L’inedito quotidiano di Frank Ockenfels
I suoi scatti in esposizione al Fotografiska di Tallinn, fino al 9 ottobre
di Alessandro Turci
2' di lettura
Nel quartiere creativo di Tallinn, il Telliskivi, l'archeologia sovietica si mescola alla voglia di nuove forme espressive con quel tocco di entusiasmo che spesso occhi severi e cinici si vedono costretti a perdonare ai debuttanti sulla scena. Ma quando si varcano le porte del Fotografiska – spazio espositivo dedicato alla fotografia con primogenitura a Stoccolma e sedi racée a New York, Berlino, Shanghai e Miami – tutto cambia.
C'è ancora un mese di tempo per la mostra dedicata al fotografo americano Frank Ockenfels: Introspections. Un mese per ricredersi e ridefinire il concetto di inedito quotidiano. Versatile nel medium – fotografia, pittura, video, collage – e univoco nel messaggio semantico, a sua volta un inno alla poliedricità delle prospettive.
Ockenfels
Con una simile mostra la “lontana” Tallinn si pone al centro del dibattito, e insieme all'arte di Ockenfels suggerisce come il fulcro delle idee non abbia geografia precisa, ma solo magnetismo. Tallinn ci appare quindi vicina – e in fondo lo è – con quell'aura insieme di avanguardia e di retroguardia di netta impronta baltica.Le immagini di Ockenfels scrutano la bellezza. La trovano nella distorsione, nell'esasperazione, nell'utilizzo di materia arcaica – come il carbone – per una ricerca di neri d'ascendenza giapponese, scevri però da uno zen di maniera e dalla maniera dei manieristi imitatori occidentali. Ockenfels, insomma, prima metabolizza e poi rimodella, su carta o su tavola da skateboard, indifferente al volto da stralunare, sia esso quello di un nome sconosciuto o di una star del rock senza eguali.Dalla miniatura alla generosa metratura, lo sfregio perpetuo di questa mostra risulta alla fine equilibrio, armonia tonale e istanza di riflessione.
L’occasione per chi a Tallinn è ghiotta, e senza limiti temporali, anche per una visita al Kumu Art Museum, la galleria d'arte moderna. La collezione permanente è uno scrigno. L'arte sovietica, ad esempio, è rappresentata sia nelle sue espressioni ufficiali sia in quelle della dissidenza; e anche in quelle della complessa elaborazione post anni Novanta. Il risultato è un compendio, un mostrare senza giudicare, con un'umile sapienza di curatela (conta ciò che si espone, non l'ego di chi allestisce…) e sottili tocchi d'ironia affinati da anni di censura. La miglior scuola.Pekka Vapaavuori, finlandese, è l'architetto del Museo, avveniristica struttura in un parco del Settecento, il Kadriorg, voluto dallo zar Pietro il Grande. La sintesi tra il barocco pietrino e il futurismo bilanciato di Vapaavuori accarezza lo sguardo, così come le esposizioni temporanee hanno tutte la netta impronta del non casuale, del mai banale, del museo fatto, guarda un po', con amore.Al Fotografiska come al Kumu, in Estonia l'ovvio e l'ottuso son rimessi in gioco, molto spesso con ironia. Un solo esempio: la Nudist Winery, sempre a Telliskivi, scommette sul doppio senso semantico: nuda nel senso di “in purezza”. Visitatela quindi indossando sempre qualcosa.
Introspections, Frank Ockenfels, Fotografiska, Tallinn, fino al 9 ottobre
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