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L’orbita bassa è ormai estensione della terra

Ogni giorno utilizziamo 40 volte un servizio satellitare: le opportunità di un settore che sta diventando una miniera d’oro, dalla logistica ai dati

di Leopoldo Benacchio

(Ansa)

2' di lettura

Una considerazione molto semplice, cui non sempre viene dato il giusto peso, ci può guidare nel capire le ragioni dello sviluppo impetuoso dell’economia dello spazio: la fascia della cosiddetta orbita bassa, fra i 300 e i mille chilometri di altezza, dobbiamo considerarla oramai praticamente un’estensione del suolo terrestre. Quasi non esiste infatti oggi attività sul nostro pianeta che non tenga conto della collaborazione possibile con i servizi che i 5mila satelliti che oggi orbitano attorno alla Terra possono offrire e di cui pure noi, certamente senza rendercene conto, siamo accaniti utenti anche solo indirettamente.

Sono state fatte varie simulazioni della nostra vita quotidiana che ci dicono, per esempio, che utilizziamo un servizio satellitare una quarantina di volte al giorno come minimo. Certamente questa è una stima grossolana e che probabilmente ci stupisce, perché possiamo pensare sì ai satelliti per le trasmissione,per esempio, o all’utilizzo dell’ormai insostituibile sistema di posizionamento, in cui per inciso l’Europa con il suo sistema Galileo è da qualche anno certamente leader, ma più ci pensiamo e più gli usi si moltiplicano, dalla sorveglianza del traffico ai taxi, dal tracciamento di autobus, camion e tram, dalle navi agli aerei.

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L’osservazione della Terra, con una precisione oramai stupefacente, ha poi un numero di applicazioni sempre in crescita: dalla sorveglianza delle coste e dei mari, fondamentale per evitare lo sversamento di petrolio e rifiuti in mare, purtroppo ancora pessima abitudine di molti convogli senza scrupoli, al monitoraggio delle colture per l’agricoltura di precisione, magari in associazione con squadre di droni che sorvolano a ben più bassa quota le colture.

La lista sarebbe quanto mai lunga e basta citare il campo, letteralmente esploso, della distribuzione di Internet da satelliti a quota bassa, quindi con tempi di latenza del segnale minimi. I programmi come Starlink di SpaceX e Oneweb lanciano a decine alla volta nuovi satelliti, creando parecchie perplessità sulla congestione vera e propria che si sta creando nelle orbite basse.

Ma ai problemi, indiscutibili, si affiancano anche le opportunità e, per esempio, per l’Italia si aprono importanti possibilità di intervento sia nella logistica spaziale, dove siamo presenti e in ottima posizione, alla parte di analisi e utilizzo della massa imponente di dati che provengono sempre più massicciamente dallo spazio e che sono considerati oramai una miniera d’oro da sfruttare.

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