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L’Ue boccia l’Italia: conti deteriorati e stallo nelle riforme. «Roma fonte di instabilità»

dal nostro corrispondente Beda Romano

Rating e non solo, quattro mesi di fuoco per i conti pubblici

2' di lettura

BRUXELLES – Confermando le attese della vigilia, la Commissione europea ha ribadito che l’Italia è fonte di instabilità macroeconomica nell'Unione europea, insieme a Cipro e alla Grecia. La valutazione è contenuta in un rapporto pubblicato qui a Bruxelles, che deve servire al governo Conte per preparare entro aprile il proprio programma nazionale di riforma. In maggio, l’esecutivo comunitario pubblicherà quindi nuove previsioni economiche e nuove raccomandazioni-Paese.

Secondo la Commissione europea, l'Italia è segnata da squilibri macroeconomici ritenuti «eccessivi». In una nota, Bruxelles sottolinea come vi sia stato «un deterioramento» del bilancio nazionale e «uno stallo delle riforme economiche». Più precisamente, l'esecutivo comunitario spiega: «Recenti misure che rivedono elementi di precedenti riforme peseranno negativamente sulla sostenibilità delle finanze pubbliche, sulla produttività e sulla crescita del prodotto interno lordo potenziale».

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Il danno provocato dall’incertezza del governo italiano per quanto riguarda la sua politica di bilancio ha provocato una frenata dell'economia

Parlando a Bloomberg Television questa mattina, il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis ha spiegato: «Di tutti i Paesi europei, l'Italia è quello che ha subito il rallentamento più pronunciato (…) Il danno provocato dall’incertezza del governo italiano per quanto riguarda la sua politica di bilancio ha provocato una frenata dell'economia». Gli ultimi due trimestri del 2018 sono stati segnati da una recessione dell’attività economica.

Il futuro degli squilibri macroeconomici in Italia dipenderà «in modo cruciale», sempre secondo la Commissione europea, da «sforzi per promuovere la qualità delle finanze pubbliche, da un miglioramento dell’efficienza dell’apparato amministrativo e del sistema giudiziario, da un rafforzamento dell'ambiente economico, del mercato del lavoro e del sistema finanziario». Da anni ormai, Bruxelles mette l'accento sulle debolezze endemiche dell'economia italiana: alto debito e bassa competitività.

La Commissione continuerà a monitorare da vicino la situazione italiana. In dicembre, Bruxelles e Roma hanno trovato un sofferto accordo sulla Finanziaria per il 2019 che prevede un saldo stabile del deficit strutturale (rispetto a un obiettivo di riduzione dello 0,6%) e un deficit nominale allo 2,04% del Pil. Da allora, l’economia ha mostrato un forte rallentamento; alcuni economisti di mercato non escludono che nell’insieme dell'anno la congiuntura mostri una netta contrazione dell'attività economica.

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Lo sguardo corre al mese di maggio, quando la Commissione europea pubblicherà nuove stime economiche e nuove raccomandazioni-Paese. Tradizionalmente la prima delle raccomandazioni è dedicata alla politica di bilancio. A Roma si discute animatamente della possibilità di una manovra correttiva dei conti pubblici. Finora, da Bruxelles, è giunta una risposta per lo più attendista: il momento in cui esprimersi ufficialmente su questo fronte è il mese di maggio.

Il rapporto pubblicato oggi è una conferma dei dubbi della Commissione europea sulla politica economica del governo Conte. Il tono è critico e preoccupato (da una tabella emerge che il Paese è quello più conta barriere agli investimenti). Sul versante del reddito di cittadinanza, Bruxelles si limita a spiegare che il suo successo nella lotta alla disoccupazione e alle diseguaglianze sociali dipenderà dalla gestione più o meno efficiente del nuovo strumento. Positivo invece il commento sulla riduzione «significativa» dei crediti inesigibili nei bilanci bancari.

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