L’Italia va in semifinale: Barella e Insigne affondano il Belgio
Ora il 6 luglio a Wembley contro la Spagna
di Dario Ceccarelli
I punti chiave
5' di lettura
E vai col cinque. Con la sua quinta vittoria, una vittoria sofferta fino all'ultimo respiro, l'Italia elimina il Belgio (2-1) e va in semifinale dopo un gol di Barella e Insigne e un rigore di Lukaku. L'Italia va in semifinale con pieno merito perchè in una partita così complessa e spigolosa, con un avversario di grande potenza e levatura tecnica, è riuscita a imporre il suo marchio: che è quello del gioco, della velocità e di un gruppo sempre compatto anche nei momenti più difficili come quando, a circa un quarto d'ora della fine, Spinazzola è dovuto uscire in barella per un serio infortunio muscolare che non gli permetterà di continuare questo Europeo.
Sconfitti i primi nel ranking Fifa
Gli azzurri invece andranno a Wembley dove il 6 luglio affronteranno la Spagna. Avversario forte, ma non impossibile. Ma Intanto godiamoci questa soddisfazione: che è quella di aver battuto il Belgio, numero 1 del ranking Fifa. Non era scontato, anzi. Tutti alla vigilia lo davano per probabile vincitore dell'Europeo. Ora nessuno potrà più dire che l'Italia è forte solo con i deboli. E debole coi forti. Siamo imbattuti da 32 partite e finora in questo torneo abbiamo vinto cinque partite su cinque. Siamo tre le prime quattro d’Europa. Comunque finisca, è già una impresa.
Doveva servire una notte magica, ebbene l'abbiamo avuta. Ma non è stata una notte facile. Fin dall'inizio i belgi ci hanno fatto capire che non erano venuti a Monaco per vedere quanto siamo belli e bravi. All'avvio sono loro i più determinati, i più rapidi a far male in contropiede. Gli azzurri sono quelli annunciati con due sole novità: Chiesa al posto di Berardi e Chiellini al centro della difesa per arginare la strapotenza di Lukaku, sempre temibilissimo nei rovesciamenti di fronte.
In campo anche De Bruyne
Come era scontato, nonostante tutti i depistaggi dell'allenatore Martinez, In campo c'è anche Kevin De Bruyne, il temuto regista del Manchester City che contro il Portogallo aveva riportato una distorsione alla caviglia sinistra. Guarito a tempo di record. Non c'è Hazard, suo socio pure in infermeria, ma la mossa a sorpresa è l'inserimento del 19enne Jeremi Doku, velocissimo talento di origini ghanesi che sulla corsia sinistra darà molto filo da torcere a Di Lorenzo, non in grado di reggere i suoi strappi. Le serpentine di Doku, con le percussioni di De Bruyne che innescano le galoppate di Lukaku, ci tengono sulle spine. I Belgi premono ma l'Italia va subito in gol (13') con Bonucci lesto a deviare in rete dopo una punizione. di Verratti. Una gioia di breve durata perché la rete viene giustamente annullata per (triplo) fuorigioco dopo l'intervento del Var.
Minuti di sofferenza
Qui l'Italia traballa. Verratti si fa ammonire per un brutto fallo su Tielemans. E il Belgio aumenta la pressione. De Bruyne è inarrestabile. E meno male che ha una caviglia malconcia. Al 21' dopo aver saltato un paio d'azzurri fa partire un sinistro micidiale che Donnarumma devia lanciandosi in volo. Si soffre. La nostra mediana viene saltata. E sulla corsia sinistra manca la solita spinta di Spinazzola. Fortunatamente Donnarumma fa buona guardia. E al 24' si ripete neutralizzando in angolo un pericoloso rasoterra di Lukaku.
Il colpo di Barella, l’invenzione di Insigne
Quando la situazione sembra precipitare, l'Italia al 31' colpisce al cuore. Tutto scaturisce da un affrettato disimpegno in area dei belgi sul quale si avventa Verratti poi lesto a servire Barella: il suo destro incrociato non perdona. È il suo sesto gol in azzurro, un gol pesantissimo. Un gol che rovescia gli equilibri. L'Italia infatti ritorna quella di sempre. Con triangolazioni veloci, passaggi filtranti, sincronismi perfetti che mandano in tilt gli avversari, poco reattivi quando si alza il numero dei giri. Tutti gli azzurri crescono, ma a salire in cattedra è Lorenzo Insigne, folletto imprendibile quando si insinua tra le linee difensive dei belgi. Al 43' il partenopeo, dopo uno slalom guizzante, s'inventa uno di quei destri a giro - il suo marchio di fabbrica- che l'hanno reso famoso. Questa volta, però, non sbaglia: e il pallone come telecomandato s'infila nell'angolino più lontano. È il gol del raddoppio. Che potrebbe essere quello del ko. Con l'intervallo ormai alle porte. E con il gusto di andare negli spogliatoi con la sensazione d'aver chiuso la partita.
Il rigore
Invece arriva la mazzata. E arriva dal solito Doku che, approfittando di una distrazione generale della nostra difesa, entra in area cercando di saltare anche Di Lorenzo. Nel contatto il difensore azzurro gli dà una lieve spinta facendolo rotolare a terra. L'arbitro, lo sloveno Vincic, assegna subito il rigore che poi Lukaku realizzerà spiazzando Donnarumma. È un rigore piuttosto generoso, però non scandaloso. Diciamo che Di Lorenzo è stato molto ingenuo e Doku tanto furbo quanto abile.
Ecco, siamo al dunque: e qui emerge la maggior qualità di questa Italia. Rientrare negli spogliatoi dopo aver subìto un rigore ingiusto, non fa bene al morale. Può essere un contraccolpo micidiale. Un rovesciamento psicologico che taglia le gambe. Invece il grande merito degli azzurri, come già era avvenuto anche con l'Austria, è stato quello di aver mantenuto calma e freddezza in una situazione molto complicata. E di essere tornati in campo con la tranquillità necessaria per evitare che la sfida col Belgio degenerasse in un pericoloso corpo a corpo.
Un secondo tempo durissimo
Nel secondo tempo le emozioni si moltiplicano. Finche le gambe reggono, teniamo il pallino cercando di non farci schiacciare. A poco a poco la pressione belga però ci spinge all'angolo: Doku in dribbling è incontenibile, Lukaku un toro sempre in agguato. Chiellini è bravissimo, ma la tensione è enorme. Al 60' De Bruyne serve il centravanti a colpo sicuro. La palla sta per entrare ma Spinazzola con un guizzo sventa la minaccia.
Spinazzola esce in barella
Gli azzurri reagiscono, rispondono colpo su colpo, ma i belgi non mollano: sono sempre lì. Al 70' ancora Lukaku sfiora il gol di testa. Ormai la stanchezza si fa sentire. Tra i belgi ci sono i primi cambi. Entrano Mertens e Chadly mentre nell'Italia Belotti sostituisce Immobile e Cristante rileva Verratti. Un'altra tegola arriva al 76' quando Spinazzola, dopo un allungo, si fa male. Viene sostituto da Emerson. Ma si capisce subito che è un infortunio pesante. L'azzurro si dispera e viene portato fuori in barella. Passano i minuti e arrivano altri cambi. Escono anche Chiesa e Insigne per lasciar posto a Toloi e Berardi. L'arbitro fa recuperare quasi sei minuti. È un assedio confuso, ma costante che non lascia respiro. Il fischio finale è una liberazione. «Sono stati tutti straordinari» commenta Mancini. Il cielo di Monaco è tutto azzurro. Ora si può anche sognare.
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