Fondi Ue

L’Italia e i fondi comunitari: una domanda da «educare»

Intervista a Niccolò Cusumano della SDA Bocconi

di Francesca Sofia Fumagalli

2' di lettura

«I fondi comunitari non sono un free lunch, soldi regalati». Questa la chiave di lettura suggerita dal Niccolò Cusumano, coordinatore del corso “Fondi comunitari: strategie, gestione e rendicontazione”, che si terrà nel febbraio 2020 presso la SDA Bocconi.

Il percorso di studi si rivolge a pubbliche amministrazioni, soggetti no profit ed imprese che aspirano a migliorare la propria capacità di accedere ai fondi europei, una competenza che il docente della SDA Bocconi ritiene ancora poco diffusa nel nostro Paese.

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L’Italia e i fondi comunitari: una domanda da «educare»

Il ritardo italiano è tangibile sia per quanto riguarda i fondi a gestione diretta, per l'accesso ai quali è prevista una competizione tra gli Stati Membri dell'Unione, sia per i fondi a gestione nazionale, gli artefici della politica di coesione.

«Per accedere ai fondi a gestione diretta bisogna essere bravi a fare sistema», così Cusumano giustifica l'arretratezza italiana rispetto a Francia, Germania e Regno Unito, Stati che hanno, invece, sviluppato un'ottima capacità strategica nell'identificazione dei partner e un valido apparato di lobbying, fondamentale per vincere i bandi. Non stupisce, dunque, se delle 23mila PMI italiane che hanno fatto domanda per Horizon 2020, il più importante programma europeo per la ricerca, solo il 10% sia stato selezionato.

Per quanto riguarda i fondi indiretti, a gestione nazionale, destinati ad una competizione regionale e a progetti di estensione più limitata, Cusumano ritiene fondamentale stimolare ed educare la domanda italiana, così da permettere lo sviluppo di un approccio strategico per l'accesso ai fondi.

Le università italiane, ad esempio, devono essere in grado di comprendere le proprie esigenze prima ancora della pubblicazione dei bandi, così da valutare più rapidamente se le proposte di finanziamento portino un addizionalità al proprio programma.

Ugualmente le imprese, alle quali è rivolta gran parte della nuova generazione di fondi, devono implementare un approccio a lungo termine, che permetta loro di tradurre la liquidità di oggi in un percorso di innovazione rivolto al domani.

Con l'avvicinarsi della programmazione 2021-2027, Cusumano si aspetta una maggiore sinergia tra le diverse categorie di fondi, che nel prossimo piano settennale si concentreranno su soli cinque obiettivi tematici, sei in meno rispetto alla programmazione attuale. In particolare, è prevista una forte convergenza dei fondi verso progetti e politiche imprenditoriali dedicate alla sostenibilità ambientale e alla ricerca.

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