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L’inflazione sposta verso la fascia bassa i consumi di vino (comunque in calo)

Nei primi 9 mesi dell’anno le vendite di vino in volume sono calate del 3,4% (contro il meno 3,9% del primo semestre). Fatturato di andamento esattamente opposto: in aumento del 3,4%.

di Giorgio dell'Orefice

I vini che piacciono di più oggi? Quelli“gastronomici”

3' di lettura

Pesa ancora l’inflazione sulle vendite di vino italiano. Sia sul mercato interno che sul fronte delle esportazioni. Anzi il mercato interno, soprattutto nel canale della Gdo che ancora copre oltre il 70% delle vendite di vino in Italia, fa segnare a settembre un lieve miglioramento rispetto al mese precedente. Peggiora ancora invece la performance sui mercati esteri che non da ancora segni di rimbalzo.

È lo scenario che emerge dai dati dell’Osservatorio Ismea Uiv. Un quadro dal quale emergono ancora le scelte “difensive” da parte dei consumatori che prediligono i prodotti di fascia più bassa, anzi l’intravedono come l’unica opzione per continuare a consumare vino.

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Nella grande distribuzione organizzata italiana nei primi nove mesi dell’anno le vendite in volume sono calate del 3,4% (contro il meno 3,9% del primo semestre). In valore il fatturato tocca i 2,1 miliardi e solo grazie al caro prezzi fa segnare un progresso del 3,4%. Timido segnale di ripresa per la categoria spumanti (+0,6% le vendite in quantità e più 6,2% in valore) che va molto meglio dei vini fermi (-3,9% nei volumi e +2,6% in valore).

Calo delle vendite a vantaggio del low cost

La “sostituzione” di prodotti di maggiore qualità con quelli di prezzo inferiore è evidente proprio all’interno della categoria degli spumanti dove le bollicine low cost (“Charmat non Prosecco”, con 25 milioni di litri acquistati), che hanno ormai superato nelle vendite in volume anche il Prosecco Doc (24,8 milioni, comunque in risalita) e che si stanno sempre più affermando non più solo nei discount ma anche nei canali iper e super.

Un processo analogo lo si sta registrando anche tra alcune denominazioni importanti come il Chianti Classico (volumi a -13,2%), o ancora il Prosecco Docg (-14,5%) che cedono quote a indicazioni geografiche o vini comuni che propongono prezzi più accessibili.

Nel complesso, i listini rimangono alti (+7% sul pari periodo 2022) e l’unico formato a crescere tra gli scaffali, per i vini a denominazione come per quelli comuni, è quello di plastica e bag in box che in media registra un prezzo di 1,8 euro/litro. Tra le tipologie, in quantità fanno leggermente meglio della media (-3,9%) i vini bianchi (-3%), i rosati (-3,6%) mentre ancora in difficoltà risultano i rossi (-4,8%).

Gli spumanti virano in positivo (+0,6%) ma la crescita riguarda, oltre all’Asti (+4,5%), solo i già citati “Charmat non Prosecco”, senza i quali anche il comparto bollicine pagherebbe un -3,6% nei volumi.

Vermentino, Cannonau e Asti in controtendenza

Tra i vini a denominazione d’origine imperversa ancora il segno meno. Nella Top ten solo Vermentino di Sardegna, Puglia Igp e il Cannonau che virano in positivo (con rispettivamente +4%, +2% e +3% in volume). Male il Chianti (-4,4%), in negativo anche se con qualche miglioramento il Montepulciano d’Abruzzo, che da -14% di marzo è arrivato a -9% a giugno per risalire a -6,6% a settembre. In forte discesa il Nero d’Avola siciliano, a -12% e il Verdicchio di Jesi (-18,9%).Tra i veneti, Valpolicella a -2% e Bardolino a -3,4%, mentre il Soave continua a essere positivo, chiudendo il conto dei nove mesi a +5%.

Esportazioni vinicole in sofferenza

«A un mercato interno debole – concludono all’Osservatorio Ismea-Uiv – e ai costi produttivi ancora alti, non fanno da contraltare le esportazioni: il dato Istat sui primi 7 mesi dell’anno evidenzia infatti una contrazione tendenziale sia nei volumi (-1,5%) che nei valori (-1,2%, a 4,45 miliardi di euro). Un peggioramento anche rispetto all’export del semestre (che segnava rispettivamente -1,4% e -0,4%) per effetto delle difficoltà nell’extra-Ue (volumi a -8,5%) non del tutto controbilanciato dalla domanda comunitaria (+5,4%). Tra i prodotti, è forte la domanda di sfusi (+13,1%) mentre sono in contrazione sia gli spumanti (-3,2%) che i vini imbottigliati (-4,9%), dove pesano le forti difficoltà dei rossi (-10%)».


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