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L’italian sounding divide anche le aziende tricolori: Asiago Dop contro Citterio

Il Consorzio di tutela sconfitto in primo grado perché il Tribunale ha stabilito la sua «non competenza», in quanto il presunto uso illegittimo del nome è avvenuto da parte di una controllata americana, ma farà ricorso.

di Giorgio dell'Orefice

Forme di Asiago Dop in stagionatura

2' di lettura

L’italian sounding provoca contenziosi persino tra italiani. E il Tribunale, per il momento, dà ragione all’italiano autore del falso. Il Consorzio Tutela Formaggio Asiago ha avviato un’azione legale nei confronti del Salumificio Giuseppe Citterio, noto brand italiano, dopo che Euro Foods, la società statunitense del gruppo, ha posto in vendita negli Usa un prodotto costituito da una soppressata e da “Asiago Cheese” che in realtà non era vero Asiago Dop.

Da quel momento, il Consorzio di Tutela ha dapprima tentato la strada dell’accordo sperando di evitare il contenzioso. Ma in seguito, nel 2018 è iniziata, presso il Tribunale di Milano, la causa che si è conclusa nei giorni scorsi con una sentenza dall’esito negativo per le richieste del Consorzio di Tutela.

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Infatti nel contenzioso la Giuseppe Citterio Salumificio si è detta estranea alla distribuzione dei prodotti, contraddistinti da marchi costituiti dall’espressione “Citterio”, venduti in Usa da Euro Foods. Il giudice, senza entrare nel merito della richiesta, ha dichiarato la non giurisdizione in materia.

Il Consorzio Tutela Formaggio Asiago – si legge in una nota – adotta da sempre una linea di tolleranza zero per ogni tipo di tentativo di evocazione o utilizzo improprio della denominazione. Nel farlo, agisce a tutela dei propri diritti di proprietà intellettuale in qualunque circostanza, senza badare al Paese e contestando ogni possibile prodotto “Italian Sounding” a presidio della legalità, garantendo quei consumatori che cercano la qualità italiana e quell’unicità che il solo prodotto Dop testimonia e rappresenta nel mondo.

«In un’epoca in cui le sfide e le minacce per le Indicazioni Geografiche hanno alzato il livello dello scontro – ha commentato il presidente del Consorzio di Tutela dell’Asiago Dop, Fiorenzo Rigoni – spiace constatare come la loro tutela internazionale gravi interamente sui bilanci consortili, ovvero sui produttori. A meno che non si voglia compromettere il futuro del nostro comparto, il supporto economico delle istituzioni non è più procrastinabile».

In Usa l’azione di promozione e tutela del Consorzio è da sempre molto attiva con azioni che puntano a rafforzare la riconoscibilità delle caratteristiche distintive del prodotto d’origine, in contrapposizione con i prodotti denominati “comuni”, vale a dire generici.
«Proprio per questo motivo – hanno concluso al Consorzio dell’Asiago Dop – continueremo a svolgere la nostra azione di tutela a favore dei consumatori e della Denominazione d’origine valutando ogni opportuna attività e, in questo caso, i motivi per appellare la decisione del Tribunale, proseguendo nel rafforzare la vigilanza in Italia e all’estero, anche attraverso gli accordi con i grandi player internazionali di e-commerce e con i propri evoluti strumenti di monitoraggio».


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