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«L’Ipo Porsche avrà successo: saremo più autonomi da Volkswagen»

Parla Lutz Meschke, direttore finanziario della casa tedesca: «Miriamo a una base di investitori bilanciata. Il collocamento retail è un fattore molto rilevante»

di Isabella Bufacchi

5' di lettura

«Sono fiducioso, l’Ipo avrà successo». Lutz Meschke, Vice-Presidente del Consiglio di Amministrazione e Membro del Comitato Esecutivo Finanza e IT di Porsche AG, ha già iniziato a sondare il mercato e «i colloqui con gli investitori stanno andando molto bene», nonostante i tempi siano difficili. Porsche debutta in Borsa con un’Ipo sul 25% delle azioni privilegiate, pari al 12,5% del capitale totale. E Meschke, direttore finanziario, in questa intervista esclusiva, ci porta dietro le quinte di una delle più grandi Ipo in Europa mai fatte.

Quanto è importante il mercato italiano per Porsche e per questa IPO?

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L’Italia è sempre stata un mercato importantissimo per Porsche. Vendiamo circa 6.000 vetture all’anno in Italia, dove vantiamo una solida fan-base. I nostri clienti italiani sono entusiasti del nostro marchio ed è per questo che due anni fa abbiamo deciso di realizzare un Porsche Experience Center in Italia, per offrire ai nostri clienti e agli appassionati la possibilità di provare le nostre auto. Il Porsche Experience Center Franciacorta è stato inaugurato di recente e ciò dimostra quanto l’Italia sia importante per noi in generale. Quanto alla partecipazione degli investitori italiani alla nostra IPO, è presto per parlarne... ne sapremo di più tra un paio di settimane.

L'Ipo rischia di deludere gli investitori retail, in Germania gira voce non ci sono abbastanza azioni privilegiate per i privati...

Miriamo a una base di investitori molto bilanciata nell’Ipo, questo è importante per noi. Il nostro obiettivo è di attrarre con l’Ipo una base di investitori ben diversificata e forte. Il collocamento retail è un fattore molto importante, abbiamo banche che se ne occupano in Germania, Italia, Francia, Spagna, Austria e Svizzera.

Avete già sondato il mercato ai fini del pricing? Puntate a una valutazione di 80 miliardi?

L’attenzione dei mercati dei capitali è focalizzata su Porsche. I colloqui con gli investitori stanno andando molto bene. Apprezziamo l’elevato interesse nella nostra azienda e siamo ottimisti nonostante le difficili condizioni di mercato. Vogliamo essere pronti per l’Ipo per fine settembre, inizio ottobre. Prima sarà, meglio sarà.

Porsche si presenta con targets finanziari chiari: prevedete fatturato in crescita a 38-39 miliardi di euro nel 2022, un nuovo record. Puntate a un aumento del margine EBIDTA tra il 25 e il 27% nei prossimi anni e return on sales all’insù del 20% a lungo termine. Ma i mercati sono nervosi, gli investitori sono spaventati, preoccupati. Perché esporsi ora al rischio Porsche?

Porsche ha un modello di business solido. Abbiamo sempre dimostrato una buona resilienza alle crisi: per esempio nel 2008 e in pandemia. Prima della crisi finanziaria, abbiamo venduto meno di 100.000 auto, principalmente negli Usa e in Europa. La Cina in quel momento non era ancora così importante. Nel 2020 abbiamo raggiunto un margine operativo di quasi il 15% e un forte cash flow netto. Questo dimostra che Porsche ha il potenziale per avere successo in tempi di crisi. Nel primo semestre di quest’anno ci siamo trovati di fronte a crisi multiple: la violenta pandemia Covid-19 in Cina, i problemi sulle catene di fornitura dovuti alla guerra in Ucraina. Eppure siamo riusciti a incrementare la nostra redditività e il cash flow, nonostante un leggero calo dei volumi delle vendite. Questo conferma la base solida dei clienti. E dopo le crisi con Panamera, Macan e Taycan a trazione solo elettrica abbiamo costruito una linea di modelli di successo. Porsche ha avuto successo nelle crisi. Sono fiducioso che Porsche è ben posizionata per avere successo anche in futuro.

LA FOTOGRAFIA DEL GRUPPO
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Cosa intende per “successo”?

È importante che Porsche possa esprimere tutto il suo potenziale in futuro e l’Ipo contribuirà in maniera significativa al raggiungimento di questo obiettivo. Abbiamo concordato di stringere una cooperazione industriale con il gruppo Volkswagen. Questi contratti definiranno come sarà il nostro rapporto dopo l’Ipo. Quindi dopo l’Ipo Porsche avrà maggiore autonomia. Porsche.
Il Consiglio di amministrazione di Porsche sarà nella posizione di poter prendere decisioni senza che il gruppo VW abbia l’autorità di dare istruzioni. E’ importante dal punto di vista dell’investitore che il destino di Porsche sia nelle mani del Board di Porsche. In parallelo resta la piena flessibilità per ulteriore cooperazione con i marchi VW nei campi che
servono a Porsche.

Come si posiziona Porsche nel mercato delle auto elettriche di lusso? E come finanzierete questa trasformazione?

Otto anni fa abbiamo deciso
di puntare con determinazione sulla mobilità elettrica e di farlo in modo rigoroso. Per un produttore di auto sportive come noi,
era chiarissimo che si doveva reagire rapidamente. Per conquistare una quota adeguata di questo nuovo mercato,
dovevamo essere veloci. Così abbiamo deciso anticipando i tempi di sviluppare la Taycan: un’auto che è una Porsche al 100%, nel design, nelle prestazioni e anche in termini di sostenibilità. Siamo riusciti a dare vita al “lusso moderno”, vale a dire un prodotto di lusso con un approccio orientato al valore, un prodotto per le nuove generazioni che si assume le responsabilità sociali all’interno della comunità. Questo è un mix importante per il futuro dei prodotti di lusso. Non basta investire in un’auto, in un prodotto: il prodotto deve rispettare l’ambiente, la società. Per questo abbiamo obiettivi molto ambiziosi in materia di CO2, lavoriamo per avere la neutralità delle emissioni nella catena del valore nel 2030.

Con l'Ipo, VW avrà fondi freschi da investire. E Porsche ?

Abbiamo una posizione molto forte se si tratta di cash. Nel 2021 abbiamo avuto il margine del cash flow netto attorno al 12%. L’obiettivo di medio termine è più alto, tra il 12,5% e il 14%. Con la nostra capacità di generare flussi di cassa , siamo fiduciosi di poter finanziare gli investimenti necessari futuri. Intendiamo mirare nel medio termine a un dividend payout ratio del 50% dei profitti IFRS consolidati del gruppo Porsche, post tasse, attribuibili agli azionisti.

Ci troviamo inoltre in una posizione molto buona per quanto riguarda la digitalizzazione e la transizione BEV, dato che abbiamo anticipato i tempi e quindi abbiamo già investito molto in questo negli ultimi anni, a livello di impianti di produzione, attrezzature, apparecchiature. Nei prossimi anni trarremo enormi vantaggi in termini di economie di scala. Miriamo ad aumentare ulteriormente il nostro margine di redditività e i cash flows.

Puntate anche sulla crescita di potenziali nuovi clienti, i millennials, le donne?

In Cina, le donne sono il 50% dei nostri clienti. mentre l’età media dei nostri clienti in Cina è di circa 35 anni, e questo è totalmente diverso dall’Europa dove l’età media è di 50 anni e più. I millennials sono molto importanti nella nostra clientela di base, perché cambia le aspettative dei nostri clienti. Digitalizzazione e connettività stanno diventando più importanti. E gli HNWI (High net worth individuals) ci si aspetta supereranno i 100 milioni entro il 2026, un aumento considerevole a livello mondiale nei prossimi 5 anni. Per questo motivo prevediamo di vendere più
Luxury SUV e più auto di lusso. Si tratta di un potenziale enorme addizionale, in termini del mix di prezzo e di prodotto con il nostro forte marchio.

Riproduzione riservata ©
  • Isabella Bufacchivicecaporedattore corrispondente dalla Germania

    Luogo: Francoforte, Germania

    Lingue parlate: inglese, francese, tedesco, spagnolo

    Argomenti: mercato dei capitali, ECB watcher, fixed income e debito, strumenti derivati, Germania

    Premi: Premio Ischia Internazionale di Giornalismo per l’analisi economica, Premio Q8 per giovani giornalisti economici

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