Interventi

L’innovazione a Torino e il valore di dire «non so»

di Piero Formica

3' di lettura

Città delle idee, Torino affronta la natura mutevole del servizio pubblico con InnovaTO, una competizione virtuosa all'interno dell'organizzazione comunale. L'obiettivo è «valorizzare idee innovative trasformandole in soluzioni in grado di creare vantaggi economici e sociali». L'ideazione ad opera del personale dell'Amministrazione torinese è una leva per alzare la prestazione delle attività comunali e far crescere il valore delle risorse impiegate. InnovaTo ha suscitato interesse sia in Italia che all'estero. La Città di Torino è stata invitata a promuove e realizzare questa iniziativa all'interno di alcune amministrazioni europee: Rotterdam (Paesi Bassi), Città Metropolitana di Parigi (Francia), Porto (Portogallo), Murcia (Spagna), Cluji Napoca (Romania) e Veszprem (Ungheria).
InnovaTo è un faro accesso sui processi di ideazione che trasformano il modo di operare. Lavorare stanca, scriveva Cesare Pavese. Cesare Morselli nel suo romanzo Il comunista descriveva il lavoro come l'aprirsi «una strada nella materia bruta, cavandola, trasportandola, trasformandola. E dove non c'è sforzo non c'è lavoro». La poetessa Wislawa Szymborska nella sua lezione in occasione del Premio Nobel assegnatole nel 1996, ha così dipinto la nostra società: «La maggioranza degli abitanti di questa terra lavora per procurarsi da vivere, lavora perché deve. Non sono essi a scegliersi il lavoro per passione, sono le circostanze della vita che scelgono per loro. Un lavoro non amato, un lavoro che annoia, apprezzato solo perché comunque non a tutti accessibile, è una delle più grandi sventure umane. E nulla lascia presagire che i prossimi secoli apporteranno in questo campo un qualche felice cambiamento».
InnovaTo ci presenta un possibile scenario alternativo. Crollano i muri alzati dai conformisti che hanno paura delle idee avverse. Gli ideatori creano ponti e osservano il mondo come se lo stessero vedendo per la prima volta. Le loro visioni, direbbe Vladimir Nabokov, «sono rotonde, come l'universo o gli occhi di un bimbo la prima volta che vede uno spettacolo circense». Quando i loro esperimenti si discostano dalle aspettative secondo le leggi conosciute, l'apertura mentale è massima dal momento che si è colto qualcosa di inatteso.
InnovaTo ci dice anche che le idee innovative e la loro valorizzazione fioriscono nel giardino dell'apprendimento il cui nome è ‘Io non so'. L'apprendimento esalta le domande alimentate dal dubbio e dalla curiosità, al di fuori delle mappe note. Come diceva Keynes, si fanno domande per sfuggire alle vecchie idee «che si ramificano in ogni angolo della nostra mente». Il ‘non so' stimola gli ideatori ad entrare in territori vergini, non contemplati dalle mappe della conoscenza. È, dunque, con le ali del ‘non so' che volano gli ideatori. Nella lezione già citata, la Szymborska ha detto che il ‘non so' estende «la nostra vita in territori che si trovano in noi stessi e in territori in cui è sospesa la nostra minuta Terra. Se Isaac Newton non si fosse detto ‘non so', le mele nel giardino sarebbero potute cadere davanti ai suoi occhi come grandine e lui, nel migliore dei casi, si sarebbe chinato a raccoglierle, mangiandole con gusto. Se la mia connazionale Maria Sklodowska Curie non si fosse detta ‘non so' sarebbe sicuramente diventata insegnante di chimica per un convitto di signorine di buona famiglia, e avrebbe trascorso la vita svolgendo questa attività, peraltro onesta. Ma si ripeteva ‘non so' e proprio queste parole la condussero, e per due volte, a Stoccolma, dove vengono insignite del premio Nobel le persone di animo inquieto ed eternamente alla ricerca».
Sottoposti all'insegnamento, entriamo nel pozzo della conoscenza il cui nome è ‘Io so' e lo discendiamo per sapere sempre più in dettaglio. Giunti in fondo al pozzo, ciò che si è appreso essere vero è un dogma a cui ci aggrappiamo. Nel frattempo, sono apparse prove emergenti del contrario. Per poterle comprendere ed assimilare, dovremmo risalire dal pozzo e uscirne per vedere le stelle del cambiamento. Il dogma mutato ormai in superstizione impedisce di farlo. Ci muoviamo solo in modo difensivo per consolidare i principi fondamentali della conoscenza formalizzata. Gli ideatori audaci scoprono le sorgenti di un nuovo fiume di conoscenza che scorre nei territori creativi. InnovaTo li sostiene lungo la loro esplorazione.
piero.formica@gmail.com

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