L’opportunità di un sistema sempre più digitale
Poche settimane fa è stato lanciato ufficialmente l’Inad, l’Indice Nazionale dei Domicili Digitali, da Agid
di Danilo Cattaneo
3' di lettura
Poche settimane fa è stato lanciato ufficialmente l’Inad, l’Indice Nazionale dei Domicili Digitali, da Agid, l’Agenzia per l’Italia Digitale e nel presente articolo mi piacerebbe evidenziarne gli aspetti peculiari. Tutti i cittadini possono, su base volontaria, eleggere gratuitamente il proprio domicilio digitale indicando un indirizzo Pec del quale sono titolari, in modo da ricevere nella propria casella di posta elettronica certificata le comunicazioni aventi valore legale da parte della Pa (rimborsi fiscali e detrazioni d’imposte, accertamenti, pratiche varie e così via).
Le pubbliche amministrazioni, prima di inviare una raccomandata, devono verificare se il cittadino ha indicato il proprio indirizzo sull’indice Inad. In quel caso, la comunicazione con valore legale dovrà essere inviata digitalmente all’indirizzo indicato.
Attualmente Inad conta circa 2,4 milioni di domicili digitali attivi. Gli indirizzi dei professionisti iscritti a Ini-Pec (l’Indice nazionale degli indirizzi di Posta Elettronica Certificata - Pec delle società), infatti, sono stati importati automaticamente anche su Inad; a questi si sommano quelli dei cittadini che dal 6 giugno hanno iniziato a registrarsi spontaneamente.
Inad è, inoltre, allineato con Anpr, l’Anagrafe nazionale della popolazione residente, che utilizza il domicilio digitale per inviare comunicazioni da parte, per esempio, di un Comune riguardo ai servizi anagrafici richiesti online.
Credo che con Inad in Italia siamo di fronte ad una nuova opportunità per semplificare il nostro rapporto con la Pa, rendendolo più fluido, efficiente, efficace e veloce, migliorando anche il livello di trasparenza nel rapporto tra Pa e cittadini. Infatti, la digitalizzazione delle comunicazioni formali che avvengono tra cittadino e Pubblica Amministrazione comporta un vantaggio economico diretto riconducibile al passaggio da un sistema di costi basato sul peso della singola corrispondenza cartacea, e conseguentemente sui costi di notifica per tutte le pratiche che interessano il cittadino (stampa, invio e gestione delle comunicazioni cartacee), ad un sistema basato o su un canone di abbonamento annuale alla Pec senza limite di messaggi o, in alternativa, su un modello pay-per-use che presenta costi decisamente inferiori alle raccomandate. Parallelamente, Inad contribuirà alla diminuzione dell’impronta carbonica prodotta dallo spostamento fisico della documentazione cartacea con valore legale. Gli spazi di archiviazione saranno altresì compressi, dal momento che il documento digitale ha una validità legale senza necessità del supporto fisico. Potendo, inoltre, rispondere alle Amministrazioni via Pec, il cittadino viene messo nella condizione di risparmiare tempo evitando code agli sportelli fisici.
L’indice nazionale dei domicili digitali delle persone fisiche costituisce un salto importante, in termini di efficacia, della Pubblica Amministrazione nella comunicazione con il cittadino. Per esempio, Inad permette di inviare in tempo reale e con certezza di consegna (e conoscenza dell’ora e data di consegna) a un cittadino una notifica, eliminando molte difficoltà e costi per raggiungere alcuni destinatari.
Tenendo conto che le caselle Pec in Italia sono circa 15 milioni (la posta elettronica certificata è nata 18 anni fa), le prospettive di diffusione e popolamento dell’Indice Inad risultano ancora molto significative.
D’altra parte, analogamente a quando ci troviamo davanti ad un avanzamento tecnologico che ha impatto sulla governance Stato-individuo, anche in questo caso occorre interrogarsi in merito ai valori chiamati in gioco. Sono dell’idea che non ci si possa limitare a considerazioni di ordine tecnologico. È forse il caso di chiedersi da subito quale percentuale di cittadini vorrà cogliere questa opportunità di passare a strumenti di comunicazione digitale, più rapidi ed economici per il sistema, o viceversa preferirà rimanere su mezzi tradizionali. Messi davanti ad una svolta digitale come questa, viene riproposta la questione della fiducia del singolo nei confronti delle Istituzioni, da una parte, e rispetto alle soluzioni tecnologiche, dall’altra. Queste due dimensioni non possono essere svincolate, bensì sono complementari all’interno di un atteggiamento che, in generale, vuole sfidare le opportunità che il progresso nel futuro prossimo ci prospetta. La fiducia si rivela come asset basilare dello sviluppo socio-economico, in grado di stabilire le fondamenta dei rapporti, degli scambi e delle transazioni di qualsiasi genere, dal sociale all’economico in senso più stretto.
loading...