla base della quale acquistiamo future sull'indice S&P 500 alle 21.50 del lunedì e vendiamo il mercoledì sera. Una strategia semplice ma estremamente profittevole. Funziona anche su altri indici e sottoindici americani ma l’S&P 500 offre il miglior rapporto rischio/rendimento perché su questo paniere il drawdown, ovvero la perdita potenziale massima, è inferiore. Non sappiamo perché ma questa strategia invece non funziona sugli indici europei».
C’è quindi lavoro per psicologi e antropologi: dovranno spiegarci perché il primo mese dell’anno la più grande Borsa al mondo tende a salire mentre nel primo giorno della settimana fa marcia indietro.
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