L’offerta assicurativa evolve per costruire il secondo pilastro
di Federica Pezzatti
7' di lettura
Se lo Stato si ritira, riducendo le prestazioni sanitarie e pensionistiche, le imprese assicurative sono pronte a colmare il gap, nella speranza che vi sia più consapevolezza sia da parte della politica sia da parte degli stessi cittadini sull’impatto per la sanità e per le prestazioni sociali dell’allungamento della speranza di vita e dell’aumento delle malattie croniche.
Per ora infatti, con riferimento ai cittadini, l’intermediazione assicurativa e mutualistica riguarda solo il 15% degli oltre 36 miliardi di euro di spesa sanitaria privata, quota molto distante dai valori corrispondenti di Francia (67%), Germania (44%) e Regno Unito (41%). Senza contare che uno strumento utilissimo in periodo di aumento della vita media, le long term care, polizze per la non autosufficienza, sono un mercato ancora poco conosciuto nel nostro Paese, mentre in Germania sono da tempo obbligatorie.
In realtà anche nel settore della sanità e della non autosufficienza risultano molto efficaci soluzioni collettive e infatti il mercato si sta sviluppando da tempo su questo binario, in attesa della creazione di un vero e proprio secondo pilastro, sempre più necessario, anche nella sanità (dopo che è stato avviato, a dire il vero senza mai decollare, nel settore della previdenza complementare dove a oltre un ventennio dalle riforme pensionistiche si contano solo 8 milioni di iscritti su un bacino potenziale di 26 milioni di lavoratori).
L’urgenza sanità emerge chiaramente dai dati: secondo la Fondazione Censis, nel 2016 sono diventati ben 11 milioni gli italiani che hanno dovuto rinviare o rinunciare a prestazioni sanitarie a causa di difficoltà economiche . Il livello delle forme sanitarie integrative, ora di fatto destinate ai fortunati titolari di un buon contratto da lavoro dipendente o ai lavoratori autonomi iscritti a una delle venti casse operanti in Italia, è infatti ancora inferiore del 30% alla media Ue. E la componente di spesa privata intermediata da forme sanitarie integrative rappresenta solo il 13,4% al nord e il 10,7% al centro, mentre al sud e nelle isole si ferma al 3,3%.
Di fronte a questi dati si comprendono gli ampi spazi di crescita che hanno in questo settore le compagnie assicurative. «Crediamo che il benessere e la sicurezza sociale dei lavoratori e delle loro famiglie possano rappresentare un volano per la crescita delle imprese - spiega Andrea Mencattini, responsabile controllate e affari istituzionali di Generali Italia -. Per questo il nostro gruppo si è impegnato a ridefinire i contorni del welfare aziendale e a misurarlo, sperimentando l’innovazione prima di tutto su se stessa. Attraverso una società dedicata offre consulenza e servizi di gestione su tutte le iniziative che un’impresa può intraprendere in questo campo». Generali, gruppo tra i leader negli employee benefitse nel settore polizze malattia (con 459,6 milioni di euro di premi e 800mila persone assicurate) ha anche creato il Welfare Index Pmi, che valuta il livello di welfare aziendale nelle piccole e medie imprese italiane. Generali Italia, con H-Farm, sta inoltre consolidando anche la sua leadership nella digital health, con l’avvio del programma Generali Health&Welfare accelerator. L’obiettivo è identificare e collaborare con startup innovative che sviluppano soluzioni legate ai settori della prevenzione, dell’accessibilità alle cure, del trattamento e dell’innovazione, sfruttando tecnologie emergenti.
Anche Allianz Italia sta puntando sugli employee benefit: dalle polizze rimborso spese mediche alle collettive infortuni, dalle coperture del ramo vita ai fondi pensione aperti; di recente, ha introdotto la piattaforma digitale Allianz My Welfare che integra aspetti assicurativi e di servizio a favore del welfare aziendale grazie alle opportunità offerta dalla legge di Stabilità 2016 e dalla legge di Bilancio 2017. «Con il nuovo portale Allianz My Welfare offriamo la gestione integrata e flessibile di servizi e coperture assicurative e previdenziali a favore dei dipendenti delle aziende clienti – spiega Simone Lazzaro, responsabile mid corporate e riassicurazione di Allianz Italia e alla guida del team di specialisti del Welfare –. Tra i principali elementi differenzianti dell’offerta c’è l’ampia gamma di servizi offerti abbinabili a coperture assicurative (come la polizza long term care)e a forme previdenziali integrative, la fruibilità della piattaforma anche da device mobili e la possibilità di attivare on demand convenzioni su specifiche realtà locali».
Anche il gruppo UnipolSai, leader di mercato in termini aggregati, è stato tra i pionieri, ormai venti anni fa, del settore con UniSalute (nata nel 1995), che conta oltre 7 milioni di clienti gestiti provenienti dalle più grandi aziende italiane (fondi sanitari di categoria e casse professionali) sui 12 milioni assicurati in Italia con polizze malattia. UniSalute, che ha appena nominato ad l’ex direttore generale Fiammetta Fabris, gestisce 34 fondi sanitari nazionali o territoriali derivanti da contratti collettivi. Grazie al presidio del settore ha creato l’Osservatorio UniSalute che si occupa di approfondire e indagare i temi di salute e sanità nel panorama nazionale. Nel 2016 ha visto la luce anche SiSalute la nuova divisione per la gestione e commercializzazione di servizi sanitari non assicurativi, per rispondere alle nuove esigenze di welfare aziendale e offrire nuovi strumenti di protezione della salute.
Accanto ai grandi gruppi si fanno avanti anche compagnie molto specializzate. Nei giorni scorsi ha fatto notizia l’aggiudicazione di Rbm Assicurazione salute della gara, la più grande di tutti i tempi con 700 milioni di euro di premi in tre anni, per la gestione del fondo sanitario mètaSalute. La compagnia ha battuto l’offerta di Allianz, Generali e UniSalute che avevano partecipato in coassicurazione .
Rbm assicurerà nel prossimo triennio oltre 1,5 milioni di lavoratori del settore metalmeccanico e le loro famiglie. Tra le novità assolute del mercato c’è il rimborso integrale (100%) delle cure odontoiatriche, della diagnostica, delle visite specialistiche e di controllo, delle analisi di laboratorio e della fisioterapia all’interno della rete delle 120mila strutture sanitarie convenzionate. «Questo accordo conferma la leadership assoluta della nostra compagnia in questo settore - spiega Marco Vecchietti, consigliere delegato di Rbm Salute - e apre finalmente il percorso di affermazione di un vero e proprio secondo pilastro sanitario anche nel nostro paese». Si tratta, in sintesi, di un vero e proprio servizio sanitario supplementare che comprende anche (e importanti) i livelli assistenziali garantiti nel campo dell’invalidità e della non autosufficienza. Rbm ha lanciato anche soluzioni individuali con la gamma «Stai in Salute», polizze sanitarie che prevedono coperture innovative per tutta la vita: dal cancro, dalle patologie cardiovascolari, da ictus e ipertensione, andando a colmare gli spazi non coperti dalle compagnie generaliste italiane.
Un altro player “emergente” è Poste, già leader nella previdenza complementare (dove opera con soluzioni individuali vendute agli sportelli); nel settore della non autosufficienza (long term care, Ltc) si muove invece soprattutto per accordi collettivi, più accessibili in termini sia di prezzo sia di stato di salute del lavoratore. Nell’ultimo anno e mezzo, Poste Vita ha concluso contratti per coperture Ltc e oggi vanta circa 900mila assicurati appartenenti a molte casse: medici, avvocati, architetti psicologi e, novità recentissima, anche i giornalisti iscritti alla gestione separata Inpgi, come risulta al Sole 24 ore. Tra i grandi clienti ci sono anche Federmanager e circa 200 aziende (tra cui Tim e Alitalia). Per entrare nel mercato delle polizze salute, Poste ha inoltre acquisito nel 2015 un grande network specializzato e ora opera nel business con PosteWelfare servizi.
Ltc è presente anche nell’offerta di Reale Group che, ormai da quattro anni, sta ridisegnando la sua strategia all’insegna del welfare, coinvolgendo anche la rete distributiva e formando i cosiddetti “welfaristi” (agenti con specializzazione nel settore) e realizzando un Osservatorio ad hoc. «Stiamo estendendo il concetto a tutto il gruppo e stiamo ristrutturando l’offerta assicurativa mettendo il welfare al centro – spiega Anna Deambrosis, direttore welfare di Reale Mutua e ad di Blue assistance –. Il progetto ruota attorno ai sette principali bisogni di welfare: salute, autosufficienza, tenore di vita a medio lungo termine, continuità reddito, successione, risparmio finalizzato, tutela patrimonio». Sempre legato al tema anche il concorso Welfare Together, un programma triennale di Reale Mutua assicurazioni che nasce con l’obiettivo di promuovere idee imprenditoriali ad alto impatto positivo per la collettività.
Vivaci sul tema sono anche i gruppi esteri. Nell’offerta di Axa, che si avvale dell’expertise maturata a livello internazionale dove è leader, si possono trovare in particolare garanzie innovative, come per esempio il “capitale da convalescenza”, riconosciuto al verificarsi di una tra 13 gravi patologie (tra cui cancro, infarto, ictus, morbo di Parkinson) o il “danno economico dell’azienda”, che prevede un capitale aggiuntivo pari al 50% della somma assicurata da corrispondere all’impresa in caso di grave invalidità del titolare. Innovativo anche il check-up personalizzato con pacchetti a scelta del singolo. Inoltre l’offerta Axa prevede anche l’assistenzaup grade (consulto medico telefonico, invio di un medico o di un’ambulanza in caso di emergenza e trasferimento/rimpatrio sanitario). Axa offre inoltre il servizio di “Second opinion” per gravi malattie e di telemedicina (servizi di telemonitoraggio e video consulto medico in caso di convalescenza post ricovero con intervento chirurgico). Sul fronte delle coperture individuali il gruppo ha lanciato IoDomani, la soluzione indirizzata agli over 50 che consente in un solo prodotto - unico nel suo genere in Italia - di accedere ai mercati finanziari per rafforzare il proprio capitale e tutelare i propri obiettivi dagli imprevisti. Il cliente ha accesso ad alcuni servizi esclusivi, come la consulenza previdenziale, legale, testamentaria e successoria tramite diversi studi legali e ha un bonus per le spese mediche utilizzabile su un network sanitario convenzionato. In ambito previdenza, il gruppo ha attivato il portale Previsionari.it, con il blog dove trovano spazio l’attualità, riflessioni di settore, ricerche e interviste sul tema.
Quella di Zurich è un’offerta integrata a differenza di quella che spesso fornisce il mercato che offre soluzioni danni e soluzioni vita separate. «Con il vantaggio per gli intermediari che possono gestire i pacchetti benefit con semplicità», spiegano dalla società. Esiste un unico interlocutore e il costo pagato tiene conto del valore complessivo delle coperture e non della singola linea assicurativa. Si crea in sostanza un unico pacchetto di employee benefit che comprende coperture assicurative Vita (protezione) e Danni (infortuni e assistenza sanitaria): dalla caso morte (anche con invalidità permanente e totale) alla Ltc passando per dread disease, infortuni e così via. La soluzione integrata inoltre consente di disporre di soluzioni progettate su misura per rispondere ad esigenze specifiche; di avere sotto controllo i costi di finanziamento dei benefit (meno volatili nel tempo) e di semplificare le attività di rinnovo alle scadenze contrattuali. Il gruppo, inoltre, divulga numerosi studi sul tema della previdenza e del welfare come la ricerca «Creare valore con gli employee benefit», commissionata a Swg.
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