ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùA tavola con

L’Occidente invecchiato e il centro del mondo che oggi è già in Asia

Roberta Casali. È vicepresidente dell’Asian Development Bank, e, dopo anni in Bankitalia e nel privato, oggi, da Manila, ha un osservatorio privilegiato sui nuovi assetti globali

di Paolo Bricco

Cosmopolita.  Roberta Casali è oggi vicepresident dell’Asian Development Bank, una delle istituzioni finanziarie sovrannazionali costruite sul modello della World Bank. Nel suo passato una lunga esperienza in Banca d’Italia

6' di lettura

«Il centro del mondo si è spostato in Asia. In ogni aeroporto asiatico, trovi agli imbarchi le file preferenziali per chi ha più di 55 anni. Noi occidentali, per loro, siamo tutti vecchi. La crescita economica e il contributo di radicale modernità apportato nella nuova globalizzazione dalla Cina e dall’India, che sono due dei Paesi in cui noi investiamo, sono fondamentali. E non è soltanto un tema di demografia, di catene globali del valore e di concentrazione di innovazioni disruptive. È anche una questione di attitudine verso le cose. Nelle Filippine esistono due mesi di bel tempo e dieci mesi di cattivo tempo all’anno. Pochi giorni fa mi trovavo in un mercato a Manila. All’improvviso è iniziato a piovere. In pochi minuti l’acqua è arrivata a trenta centimetri. Nessuno ha battuto ciglio. Sono comparsi strani risciò che hanno portato ognuno a prendere la propria macchina. In Italia e in Europa sarebbero scoppiate, nella stessa situazione, una crisi di panico collettiva e una inutile rivolta dello spirito di cittadinanza perché nessuno interveniva, anche se sarebbe stato razionalmente evidente pure a Parigi o a Milano che nessuna autorità pubblica avrebbe potuto rimediare agli effetti di un simile uragano».

A Manila Roberta Casali è vicepresident dell’Asian Development Bank, una delle istituzioni finanziarie sovrannazionali costruite sul modello della World Bank, che adesso stanno arricchendo la loro specializzazione storica – fornire il denaro con cui i Paesi in via di sviluppo possano sradicare la povertà e crescere nelle dotazioni infrastrutturali e immateriali, aumentando il benessere e riducendo le differenze interne – con nuove attività coerenti con lo spirito (e le necessità) dei tempi: per esempio il contrasto al cambiamento climatico e la riduzione delle differenze di genere.

Loading...

Prima che prenda il volo da Malpensa a Manila con scalo a Dubai, ci troviamo al Rigolo, uno degli ultimi luoghi dove quel che resta della borghesia milanese va la domenica a pranzo con la famiglia e con gli amici. Lei è di Roma, quartiere Monteverde Nuovo. Ma, da lungo tempo, abita a Milano, non lontano da via Moscova. Suo marito è Maurizio Bottari: «Si occupa di risorse umane, stiamo insieme da 42 anni, ci siamo fidanzati alla fine del primo anno di Economia alla Sapienza, il nostro amore è fondamentale, non ho mai sperimentato la tensione che qualche volta avvelena le coppie quando la donna ha eccellenti risultati sul lavoro, è sempre stato il mio primo sostenitore». Hanno tre figli: Ambra, Alessandro e Irene.

Da quando – l’anno scorso – è diventata una prima linea manageriale dell’Asian Development Bank, vive a Manila, nel vecchio quartiere finanziario chiamato Makati, e sugli aerei.

Il cameriere di Rigolo ci porta i menù. Entrambi prendiamo un piatto di salame toscano con i fichi e un calice di Chianti. Roberta è anti-elitaria. Nelle costruzioni chiare del suo parlare, con il suo italiano che sembra una lingua tradotta dall’inglese, non si intuiscono le sedimentazioni retoriche e le architetture verbali che spesso permeano chi ha studiato latino e greco, storia e filosofia. Non ha frequentato, da adolescente, il classico. «Mi faceva sorridere quando, alla facoltà di economia della Sapienza, mi trovavo davanti qualcuno che si stupiva all’idea che non avessi fatto il ginnasio e il liceo. Non ho mai avvertito ostilità per questo. Ma una constatazione di diversità e un senso di lontananza, sì». Siamo a mangiare fuori, all’aria aperta. A un certo punto passa a fianco dei tavoli l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, insieme a un ragazzo. La sua famiglia apparteneva alla piccola borghesia economica romana, ma con una autentica passione per lo studio: «Nessuno dei miei genitori aveva frequentato il classico. Mia madre Luciana era logopedista all’ospedale San Camillo. È stata una delle prime allieve del neuropsichiatra infantile Giovanni Bollea. Mio padre Velse insegnava topografia all’istituto tecnico commerciale Giacomo Medici del Vascello, che si trovava a Monteverde Vecchio. Io ho frequentato con grande dedizione e profitto ragioneria. I miei genitori mi hanno inculcato l’idea che, con lo studio, si potesse fare tutto. Avevano ragione».

Con un mandato di tre anni, rinnovabile per altre due, Roberta ha la responsabilità su tre dipartimenti: amministrazione e controllo, finanza e tesoreria, gestione del rischio. «Nel 2022 – spiega - abbiamo collocato bond per 36 miliardi di dollari. Il progetto di cui sono personalmente più orgogliosa e che credo rappresenti la maggiore spinta all’evoluzione futura dell’Asian Development Bank è l’ottimizzazione finanziaria con cui, nei prossimi dieci anni, disporremo di ulteriori cento miliardi di dollari di capitale per aiutare in Paesi emergenti e in via di sviluppo dell’area».

Come piatto principale del pranzo, lei sceglie un risotto mantecato al pecorino di Pienza, con il tuorlo d’uovo marinato e la salsiccia di Bra: «È strepitoso», dice. Io, invece, vado su un grande classico di Rigolo: le salsicce alla toscana con le patate fritte. L’Asian Development Bank è stata fondata nel 1966 da 32 Paesi, fra cui l’Italia. Oggi i Paesi azionisti sono 68, di cui 49 asiatici. I maggiori soci sono il Giappone e gli Stati Uniti, entrambi con il 15,6%, la Cina con il 6,4%, l’India con il 6,3% e l’Australia con il 5,4 per cento. Riflette Casali: «Il mondo, in oltre mezzo secolo, ha cambiato natura e sistemi, equilibri e leadership. Il nostro meccanismo di funzionamento è rimasto basato sulla raccolta di risorse attraverso l’emissione di prestiti obbligazionari che beneficiano della nostra tripla A e sulla loro destinazione ai Paesi in via di sviluppo in maniera diretta tramite prestiti, co-finanziamenti e garanzie e in maniera sinergica al capitale privato, per noi sempre più importante. Nel tempo abbiamo costruito una identità e una governance interna che ci permettono di mantenere fuori dal nostro perimetro di azione le tensioni e i conflitti fra i singoli Stati. I contrasti rimangono tutti a livello esterno. Lavoriamo soprattutto sui progetti concreti e sugli scenari di lungo periodo. Oltre alle linee tradizionali di intervento sulle dotazioni infrastrutturali e alla finanza sostenibile più classica, operiamo molto anche sulle disparità di genere con i gender bond e sul cambiamento climatico con i green bond, fino alla tutela degli oceani con i blue bond. È un lavoro entusiasmante. E devo dire che il nostro modello organizzativo si sta dimostrando molto coerente e molto efficace rispetto all’attuale evoluzione delle banche multilaterali di sviluppo».

La temperatura è innaturalmente mite. A ottobre si sta benissimo in maniche di camicia. E, forse, il vino rosso aiuta. Casali occupa una delle posizioni di maggiore potere e responsabilità tenute da italiani e italiane nelle istituzioni internazionali. Interessante è come vi è arrivata: «La mia formazione è versatile. Sono stata in una banca centrale, ho lavorato in una banca privata, ho operato come consigliera di amministrazione indipendente nelle società quotate in Borsa. Per questa ragione, alla fine, credo mi abbiano scelto». La banca centrale è, naturalmente, la Banca d’Italia: «Sono entrata in Via Nazionale nel 1989 come funzionario nell’area dei sistemi dei pagamenti. Negli anni 90, con l’unificazione monetaria, diventò centrale. Da neofita e da sconosciuta, ho avuto la fortuna di predisporre molti documenti che venivano annotati con la penna verde da Tommaso Padoa-Schioppa, membro di un direttorio presieduto da Carlo Azeglio Ciampi. Ho lasciato Bankitalia da condirettore, per andare a lavorare in Intesa Sanpaolo nell’investment banking, dove sono rimasta per dodici anni».

Da Rigolo il caffè è accompagnato da cantucci alle mandorle. Il problema – con una persona come Casali – non è soltanto capire come sia arrivata a Manila in una posizione cruciale nel nuovo cuore geo-strategico e geo-economico del mondo, l’Asia e il Pacifico. Altrettanto interessante è capire per quale ragione non abbia mai occupato nel nostro Paese posizioni di leadership operative e strategiche. Non tanto lei, quanto il suo normotipo antropologico: preparazione eccellente, estraneità ai network italiani ossificati, reputazione costruita su track-record di titoli e di risultati visibili, un evidente disinteresse a osservare quello che capita sotto il tavolo e soprattutto una strana naïveté mescolata a una naturale gentile assertività che le permette di muoversi nei meandri italiani, ma senza il desiderio di impossessarsi di questi meccanismi, con una neutralità rispetto ad essi talvolta prossima a trasformarsi in distacco: «Io sono molto grata al mio Paese. Grazie a una delle borse di studio del Sanpaolo di Torino, ho studiato per due anni a Rochester, negli Stati Uniti, prendendo un Mba in finanza. L’Italia dei primi anni 80 aveva elementi di chiusura, ma anche sprazzi di grande apertura: le borse del Sanpaolo e della Banca d’Italia identificavano i talenti e valorizzavano i meriti, senza che nulla contassero il censo e la classe sociale di provenienza. Ho avuto in Italia una carriera di ottimo livello. Ho sempre preferito pensare di non avere occupato posizioni top per la curiosità che mi spinge, quando la curva del mio apprendimento inizia a scendere, a cercare altro», dice con la tranquillità di chi si diverte a fare cose interessanti nel mondo vasto e non deve affrontare la continua ombra del difendere la propria posizione nella piccola Italia. E, poi, Roberta Casali, dopo avere bevuto il suo caffè, sorride e se ne va.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti