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L’intelligenza artificiale può prevedere chi vincerà il premio Nobel?

I chatbot tipo ChatGpt non sembrano essere molto adatti per questo tipo di attività, ma con alcune modifiche potrebbero migliorare l’arte di identificare i futuri vincitori

di Francesca Cerati

(Adobe Stock)

2' di lettura

L’intelligenza artificiale generativa non è una sfera di cristallo. A pochi giorni dall’annuncio dei premi Nobel (dal 2 ottobre), Santo Fortunato, uno scienziato delle reti dell’Università americana dell’Indiana a Bloomington, ha chiesto alla versione gratuita di ChatGpt se potesse prevedere i vincitori di quest’anno. Ma la risposta del chatbot è stata chiara: «non posso predire il futuro, compresi i vincitori del Premio Nobel per il 2023 o qualsiasi altro anno», riferisce Nature

Claude, il chatbot di Google, non ha fatto meglio del suo concorrente quando Santo Fortunato e i suoi studenti hanno provato a chiedere di identificare, nelle categorie scientifiche del Nobel (chimica, fisica e fisiologia o medicina), le tre grandi scoperte fatte da scienziati viventi che non hanno ancora ricevuto un premio Nobel.

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Entrambi i chatbot sono stati in grado di individuare importanti scoperte, dallo sviluppo dello strumento di modifica del genoma Crispr alla scoperta del materiale grafene 2D, ma nella maggior parte dei casi hanno scelto ricercatori che hanno già ricevuto un Nobel o già deceduti, ignorando quindi le istruzioni.

E in futuro? Il potenziale per diventare potenti strumenti di previsione c’è, ma dovrebbero essere modificati e addestrati su dati appropriati, in caso contrario potrebbero perpetuare i pregiudizi che hanno circondato il Nobel nel tempo: da quando sono stati introdotti i premi, più di un secolo fa, solo 60 donne hanno vinto. Di conseguenza, se i chatbot vengono addestrati sui dati relativi ai vincitori del passato, potrebbero avere maggiori probabilità di scegliere uomini piuttosto che donne come potenziali vincitori anche in futuro.

Anche la società di analisi Clarivate - che la settimana scorsa ha pubblicato la sua lista annuale dei “vincitori delle citazioni” e ha già predetto con successo più di 70 futuri vincitori del premio Nobel negli ultimi due decenni - ha già iniziato a esplorare come l’intelligenza artificiale generativa potrebbe aiutare a prevedere i futuri vincitori del prestigioso premio.

I modelli linguistici di grandi dimensioni (Llm) potrebbero infatti essere un valido supporto, per via della loro capacità di analizzare enormi volumi di lavori scientifici, catturare altri segnali dell’impatto della ricerca, migliorando la completezza del pool di candidati. Le citazioni da sole infatti non bastano. Per ricevere il primo premio, i ricercatori devono produrre un lavoro innovativo che faccia avanzare un campo o abbia un impatto fondamentale sulla società.

A oggi, però, quando si tratta di decidere chi vincerà il Premio Nobel nulla può competere con il giudizio umano.

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