L’occhio di Leonardo vigilerà dallo spazio sulla salute delle piante
Fluorescence EXplorer è il nome della missione spaziale satellitare che sarà lanciata nel 2025
di Silvia Marzialetti
2' di lettura
Migliorare la gestione delle superfici agricole e implementare lo sviluppo di una bio-economia sostenibile, attraverso un occhio ipersofisticato, che sarà lanciato nello Spazio tra tre anni. Flex – questo il nome della missione, che sta per Fluorescence EXplorer – decollerà dallo dallo spazioporto europeo di Kourou, in Guyana francese, a metà del 2025, attraverso il lanciatore italiano VegaC (il contratto tra l'Agenzia spaziale europea e Arianespace è stato firmato a inizio gennaio). L’occhio del satellite è italiano, si chiama Floris e porta la firma di Leonardo (Thales Alenia Space - joint venture tra Thales 67% e Leonardo 33% - è prime contractor della missione).
Il modello ingegneristico di questo capolavoro tecnologico è pronto – completato e collaudato – mentre il modello di volo sarà montato a partire dalla metà del 2022. Nel frattempo il contratto da 74 milioni firmato da Leonardo nel 2016 per la progettazione, produzione e qualifica, ha superato – aggiunte ulteriori spese – gli 80 milioni di euro.
A fronte di una domanda globale di cibo che cresce, il monitoraggio delle condizioni di salute del pianeta diventa un asset strategico, a costo di arrivare a 800 km di volo. «Floris è uno spettrometro ad alta risoluzione – spiega Enrico Suetta, responsabile Ricerca e sviluppo spazio e optronica di Leonardo a Radiocor Il Sole 24 Ore – che fornirà una valutazione sulle condizioni delle piante, analizzando il segnale che proviene dalla fotosintesi clorofilliana». Tale segnale è in natura molto debole: «Per coglierlo – puntualizza Suetta – occorre uno strumento estremamente sensibile».
Contestualmente un complesso sistema di algoritmi e software eliminerà la cosiddetta luce spuria, rendendo più nitido lo spettro.
La fluorescenza della vegetazione rilascerà informazioni fondamentali sullo stato di salute delle piante: «Attraverso lo spettro della clorofilla – prosegue Suetta – gli scienziati saranno in grado di dire se crescono in condizioni di sofferenza o meno». Oltre a questo la missione Flex consentirà di approfondire le conoscenze sui movimenti del carbonio e sugli effetti prodotti dalla fotosintesi sui cicli del carbonio e dell’acqua.
Flex sarà la missione numero 8 della serie Earth Explorers, gruppo di satelliti ideati per migliorare la conoscenza della Terra: è stata scelta dagli Stati membri dell'Esa – in linea con le raccomandazioni dell'Earth Science Advisory Committee (Esac) – nel corso dell'Earth Observation Program Board, tenutosi a Parigi nel 2015.
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