Foto simbolo

In salvo a Roma Sharbat Gula, la «ragazza afghana» della celebre foto di Steve McCurry

La presidenza del Consiglio ne ha propiziato e organizzato il trasferimento in Italia, nel più ampio contesto del programma di evacuazione dei cittadini afghani e del piano del Governo per la loro accoglienza e integrazione

Cento giorni a Kabul, il nuovo Afghanistan dei talebani

2' di lettura

È salva e si trova a Roma Sharbat Gula, la «ragazza afgana» della celebre foto che negli anni Ottanta fece il giro del mondo. Lo ha annunciato Palazzo Chigi in una nota.

«È giunta a Roma - recita il comunicato del governo italiano - la cittadina afghana Sharbat Gula. Nel 1985, grazie alla fotografia di Steve McCurry, che l'anno precedente l'aveva ritratta giovanissima in un campo profughi di Peshawar per la copertina del National Geographic Magazine, Sharbat Gula acquisì notorietà planetaria, sino a simboleggiare le vicissitudini e i conflitti della fase storica che l'Afghanistan e il suo popolo stavano attraversando. Rispondendo alle sollecitazioni di quanti nella società civile e in particolare fra le organizzazioni no profit attive in Afghanistan hanno raccolto, dopo gli eventi dello scorso agosto, l'appello di Sharbat Gula a essere aiutata a lasciare il proprio Paese, la Presidenza del Consiglio ne ha propiziato e organizzato il trasferimento in Italia, nel più ampio contesto del programma di evacuazione dei cittadini afghani e del piano del Governo per la loro accoglienza e integrazione».

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Sharbat Gula in una foto del 2016 (Epa)

L’immagine diventata celebre in tutto il mondo è quella di una ragazza adolescente - all’epoca aveva 12 anni - con gli occhi verdi e un foulard rosso che guarda intensamente la macchina fotografica. Il soggetto della foto non era inizialmente noto, ma all’inizio del 2002 è stata identificata come Sharbat Gula. Era una bambina pashtun che viveva nel campo profughi di Nasir Bagh in Pakistan durante l’occupazione sovietica dell’Afghanistan ed era diventata un simbolo delle vittime dei conflitti e dei rifugiati.

Fu lo stesso National Geographic ad organizzare la spedizione del 2002 per andare a cercarla. Dopo alcuni mesi di ricerche fu ritrovata e il fotografo poté così immortalarla nuovamente, mostrandole anche quella celebre foto che lei ancora non aveva visto e che le è valso il soprannome di «Monna Lisa della guerra afghana».

Oggi Sharbat Gula ha 49 anni. Sposata a soli 13 anni, ebbe tre figlie (la quarta figlia morì poco dopo la nascita); in seguito ebbe un figlio maschio.
Alla fine di ottobre 2016, Gula è stata arrestata dalla polizia pakistana con il sospetto di aver falsificato un documento d’identità. I giudici pakistani hanno ordinato il suo rimpatrio in Afghanistan, dove il governo ha promesso di occuparsi dell’alloggio, dell’istruzione e della salute della sua famiglia. In quell’occasione fu accolta dall’allora presidente Ashraf Ghani, che le consegnò le chiavi di un appartamento a Kabul.

Fino all’arrivo dei Talebani con tutti i timori che ha suscitato nel Paese e il suo espatrio coordinato dal governo italiano.

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