Produzione industriale

L’Istat certifica il rallentamento di fine anno

Cingolani: l'aumento di costi dell'energia nel 2023 rischia di superare l'intero Pnrr

di Ca.Mar.

(AFP)

2' di lettura

Il dato ufficiale è atteso per chiudere il cerchio sul 2021, l’anno del post-lockdown, con una crescita del Pil molto sostenuta ma con segnali meno positivi sullo scorcio finale. Causa il forte rialzo dei prezzi energetici - che ha fatto schizzare l’inflazione - e le strozzature nelle catene del valore emerge una battuta d’arresto, a partire dalla produzione industriale. Domani l’Istat renderà nota la stima mensile di dicembre 2021 (assieme alla nota mensile sull’economia): dall’esperienza che si trae dalla comparazione dei dati, i numeri dell’Istituto centrale di statistica tradizionalmente non si discostano molto da quelli di altre previsioni autorevoli, a partire dal Csc-Confindustria, che ha indicato a dicembre -0,7% (e del -1,3% a gennaio), che si confronta con il forte rimbalzo di novembre, +1,9% rispetto a ottobre. Una dinamica molto sostenuta, che aveva riportato gli indici sopra i livelli pre-Covid: l’indice supera superato del 3,1% il valore di febbraio 2020, mese antecedente l’inizio dell’emergenza sanitaria, superiore ai livelli Ue e in particolare nei confronti della Germania, che presenta un gap dai livelli pre-pandemia di circa il 6 per cento, in virtù dell'andamento cedente registrato nella seconda metà del 2021.

Ma a fine anno si è registrata una frenata: l'Ufficio Parlamentare di Bilancio, nell'ultima nota scrive che «gli indicatori congiunturali settoriali degli ultimi mesi delineano una moderata fase espansiva, pur in presenza di numerosi segnali di rallentamento». Dice Paolo Gentiloni, commissario Ue all’economia, in audizione: al Parlamento Europeo «La situazione economica appare meno benigna nel brevissimo termine a causa della variante Omicron, delle strozzature della catena dell'offerta globale, dell'aumento dei prezzi dell'energia. Di conseguenza l'incertezza è molto alta e dobbiamo restare vigili per evitare di far andare la ripresa fuori rotta, poiché dobbiamo ancora affrontare diversi rischi al ribasso e venti contrari». Il peggioramento della situazione pandemica in gran parte d’Europa «è improbabile che lasci l’attività economica intatta nel primo trimestre» del 2022, aggiunge il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, che ha aggiunto: «Ci si aspetta che l’incremento dell’inflazione durerà per un periodo più lungo rispetto alle previsioni». E sull’aumento dei prezzi energetici interviene il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani: «L’aumento del costo dell’energia rischia di avere un costo totale l’anno prossimo superiore all’intero pacchetto del Pnrr. Quindi non è che il Pnrr ci ha messo al sicuro da tutto». Per tornare all’andamento della produzione Ref-Ricerche scrive che «restano i problemi dal lato dell’offerta, che stanno impedendo alla produzione di soddisfare pienamente i livelli della domanda. In particolare, le valutazioni sull'adeguatezza del livello delle scorte sono ancora sui minimi storici, a fronte di aspettative sull'andamento della produzione sui massimi, coerentemente con l'arretrato di ordinativi da soddisfare».

Loading...
Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti