L’Italia condannata dalla Corte di Strasburgo per la discarica di Caserta
Accolto il ricorso di 11 cittadini di Caserta e San Nicola La Strada per l’esposizione a inquinamento e mancata bonifica della discarica Lo Uttaro
di Vera Viola
I punti chiave
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La Corte europea dei diritti umani ha condannato lo Stato italiano per la gestione della discarica di Lo Uttaro, nel comune di Caserta. La Corte di Strasburgo ha accolto il ricorso presentato da 19 residenti della zona e ha respinto la tesi del Governo italiano secondo cui i ricorrenti non avevano utilizzato tutte le vie legali disponibili a livello nazionale.
Le motivazioni della condanna
Per i giudici europei Caserta e San Nicola La Strada, comuni in cui risiedono i ricorrenti, sono state colpite dalla crisi della gestione dei rifiuti dal 1994 al 2009. Durante quel periodo i ricorrenti erano stati costretti a vivere in un ambiente inquinato dai rifiuti accumulati lungo le strade e presso i depositi temporanei dei rifiuti. Ha ritenuto che tale esposizione ai rifiuti, in violazione delle norme di sicurezza, aveva reso i ricorrenti più vulnerabili a varie malattie. Tale constatazione è stata supportata dagli studi scientifici presentati dai ricorrenti, riconosciuti dalla Corte di Giustizia Ue e corroborati in un rapporto di indagine parlamentare del 2013. Le autorità italiane non erano infatti state in grado di garantire il corretto funzionamento dei servizi di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti durante lo stato di emergenza e non avevano adottato tutte le misure necessarie per l’effettiva tutela del diritto dei ricorrenti al rispetto della propria abitazione e della propria vita privata, in violazione dell’articolo 8 (della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali). E hanno sostenuto che tale situazione continua per quanto riguarda la discarica Lo Uttaro, che a tutt’oggi le autorità italiane non hanno ancora messo in sicurezza o bonificato.
Il ricorso di 19 cittadini
A rivolgersi alla Cedu il 23 giugno del 2010 sono stati 19 abitanti dei Comuni di Caserta e San Nicola La Strada, i quali hanno affermato che, aprendo la discarica Lo Uttaro e non provvedendo poi alla sua bonifica e al ripristino ambientale, le autorità italiane hanno messo a repentaglio la loro salute. Hanno sostenuto anche di essere stati discriminati dallo Stato per non aver garantito loro la stessa protezione data ad altri cittadini italiani. Oggi la Cedu ha dato in parte ragione a undici di loro e ha dichiarato inammissibili i reclami degli altri otto perché non hanno fornito prove di risiedere nei comuni interessati.
Finanziata la bonifica
La condanna dell’Italia arriva due giorni dopo che il Comune di Caserta ha ottenuto un finanziamento di 6,5 milioni proprio per la messa in sicurezza permanente della discarica “Ecologica Meridionale”, in località Lo Uttaro. Intervento, che peraltro partirà nel 2024.
La storia della Lo Uttaro
Lo Stato iniziò ad usare la discarica Lo Uttaro nel 1994, prima di allora era privata e si chiamava Ecologica Meridionale. Per anni ha ricevuto rifiuti umidi, per poi essere chiusa e riaperta nella primavera del 2007 - col nome Lo Uttaro 2 o Nuova Lo Uttaro - nel periodo più cupo della crisi rifiuti. Con la discarica napoletana di Villaricca in esaurimento, Lo Uttaro 2 fu aperta, nonostante le proteste dei cittadini casertani, in seguito a un protocollo d’intesa firmato nel novembre 2006 dal sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti, dal presidente della Provincia di Caserta Sandro De Franciscis e dal commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania Guido Bertolaso. L’invaso rimase però in funzione solo per poco tra continue chiusure e riaperture. Le indagini della Procura intanto diedero vita ad un processo sull’apertura e la gestione dell’invaso conclusosi senza colpevoli. Le analisi effettuate diedero esito negativo per quanto riguarda l’inquinamento della falda e la tossicità.
Regione: competenza del ministero dell’Ambiente
«Si tratta di uno dei siti sorti negli anni della sciagurata emergenza rifiuti, protrattasi dal 1994 fino al 2009 – dice il vicepresidente della Regione Campania e assessore all’Ambiente, Fulvio Bonavitacola – La sentenza evidenzia il mancato completamento degli interventi di messa in sicurezza della discarica.In proposito va precisato che si tratta di un impianto già ricadente in area Sin (sito di interesse nazionale) per il quale il competente Ministero dell’ambiente ha affidato le funzioni di soggetto attuatore alla società pubblica Sogesid Spa, che ha provveduto alle analisi propedeutiche alla redazione del progetto esecutivo di b+onifica. Di recente, in data 9/8/2023 la Sogesid spa, completata la redazione del progetto che è’ stato revisionato in esito alle richieste formulate nella Conferenza di Servizi del 26 maggio 2021 e nel successivo tavolo tecnico del 14/12/2022, ha richiesto agli uffici regionali di Caserta l’indizione di una Conferenza di servizi per l’acquisizione di tutti i pareri necessari per la definitiva approvazione del progetto.Lo svolgimento della Conferenza è previsto per la data del 22 novembre 2023».
Il Comune di Caserta: presto i lavori di nostra competenza
«Il Comune di Caserta e la Regione Campania sono intervenuti per affrontare l’impatto negativo che la discarica de ‘Lo Uttaro’ ha avuto sulla salute delle persone sin dal 1994, mettendo in campo un’attività di bonifica e messa in sicurezza che per troppi anni non è stata effettuata dallo Stato. Su ‘Lo Uttaro’ l’Amministrazione non ha alcuna responsabilità, se non per quel che concerne la bonifica e la messa in sicurezza della discarica ‘Ecologica Meridionale’. A tal proposito, abbiamo ottenuto un finanziamento di 6,5 milioni di euro, frutto dell’accordo tra il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e la Regione Campania, siamo stati molto veloci nell’espletamento delle procedure e tra pochi mesi già provvederemo ad avviare tutte le attività», dice il Sindaco di Caserta, Carlo Marino.
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