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L’indomabile commissario Carrera

“Favola per rinnegati” di Alessandro Bongiorni è in libreria per i tipi di Mondadori

di Marco Onnembo

2' di lettura

“Favola per rinnegati” di Alessandro Bongiorni, edito da Mondadori, è un giallo d'altri tempi. Per l'intreccio narrativo, per la capacità di disegnare immagini con le parole e far rivivere atmosfere degne di quella Milano “poliziottesca” che tra gli anni Settanta e Ottanta è stata scenario di tanti film di genere. In questo romanzo, dove non mancano riferimenti al noir e al thriller psicologico, la lettura scivola via facile e le descrizioni di luoghi e persone – a cominciare dall'indomabile commissario Carrera - donano maggiore modernità alla scrittura e credibilità alla storia.

Come da manuale, un evento scatenante, un atto apparentemente insensato e violento di due ragazzi – sparare sulla folla a Milano, armati di kalashnikov – dà vita ad una vicenda dove niente è scontato e dove la prima pista, la più ovvia, ragionevole e scontata, è sicuramente quella sbagliata.

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Forse è questo uno dei segreti della scrittura di Bongiorni, e della riuscita di questo romanzo, seguire la tradizione per rinnovare un genere che da troppi anni sta strizzando l'occhio a forme di sperimentalismo linguistico e di narrazione metropolitana che mal si conciliano con la tradizione più autentica del giallo all'italiana.

Il commissario Rudi Carrera

Il protagonista, il commissario Rudi Carrera, ricorda nei modi, nei tempi di riflessione e in un certo allure, il compianto Gianni Cavina quando interpretava il commissario Sarti, il poliziotto bolognese uscito dalle pagine di Loriano Macchiavelli. Un cliché rassicurante, quello proposto da Bongiorni, del poliziotto vecchia scuola che bazzica i bassifondi e i “maledetti”, i perduti e i “rinnegati” pur di giungere alla verità. Che è un male necessario.

Ma Carrera è un uomo – e anche qui l'autore asseconda un altro cliché che però funziona - per il quale vita privata e lavoro sono un ossimoro, perché i disastri della prima sono indispensabili per alimentare il secondo. Nel romanzo, e nella vita, è il destino di chi deve tirare fuori il peggio di sé per dare il meglio ed è il destino che spetta ai “generosi”, a quelli che si dannano l'anima per fare giustizia perché va bene così.Ma in questa storia c'è anche qualcosa di più: il racconto della contemporaneità attraverso la descrizione delle vicende del protagonista – e del suo compagno di avventure, l'Arciere, un altro personaggio problematico, con poco futuro e attento ad inseguire solo la sua vendetta - finiscono con l'essere uno spaccato della modernità che vede l'individuo, il singolo, vinto e isolato. Almeno nella propria dimensione esistenziale.

Il cinismo

Il cinismo, più che un metodo, appare un rifugio dove i “rinnegati” possono avere la meglio o, per un poco, trovare conforto. Nel racconto c'è spazio anche per incrociare le storture, nate dal web, dei comportamenti sociali sui più giovani; così come emerge, più importante di quanto non sembri, la vicenda umana di Raimondo, amico di Carrera, barbone per scelta ed ex ingegnere, che sembra il più lucido di tutti.

“Favola per rinnegati”, Alessandro Bongiorni, Mondadori, pagg. 456, euro 18,50


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