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L’italo-americano che ha provato (senza riuscirci) a comprare TikTok

L’imprenditore Marc D’Amelio, papà di Charli e Dixie (due star del social cinese), ha tentato di raccogliere abbastanza soldi per tentare l’affondo

di Biagio Simonetta

Usa, il Ceo di Tik Tok in audizione al Congresso

2' di lettura

È dai tempi di Donald Trump alla Casa Bianca che negli Stati Uniti tentano di bannare Tiktok. O quanto meno di costringere la cinese ByteDance a vendere la divisione americana del social più in crescita del momento a un’azienda statunitense. E negli anni l’operazione è stata vicina alla chiusura, con TikTok US vicino a Microsoft, poi ad Oracle. E più recentemente anche alla famiglia D’Amelio. Già, proprio così. L’imprenditore e politico Marc D’Amelio, padre delle star proprio di TikTok Charli e Dixie D’Amelio, ha provato ad acquistare il social. Ma non c’è riuscito.

L’impero D’Amelio e la scommessa - persa - su TikTok

La conferma è arrivata nelle scorse ore dallo stesso D’Amelio (le cui origini italiane sono note). A marzo, D’Amelio aveva twittato: «Sto mettendo insieme un gruppo di investitori per provare ad acquistare TikTok».

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I D’Amelio hanno creato un impero con i propri marchi di vendita al dettaglio e società di capitale di rischio. Ciononostante, è sembrata una mossa fin troppo coraggiosa provare ad acquistare TikTok, una piattaforma che si stima valga almeno 60 miliardi di dollari.

La trattativa «non è più sul tavolo»

Nel complesso, ByteDance vale circa $ 220 miliardi. A D’Amelio la domanda su cosa ne fosse stato della trattativa annunciata a marzo è stata fatta durante l’Information’s Creator Economy Summit. E l’imprenditore ha risposto che la trattativa non è più sul tavolo.

Una trattativa che ha fatto più rumore che altro. Anche perché al di là del denaro potenzialmente raccolto da D’Amelio, sembra difficile pensare che ByteDance sia disposta a vendere TikTok. La società con sede a Pechino ha resistito anche nei momenti più difficili, quando Trump provò a spingere TikTok nelle mani di big come Microsoft e Oracle.

Scenario che potrebbe cambiare se dalla Casa Bianca arrivasse uno stop reale alla piattaforma. In quel caso i cinesi di ByteDance potrebbero decidere di monetizzare, per evitare di sgretolare un impero.

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