bilancio dei test match di rugby

L’Italia, gli All Blacks e un calendario ovale da rivedere

di Giacomo Bagnasco

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4' di lettura

Per gli Azzurri del rugby quello con la Nuova Zelanda è stato un match sempre perso e quasi sempre improponibile. Giochi contro gli All Blacks e il più delle volte prendi una mazzata che fa volare l’autostima a chilometri di distanza. Il 3-66 di sabato scorso all’Olimpico rischia - essendo anche l'ultima partita di questo autunno - di prevalere su tutto il resto nel ricordo e nelle convinzioni. Abbiamo perso male l’incontro tra squadre in buona parte sperimentali con l’Irlanda, abbiamo combattuto con l'Australia giocando a tratti alla pari e soprattutto ci siamo imposti sulla Georgia, dimostrando una discreta superiorità rispetto ai caucasici. Poi arrivano i Neri: si può dire che sono fuori categoria, di un altro pianeta, che hanno il Dna ovale eccetera eccetera, ma non consola granché. Oltretutto, i 63 punti di differenza dell’Olimpico sono lo scarto maggiore registrato nella trentina di test match autunnali che hanno visto come protagoniste le prime 15 squadre del ranking mondiale.

A proposito, ora 15ª è proprio l'Italia, che scende un ulteriore gradino rispetto a un mese fa. I confronti degli ultimi weekend non hanno cambiato le posizioni delle prime cinque, anche se l’Irlanda ha battuto e avvicinato ulteriormente la Nuova Zelanda. Irlandesi a guidare il contingente europeo, che comunque ha rialzato la testa: il Galles è terzo, l’Inghilterra quarta, la Scozia settima. E se la Francia per l’inattesa sconfitta interna con Figi scende al nono posto, è indubbiamente l’Italia a rimanere l'anello debole del gruppo del Sei Nazioni.

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Il torneo continentale per eccellenza comincerà fra poco più di due mesi (primo confronto per gli Azzurri, il 2 febbraio a Edimburgo). Sarà la ventesima partecipazione dell’Italia: un “traguardo” comunque rilevante, una serie di appuntamenti che dà linfa all’interesse per il rugby nel nostro Paese. È sicuramente importante confrontarsi con queste sorelle maggiori, ed è un bene avere stabilito anche sul campo, almeno per ora, che l’Italia è effettivamente la sesta nazione in Europa. Detto questo, e sperando che - come è successo in passato - si riesca ogni tanto a lasciare il fanalino a qualche altra contendente, al di fuori dei tornei è auspicabile un ripensamento del calendario dei test match internazionali.

Dopo la Coppa del Mondo 2019 la federazione internazionale - World Rugby - potrebbe addirittura optare per una sorta di Nations Cup da svolgere a novembre su basi meritocratiche. Intanto ha annunciato che aumenteranno di quasi il 40% gli incontri fra le squadre di fascia 1 (tra cui l’Italia, Cenerentola in questo contesto) e quelle di fascia 2. Un primo spiraglio importante. Se l’Italia, “condannata” a giocare quasi sempre contro le migliori, potesse confrontarsi più spesso con le squadre che la seguono nel ranking (ma anche con Giappone, Georgia, Usa, che attualmente la precedono ma in realtà da noi hanno quasi sempre perso), si potrebbe inquadrare meglio la dimensione degli Azzurri. Anche a livello di percezione tra gli sportivi “medi”, che alla luce dei risultati attuali potrebbero anche pensare che siamo la squadra peggiore in assoluto, punto e basta. Nello stesso tempo sarebbe più che giusto dare ai team di seconda fascia la possibilità di non fare semplicemente da spettatori di fronte a un rugby ricco non solo in campo.

Infine, e qui sfondiamo la porta aperta dell'ovvio, più un match è equilibrato più appassiona gli spettatori e serve alle contendenti. Se invece alla fine ci sono 60 punti di scarto, è facile che l’utilità del confronto sia pari a zero su un fronte e sull'altro.

L’equilibrio nel punteggio, infine, c'è stato per quasi un tempo fra i XV femminili di Italia e Sudafrica domenica a Prato. Poi le Azzurre, ottime in particolare con la mischia su un terreno pesante, sono definitivamente venute fuori fino a sconfiggere 35-10 le avversarie. Che per un lungo periodo hanno lasciato la scena internazionale dedicandosi prevalentemente al rugby a sette, ma ora sono tornate e si collocano al 12° posto nel ranking mondiale. Settime, invece, le ragazze del ct Andrea Di Giandomenico, che a inizio mese avevano stravinto 38-0 a Calvisano sulla Scozia (11ª in graduatoria) e chiudono l’anno con un bilancio positivo. Alle due vittorie e alle tre sconfitte nel Sei Nazioni - terminato al quarto posto - si sono aggiunti i due successi novembrini.

I test match autunnali
27 ottobre: Nuova Zelanda-Australia 37-20 (giocata a Yokohama)
3 novembre: Giappone-Nuova Zelanda 31-69; Galles-Scozia 21-10; Inghilterra-Sudafrica 12-11; Irlanda-ITALIA 54-7 (giocata a Chicago)
10 novembre: ITALIA-Georgia 28-17; Scozia-Figi 54-17; Inghilterra-Nuova Zelanda 15-16; Galles-Australia 9-6; Irlanda-Argentina 28-17; Francia-Sudafrica 26-29; Usa-Samoa 30-29 (giocata a San Sebastian)
17 novembre: ITALIA-Australia 7-26; Galles-Tonga 74-24; Inghilterra-Giappone 35-15; Scozia-Sudafrica 20-26; Irlanda-Nuova Zelanda 16-9; Francia-Argentina 28-13; Romania-Usa 5-31; Georgia-Samoa 27-19; Figi-Uruguay 68-7 (giocata a Gloucester)
24 novembre: ITALIA-Nuova Zelanda 3-66; Scozia-Argentina 14-9; Inghilterra-Australia 37-18; Galles-Sudafrica 20-11; Irlanda-Stati Uniti 57-14; Francia-Figi 14-21; Georgia-Tonga 20-9
Il ranking mondiale
1. Nuova Zelanda; 2. Irlanda; 3. Galles; 4. Inghilterra; 5. Sudafrica; 6. Australia; 7. Scozia; 8. Figi; 9. Francia; 10. Argentina; 11. Giappone; 12. Tonga; 13. Georgia; 14. Usa; 15. ITALIA; 16. Samoa; 17. Uruguay; 18. Romania; 19. Russia; 20. Canada
L'Italia femminile
Prato, 25 novembre: Italia-Sudafrica 35-10 (primo tempo 16-7). Per l'Italia: 5 mete (Stefan 2, Giordano, Arrighetti + 1 meta tecnica da 7 punti), 2 calci piazzati (Sillari), 2 trasformazioni (Sillari) Per il Sudafrica: 1 meta (Mpupha), 1 calcio piazzato (Nel), 1 trasformazione (Nel). Calci fermi: Sillari 4 su 6; Nel 2 su 2. Cartellini gialli a Nel e Horne

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